Continuano a uccidere Paparelli

[porgascogne]

eh si
non ho proprio capito il senso

sai, noi pirla...
 

[seminuovo]

eh si
non ho proprio capito il senso

sai, noi pirla...
 

intendevo dire che, mentre i pirla della nord si "limitano" all'uso dell'aggettivo ebreo in senso spregiativo e certamente non hanno fatto parte del personale aguzzino dei campi di sterminio, tra le merde che intonano quel coro vigliacco ci sono alcuni che seppur non materialmente responsabili di quanto accaduto in quel derby lo sono quanto meno moralmente per essere stati presenti se non complici.

[porgascogne]

ah
 

bah,
imho, moralmente sono complici pure quelli che lo cantano e manco erano nati
anche perché, se dovessero ricrearsi le condizioni (e le puncicate o le aggressioni altro non sono che i prodromi di quel clima al quale non si arrivò di punto in bianco), di manovalanza per gestire/nascondere/far partire un antro razzo, ce ne sarebbe a profusione

ergo, per estensione, chi canta "romanista ebreo" esprime un'idea di sopraffazione nella quale vorrebbe che i romanisti venissero catapultati
non può essere solo goliardìa o rispetto della metrica

ora, fra tutte le cazzimme e le distinzioni fra noi e loro, a me frega molto poco dei colori, della primogenitura e della rugantinità del tifoso, ma molto interessa invece del rispetto della mia coscienza

se je dico merde, constato una loro conformazione organica
se je dico "ebreo" (cosa che io non dico), secondo l'accezione curvarola, li sto a insulta'

detto questo, è EVIDENTE che il coro su Vincenzo Paparelli li qualifica

[Bill Kelso]

D'accordo con Porga.

[fish_mark]

Allo stadio da tempo c'è libertà di rutto, inteso come assenza di qualsiasi limite per insultare l'avversario.
Purtroppo è così, e me ne duole, ma nel corso degli anni ci sono stati nuovi e sempre più preoccupanti aggiornamenti.
Quando ero bambino sentivo il classico "devi morire" rivolto all'avversario momentaneamente a terra e non ci facevo troppo caso. POi vedevo nelle partite, specie quelle di cartello tipo derby, esporre bare con la scritta della squadra avversaria.
Insomma, lo stadio sembra il luogo dove si può fare (relativamente) e dire (per niente relativamente) di tutto.
Certo che il richiamo a romanista ebreo aggiorna un decadimento culturale molto preccopuante, perché immette nel lessico sportivo un riferimento razzista molto pesante.
E' una prova del resto simile ai BU BU rivolti ai calciatori di colore.
Sono spettacoli di fronte ai quali provo brividi di rabbia, ma poi devo andare avanti.

Dall'altra parte, gonfiarsi il petto richiamando un tifoso ucciso per una follia di un povero e disperato altro tifoso significa soltanto toccare di nuovo l'abisso culturale nel quale le curve fanno a gara.
Così facendo si è perso da tempo il senso delle proporizioni e quello della realtà.

[Centurio]

é dai tempi degli antichi romani che allo stadio se prendono a coltellate, niente di nuovo e niente cambierá. Poi, se riguarda loro, figuriamoci.

[giamma]

Per me dire romanista ebreo è fare un complimento alle merde e un'offesa agli ebrei.

[Bill Kelso]

Io sono dell'idea che tutti quei pezzi di merda che cantano quell'infame coro su Vincenzo Paparelli, nel 1979 neanche erano nati.
Io, come Porga, come Fish, ero nato, e ahimè già sapevo fare delle distinzioni ben precise benché quando non sei cresciuto abbastanza fai spesso delle cazzate che te le porti dietro per anni.

Ma non era nato il verme che usa il sostantivo ebreo a mo' di insulto, quel verme i cui genitori sicuramente non erano nati ai tempi della Conferenza di Wannsee e di Auschwitz e che della soluzione finale ne hanno sentito parlare sicuramente per sbaglio.

Eppure, come dice Porga e fa notare Fish Mark c'è un nesso. Un nesso che attraversa il filo illogico dell'idiozia e dell'ignoranza. Di chi crede che sia normale insultare chiunque solo perché ci si trova all'interno di uno stadio. Di chi andrebbe preso a calci nel culo a due a due sino a quando diventano dispari, diceva mio nonno.