Autore Topic: L'aspetto psicologico..  (Letto 671 volte)

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Offline jegue98

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L'aspetto psicologico..
« : Domenica 13 Marzo 2011, 21:42:53 »
Quanto conta l'aspetto psicologico in una partita come il DERBY di Roma?
Secondo me c'è un problema di fondo: qualcuno dei nostri (la maggior parte) non ha capito che il DERBY a Roma è da preparare in un altro modo.
A cominciare dal presidente, passando per l'allenatore e poi tutto lo staff dovrebbero avere un approccio completamente diverso rispetto alle partite normali.
Paolo Di Canio (che sembra abbia cambiato squadra da qualche anno a questa parte) in questo era il migliore. Fomentava i ragazzi spiegando loro come dovevano reagire, con quale grinta e con quale coraggio dovevano affrontare la seconda squadra della capitale. Ecco, i ragazzi che compongono la rosa della Lazio in questi ultimi anni, non hanno ben compreso cosa significa questa partita a Roma.
Oggi se avessero compreso sarebbero scesi con grinta e con coraggio. Avrebbero corso il doppio. Dopo tre partite perse se li sarebbero mangiati vivi.. e invece erano li imbambolati, in tutta la partita non si contano due azioni decenti.
Come scritto in altri topic, l'allenatore conta ma chi scende in campo sono i giocatori.
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Offline DinoRaggio

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Re:L'aspetto psicologico..
« Risposta #1 : Domenica 13 Marzo 2011, 22:10:55 »
Eppure c'erano giocatori che di derby ne avevano già giocati, anche con altre squadre. Non credo che l'atmosfera al derby di Genova (nel caso di Sculli, Floccari), per esempio, sia molto diversa da quello romano. E lo stesso dicasi per un Dinamo-Steaua (Radu) o un derby Paulista (Hernanes). Come ho detto nella chat della partita, abbiamo praticamente regalato la partita alle cacche, non giocandola, i nostri mi sembravano appena alzati dopo una pennica, ancora in uno stato di dormiveglia. Ed io che parlavo di "sangue agli occhi" al derby di andata.

Approccio completamente sbagliato, anch'io penso che non sia tutta colpa di Reja, che peraltro ci ha messo di suo.

E ra gisumin all'ùart!

La serie A è un torneo di limpidezza cristallina, gli arbitri non hanno alcunché contro la Lazio e si distingueranno per l'assoluta imparzialità, non ci saranno trattamenti di favore o a sfavore nei confronti di alcuno. Sarà un torneo di una regolarità esemplare. (19-8-2016)

Offline aquilavecchia

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Re:L'aspetto psicologico..
« Risposta #2 : Domenica 13 Marzo 2011, 22:15:04 »
Quanto conta l'aspetto psicologico in una partita come il DERBY di Roma?
Secondo me c'è un problema di fondo: qualcuno dei nostri (la maggior parte) non ha capito che il DERBY a Roma è da preparare in un altro modo.
A cominciare dal presidente, passando per l'allenatore e poi tutto lo staff dovrebbero avere un approccio completamente diverso rispetto alle partite normali.
Paolo Di Canio (che sembra abbia cambiato squadra da qualche anno a questa parte) in questo era il migliore. Fomentava i ragazzi spiegando loro come dovevano reagire, con quale grinta e con quale coraggio dovevano affrontare la seconda squadra della capitale. Ecco, i ragazzi che compongono la rosa della Lazio in questi ultimi anni, non hanno ben compreso cosa significa questa partita a Roma.
Oggi se avessero compreso sarebbero scesi con grinta e con coraggio. Avrebbero corso il doppio. Dopo tre partite perse se li sarebbero mangiati vivi.. e invece erano li imbambolati, in tutta la partita non si contano due azioni decenti.
Come scritto in altri topic, l'allenatore conta ma chi scende in campo sono i giocatori.
Sono completamente d'accordo, anche se per qualcuno più che lo psicologo, servirebbe lo psichiatra.
Meglio non cercare troppo: si potrebbe trovare quello che si cerca e potrebbe non piacere.

Offline jp1900

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Re:L'aspetto psicologico..
« Risposta #3 : Domenica 13 Marzo 2011, 22:19:09 »
Quanto conta l'aspetto psicologico in una partita come il DERBY di Roma?
Secondo me c'è un problema di fondo: qualcuno dei nostri (la maggior parte) non ha capito che il DERBY a Roma è da preparare in un altro modo.
A cominciare dal presidente, passando per l'allenatore e poi tutto lo staff dovrebbero avere un approccio completamente diverso rispetto alle partite normali.
Paolo Di Canio (che sembra abbia cambiato squadra da qualche anno a questa parte) in questo era il migliore. Fomentava i ragazzi spiegando loro come dovevano reagire, con quale grinta e con quale coraggio dovevano affrontare la seconda squadra della capitale. Ecco, i ragazzi che compongono la rosa della Lazio in questi ultimi anni, non hanno ben compreso cosa significa questa partita a Roma.
Oggi se avessero compreso sarebbero scesi con grinta e con coraggio. Avrebbero corso il doppio. Dopo tre partite perse se li sarebbero mangiati vivi.. e invece erano li imbambolati, in tutta la partita non si contano due azioni decenti.
Come scritto in altri topic, l'allenatore conta ma chi scende in campo sono i giocatori.
Beh, nell'unica partita che li avrebbe mandati veramente all'inferno mica mi sembra che lo abbia fatto...

Offline Matita

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Re:L'aspetto psicologico..
« Risposta #4 : Domenica 13 Marzo 2011, 22:20:07 »
Questa squadra è da settembre che regala il primo tempo. Finche trovi la giocata ti dice bene , altrimenti hai sempre faticato a segnare.
Senza Dias hai perso in casa col Lecce e vinto con i viola , sempre in casa.
Le merde oggi stavano come quella viola, andavano solo azzannate.

Pero' c'è ci preferisce andare a 60 all'ora e arrivare  e chi andare a 120 e forse arrivare.

Ma con le auto di oggi , i sistemi attuali , andare a 120 non e' pericoloso.

Specie se arrivi a destinazione lo stesso .
Si er papa te donasse tutta Roma
E te dicesse lassa anna’ chi t’ama
 je diresti:  Si sacra corona
Val piu’ l’opinione mia che tutta Roma

Vulgus veritatis pessimus interpres.
Lotito deve fa' come dico io (quito cit.)