Scusate, una domanda off topic che però in qualche modo è collegata a questo topic. Secondo voi sarebbe utile se le squadre di serie a avessero una squadra b che giochi in legapro, come succede in Spagna?
Per dire, la Lazio ha questo giovane interessante, farlo giocare in prima squadra è prematuro, però l'unico modo per farlo giocare è darlo in prestito ad altre squadre dove ambiente, metodi di allenamento e contesto sono ben diversi (con tutto il rispetto per il Trapani, città peraltro graziosissima, però allenarsi con la Lazio e poi giocare con una squadra che indossa la maglia della Lazio sarebbe un'altra cosa per un giovane che cresce in questa società).
Pensate che sarebbe una cosa utile o che all'atto pratico non aiuterebbe più di tanto la crescita dei giovani?
L'unico termine di confronto che mi viene in mente è la concentrazione di prestiti dalla serie A a formazioni di Lega Pro con incentivi per il loro utilizzo: per solito, la società di provenienza si accollava parte dell'ingaggio in misura direttamente proporzionale alle partite giocate.
Il fenomeno conobbe un picco qualche stagione fa, e con un bilancio indubbiamente negativo.
I giovani in prestito dalla massima serie trovavano di fatto una corsia preferenziale, non il modo migliore per crescerli sul piano tecnico e umano: e al tempo stesso andavano a deprimere la produzione di giocatori interna ai club di Lega Pro, togliendo loro spazio.
Il collasso della categoria - fra rinunce di fatto a obiettivi di classifica per motivi finanziari, stipendi non pagati e scommesse, che riducevano al lumicino la percentuale di gare con due squadre in campo per vincere - ha fatto il resto, distruggendo la piattaforma competitiva e affondando definitivamente quel percorso di formazione.
Formazioni esplicitamente affiliate ai grandi club, quindi senza veri e propri obiettivi stagionali in proprio, non farebbero altro che esasperare gli stessi inconvenienti, con un fallimento e uno spreco di risorse pressoché garantiti.
Motivo, al di là delle situazioni contingenti? Si tratta di un modello non privo di una sua validità, ma del tutto refrattario al nostro retroterra culturale e sportivo.
Come valorizzare i giovani, dunque? Schierandoli in un campionato con un livello tecnico da Lega Pro come l'attuale massima serie, senza preoccuparsi se non hanno indossato la maglietta della salute.
Da un punto di vista tecnico, un buon Primavera può tranquillamente passeggiare fra le macerie del campionato di oggi.
Da un punto di vista atletico si farà, in parte sul campo in parte fuori.
Del resto, per un movimento ormai economicamente incapace di attrarre giocatori "fatti", lavorare sulle scommesse è una realtà di fatto: a quel punto avrebbe più senso investire sui prodotti di casa che su qualche pippa esotica.
Il problema è che, per arrivare a capire certi concetti, non basta la crisi: ci vuole proprio la carestia.
