Autore Topic: ETA, sarà la volta buona ?  (Letto 3709 volte)

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Offline rione 13

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Re:ETA, sarà la volta buona ?
« Risposta #20 : Giovedì 13 Gennaio 2011, 16:32:01 »
Partiamo da lontano.

L'origine dei baschi è argomento intrigante e misterioso per gli studiosi.
E' largamente condivisa l'idea che questo popolo abitava la regione tra il nordest della Spagna e il sudovest della Francia in tempi anteriori all'arrivo delle culture neolitiche che trasformarono l'Europa con l'economia agricola, la coltivazione dei creali, l'allevamento.

Questa antica presenza contribuisce a spiegare le differenze genetiche che gli studiosi hanno rilevato nei baschi rispetto alle altre popolazioni europee.

Ci sono studi interessanti per chi volesse approfondire l'argomento ad opera, per esempio, del genetista di fama internazionale Luca Cavalli Sforza; ma in generale tutti gli studi etnografici recenti hanno confermato le origini antiche dei baschi che nulla hanno a che vedere con i Celti, i Germani e i Latini che giunsero in Europa nel primo millennio a. C. e che, a differenza dei baschi stessi, parlavano tutti lingue di matrice indoeuropea.

Ma tralasciamo le curiosità preistoriche, pur significative.

E' vero che i baschi non sono mai stati nazione, Engels definì Euskal Herria una "nazionalità non storica" tuttavia la storia è costellata di confemre della unità politica e culturale di questo popolo.

Nel 507 crolla il Regno dei Tolosa e nasce il Regno di Vasconia.
Più di diecento anni dopo, nel 778, Carlo Magno ele sue truppe di ritorno dalla battaglia contro i Mori di Zaragozza assalta le mura di Irunea (Pamplona) capitale Vasca.
La reazione è veemente, la sollevazione popolare annichilisce le truppe dei Franchi e Roland viene ucciso a Orreaga.
Non i romantici Mori come erroneeamente decantato da La Chanson de Roland  ma i baschi quindi!
E' un esempio simbolico, seminale se vogliamo, di distorsione della storiografia ufficiale ai danni della memoria della comunità basca.

Il Regno di Pamplona si forma agli inizi del IX secolo e si trasformò poi nel Regno di Navarra alla fine del X, in seguito l'unione fra Castigia e Aragona creò i presupposti  per la sconfitta dei baschi nel 1521.
La conquista del Regno di Navarra costituì, tra l'altro, la vittoria della Controriforma che mortificò l'apertura religiosa e culturale che caratterizzava le istituzioni navarre.   

In territorio francese sono innumerevoli i tentativi di sopprimere l'autonomia del Nord Basco.
Repressioni e insurrezini si susseguono per tutto il XVII secolo.
Nel 1794 importante dimostrazione di unità politica tra baschi di Iparralde (del nord) e di Hegoalde (del Sud). Migliaia di abitanti di Lapurdi si rifiutano di combattere i loro fratelli di Nafarroa e Gipuzkoa affrontando il destino della deportazione e della morte atroce non piegandosi agli ordini delle autorità francesi.

Pochi esempi e flash fotografici per accenare ad una storia diversamente raccontata del popolo basco, una storia che racconta appunto di un popolo reale da riconoscersi come tale.
Punto di partenza per maturare un'analisi credibile, quale essa sia, sull'argomento.
 
Chi vuole perdere un pò di tempo ha la possibilità di approfondirla come meglio crede, strumenti non mancano, e interessarsi al suo evolversi fino a epoche più recenti (e più interessanti forse da conoscere, meno impolverate), alla nascita del PNV alla fine dell'800, al Franchismo, alla nascita di ETA nel 1958 e via di seguito fino all'attualità dell'ultimo comunicato dei resti dell'organizzazione armata.

Sull' Euskara, la lingua basca.

Il popolo basco ha sempre individuato nel suo misterioso e antico idioma l'elemento più significativo di autoidentificazione.
In Spagna l'avversione dei governi contro chi usava l' Euskara è sempre stata ferma, sotto Franco era perseguito chi battezzava i figli con nomi basco.
L' Euskara ha resistito alla mescolanza culturale coi popoli invasori e alla chirurgica repressione dei governi centrali.

Per evitare la scomparsa definitiva della loro lingua i baschi hanno creato movimenti di opinione pubblica e attività mirate come la creazione, negli anni settanta, delle ikastole scuole private clandestine, poi legalizzate, dove si insegnava in basco, dando la possibilità alle nuove generazioni ri riprendere contatto con il vecchio idioma e antiche tradizioni basche.

Victor Hugo scriveva :" l'euskara è una patria, quasi una religione ".

I miei  viaggi nei Paesi Baschi sono stati vissuti pienamente con incontri, visite , conoscenze e iniziative.
Anche in Italia esistono organizzazioni politiche e sindacali, anche istituzionali, che hanno rapporti politici e di sostegno con organismi baschi.

Tra l'altro il popolo lavoratore basco è l'unico in Europa che ha epresso adesioni clamorose a scioperi politici e di solidarietà  e non strettamente sindacali e/o rivendicativi di miglioramenti salariali.
Esempio questo di unicità dei baschi sotto il profilo della coscienza politica e del protagonismo sociale. 

Chiudo scusandomi per l'insopportabile lungaggine ma il dono della sintesi mi manca  :)

Offline BobLovati

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Re:ETA, sarà la volta buona ?
« Risposta #21 : Giovedì 13 Gennaio 2011, 19:03:31 »
Riconosco che le mie fonti siano, in parte, quelle " ufficiali ".
Però la puntualità espressa dalle tue fonti, sa un po´di " organizzato ad arte "; non da te, evidentemente, ma da storiografi molto di parte.

Magari è che io, come accennavo, alle storie " fermate " nel punto che fa comodo a chi deve dimostrare qualcosa non ci credo.
O tu pensi che lombardi, veneti, laziali, campani, pugliesi  ecc. ecc. , fermando la storia ad un certo punto non potrebbero accampare gli stessi diritti ?
O galli, iberici, lusitani e tutti quei popoli assoggettati da Roma imperiale non sarebbero in grado di fare lo stesso esercizio storico-social-culturale ? Magari con l`eccezione delle varie lingue, ormai soppiantate da 20 secoli di latinità ...

Il popolo basco è anche quello che fa in modo che l´Athletic Bilbao giochi solo con giocatori baschi; la Real Sociedad di S.Sebastian, invece, con giocatori di qualsiasi nazionalità; meno, naturalmente, gli spagnoli ...
O quello che, sembra con l´intervento di ETA, impedì, a suo tempo, il trasferimento di Julen Guerrero alla Lazio.

Sai, a me certe cose suonano molto a razzismo; sia in questo come in molti altri casi nel mondo.

Stiamo facendo contento il buon carpelo, ma sono sempre convinto che sarebbe preferibile parlarne di persona; magari insieme ad altri amici del forum, chiaramente !

Un abbraccio   
 
Laziale, Ducatista e fiumarolo

Siamo noi fortunati ad essere della Lazio, non la Lazio ad avere noi

“LA MOGLIE DI CESARE DEVE NON SOLO ESSERE ONESTA, MA ANCHE SEMBRARE ONESTA.”

Offline rione 13

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Re:ETA, sarà la volta buona ?
« Risposta #22 : Giovedì 13 Gennaio 2011, 20:47:34 »
Velocemente,

condivido le tue perplessità sul fermare la storia dove fa comodo alle proprie tesi ma il mio è stato un metodo un pò grossolano per raccontare altro dalla storiografia ufficiale e riempire qualche silenzio.
la mia sintesi a spot va presa così, lungi da me accampare pretese esaustive o definitive, ci mancherebbe.

E fai bene Bob a diffidare delle mie fonti storiografiche, è giusto.
Così come è giusto diffidare di scorciatoie e verità di comodo elargite da fonti più istituzionali.

Sul razzismo potenziale che puoi scorgere, bè io mi sono avvicinato alla questione basca con le stesse perplessità, la parola nazionalismo non ha mai fatto parte del mio vocabolario politico.
Le ho ampiamente fugate frequentando Euskal Herria, non mi dilungo sulla questione perchè ho già scritto molto e i tortellini in brodo non si fanno da soli.

Comunque la componente reazionaria, sciovinista ha caratterizzato la storia del movimento basco, sin dalle  sue origini con la fondazione del Partito Nazionalista Vasco.

E' una corrente di pensiero che però ha perso e ceduto il passo all'altra idea forte che ha mosso le lotte dei baschi e ne ha caratterizzato l'evoluzione: il Socialismo.   

Della storia di Julen Guerrero alla Lazio non so nulla..ma se l'ETA ha contribuito a graziarci di un altro Mendieta o Garrido ha fatto cosa buona, no?  :P

un abbraccio 




POMATA

Re:ETA, sarà la volta buona ?
« Risposta #23 : Venerdì 14 Gennaio 2011, 19:28:14 »
Riporto poco a poco le 12 bugie del Nazionalismo Basco, é ripreso da un forum e scritto da un signore di origine Basca.

Lo traduco dallo spagnolo, é lungo ma interessante:

1. Spagna e Paesi Baschi sono entità separate e antagoniste nel corso della storia.

I baschi sono un popolo della Hispania pre-romana, insieme a Várdulos, Caristios e Autrigones, costituivano il nucleo antico di quello che oggi è conosciuto come il popolo basco. A questo bisogna aggiungere la popolazione Hispanoromanica e gotica, che insieme con il movimento continuo di popolazione causato dalla conquista islamica e la riconquista cristiana successiva, stabilisce non solo i baschi, ma tutti i popoli della Spagna.

Dopo la caduta dello Stato visigoto, tutti i popoli senza eccezione parteciparono al progetto comune che preveda il restauro della "Lost Spagna" e la lotta contro l'Islam. Come il resto dei  spagnoli, i baschi, sempre legati a Castilla, fecero della lotta per la loro religione e il progetto spagnolo il fondamento della propria identità. La stessa origine di Castilla ha una essenziale componente basca.
Il medievalista più importante del ventesimo secolo e presidente della repubblica in esilio, Claudio Sanchez Albornoz, sintetizzó così: "Castilla e i Castillani sono il risultato della simbiosi razziale e culturale della Cantabria, dei Paesi Baschi e gotico".

I baschi sono stati uccisi nel corso dei secoli per la lotta alla riconquista di Spagna, hanno partecipato al suo governo e accorsero in massa a ripopolarla.
In età moderna i baschi scoprono, conquistano e si espandono in tutto il mondo, come spagnoli quali erano.
Nel 1808 i Baschi, lottano e muoiono per la Spagna, per il loro re e la loro religione, combattendo con entusiasmo ai suoi nemici, molti di essi baschi francesi, come il generale Harispe.

Miguel de Unamuno scrisse, "i baschi non abbiamo un risultato unico, un'opera con valore universale storico, effettuato con l'astensione della Spagna o contro di essa".
Al contrario, Xabier Arzallus (PNV) disse "i baschi saranno spagnoli, quando e perché lo decideranno e non, in quanto sottomessi da una sciabola" riferendosi alle tesi di Sabino Arana ma anche alla dittatura franchista.

Come se i baschi fossimo "diventati" spagnoli, perché lo voleva Espartero (generale e reggente di Spagna), come se avessimo cominciato ad essere  spagnoli nel 1839.
I baschi siamo spagnoli da molti secoli prima che ci fosse questa cosa chiamata "sciabola"o colpo di stato militare del XIX secolo. I baschi hanno sempre fatto parte di ciò che è noto come Spagna, e abbiamo costruito questa realtà fin dall'inizio in collaborazione con il resto degli Spagnoli.

Continua con la seconda "bugia" :D

POMATA

Re:ETA, sarà la volta buona ?
« Risposta #24 : Venerdì 14 Gennaio 2011, 19:31:34 »
Chiaramente quello che metto in rosso é la "cantilena" dei nazonalisti :D il resto é la risposta del tipo ;D ;D

Lo spiego per essere chiaro :D :D :D

bak

Re:ETA, sarà la volta buona ?
« Risposta #25 : Venerdì 14 Gennaio 2011, 19:47:28 »
Dico solo che per la follia etarra ho rischiato seriamente due volte di perdere la vita.
Gennaio 92, bomba alla Puerta del Sol, dove morirono 5 bomberos: ogni mattina ci passavamo, quella mattina andammo alla stazione di Atocha a fare i biglietti per degli amici che dovevano partire la notte e mi convinsero all'ultimo a seguirli. Fu benedetto un no di una chica.
La seconda la sera del 4 dovevo andare al Vicente a vedere il derby, fortunatamente la bomba non scoppiò.

POMATA

Re:ETA, sarà la volta buona ?
« Risposta #26 : Venerdì 14 Gennaio 2011, 19:53:24 »
2. I baschi sono una nazione diversa dallo spagnolo

L'esistenza del nazionalismo non vuol dire che la nazione esista.
Cioè, l'esistenza di una nazione non è  requisito necessario per la nascita del sentimento nazionalista che poi la rivendichi, perché questo sentimento può essere creato artificialmente dalla falsificazione e invenzione della storia e del carattere nazionale assenti nella realtá.La  identità nazionale basca è semplicemente un'invenzione. Anche se a molte persone riesce difficile da accettare, la percezione e il senso di appartenenza a una nazione basca si basa su bugie falsificazioni e occultamenti

Si è inventato tutto: storia, personaggi, bandiera e la stessa parola Euskadi. Tutto è molto artificioso.
Pio Baroja rideva molto sulla incongruenza dei nazionalisti: "Il Bizkaitarra (giornale editato da Sabino Arana) diceva: Noi siamo tradizionalisti e rispettiamo la tradizione, e la prima cosa che fanno è falsificare la storia e cambiare l'ortografia del basco.."
Vi sfidiamo a imparare, leggere con onestà e intelligenza, e vedrete poi come molte idee  apparentemente immobili, rimarrebbero in piedi.

Segue

POMATA

Re:ETA, sarà la volta buona ?
« Risposta #27 : Venerdì 14 Gennaio 2011, 20:24:37 »
3. La lingua Euskera è la prova dell'esistenza di una nazione distinta.

I nazionalisti dicono: abbiamo un'altra lingua, allora siamo una nazione. L'esistenza di un linguaggio non prova l'esistenza di una nazione, l'unica cosa che dimostra l'esistenza di una lingua è l'esistenza di una lingua. Se la lingua é prova di nazione, la svizzera non esisterebbe, poiché si parlano quattro lingue e neanche la Francia perché parlano bretone, italiano, basco, alsaziano e diverse varietà di francese (es.: La Langue d'Oc e d'Oil).

D'altra parte, se la lingua è uguale a nazione, un inglese, un americano, un nigeriano, un australiano e un giamaicano sarebbero concittadini come ugualmente uno spagnolo, un boliviano, un filippino e un guatemalteco.
Mentre un aragonese, un Vallisoletano, un galiziano o valenciano sono sconosciuti, perché alcuni di loro, oltre al castellano, parlano una seconda lingua.
Se la lingua é nazione, i valloni ei fiamminghi non sarebbero belgi, ma francesi e olandesi, e gli austriaci sarebbero tedeschi.
Con tale standard dovremmo cominciare a separare le parti della Catalogna, perchè nel valle Aran non parlano catalano, ma aranès, allora sarà un'altra nazione? E forse il Paese Basco dovrebbe essere diviso in più pezzi visto che ci sono dialetti della lingua basca, così diversi che non vengono capiti tra loro, questo problema spiega la necessità della nascita del "batua" (Euskerra unificado) per dare qualche ordine e unità artificiale per la diversità naturale.

In parallelo, ci sono molti territori baschi dove non si é mai parlato in basco, come Encartaciones en vizcaya e in vaste aree della provincia di Alava. Se lingua é nazione, non dovremmo considerarli non-Baschi? E non dimentichiamo che dovrebbero essere dichiarati non-baschi i baschi castellanoparlanti ossia la maggior parte dei baschi stessi... E, infine, ricordare che il castellano é una lingua ugualmente basca come l'euskera e che si parla nel territorio basco fin dalle origini e per di piú é la lingua materna della maggioranza del popolo basco.

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POMATA

Re:ETA, sarà la volta buona ?
« Risposta #28 : Venerdì 14 Gennaio 2011, 20:36:28 »
Na faticaccia tradurre il tutto :D :D :D

POMATA

Re:ETA, sarà la volta buona ?
« Risposta #29 : Venerdì 14 Gennaio 2011, 21:04:16 »
4.Le giurisdizioni sono la prova dell'esistenza di uno stato e una nazione diversa.

La sopravvivenza delle giurisdizioni fino al XIX secolo è stato presentato dal nazionalismo come la prova dell'esistenza di uno stato basco separato dallo spagnolo, il quale lo avrebbe poi annesso nel 1839.
Le giurisdizioni sono una manifestazione di origine medievale, il pluralismo giuridico che caratterizzava il vecchio regime. Giurisdizioni esistevano in tutta Europa da secoli, non essendo la Spagna o vascongada l'eccezione. L'unica differenza era che, mentre nel resto d'Europa era in corso l'unificazione delle leggi, a seguito dell'industrializzazione, del liberalismo e del movimento codificatore in Spagna non si fece completamente a causa di di compromessi politici costretti dalle guerre carliste. Giurisdizioni erano presenti in Europa e potevano essere territoriali, il commercio o proprietà.

Infatti, la giurisdizione Vecchia di Vizcaya non era applicabile a tutta la popolazione, ma esclusiva dei nobili.
Basare l'esistenza di una nazione sull 'esistenza di giurisdizioni interne, che esistevano in tutti i paesi d'Europa fino alla Rivoluzione francese, è una sciocchezza. Sarebbe come dire che  le diverse classi sociali dell'epoca ( cavalieri, clero, popolani, mercanti, militari) erano soggetti a giurisdizioni diverse, e quindi formavano ognuno una nazione.

POMATA

Re:ETA, sarà la volta buona ?
« Risposta #30 : Venerdì 14 Gennaio 2011, 21:45:21 »
5. Il Paese basco è in conflitto con la Spagna da 160 anni.

Juan Jose Ibarretxe (PNV) ha dichiarato che vi è un conflitto tra Euskadi e la Spagna da 160 anni, continuando il dogma, spesso ripetuto dal nazionalismo, che le guerre carliste erano le prime manifestazioni della lotta secolare del popolo basco per la liberazione nazionale. (assurditá)

Nelle guerre carliste combatteva la metà della Spagna contro l'altra metà,  che erano divise da ragioni ideologiche e dinastiche. Non erano guerre per il territorio.
I carlisti non stavano dalla parte dei baschi contro lo Stato, ma rivendicavano la sopravvivenza ideologica delle istituzioni dell'antico regime, e nella parte dinastica rivendicavano a Carlos María Isidro e la sua discendenza come il legittimo re di Spagna.
La guerra carlista non era secessionista. Se qualcuno avesse suggerito qualcosa di simile sarebbe stato considerato un pazzo.

Nelle aree rurali dei Paesi Baschi, riluttanti al liberalismo e la liquidazione delle istituzioni dell'antico régime prese piede il Carlismo, ma una parte molto importante dei baschi  le era ostile, soprattutto gli abitanti delle città. Basta ricordare che Bilbao ha dovuto subire due assedi da parte dei carlisti.
La storiografia nazionalista ha cercato di presentare le guerre carliste come la lotta di liberazione del popolo basco, ma non sono state neanche le province basche ne la Navarra, le regioni dove la rivolta fú iniziata iniziata, fú in Castilla, anche se è stato qui, in realtà, a causa del terreno e la connessione con Francia e di altri fattori che in alcune parti del territorio basco il domino carlista fú maggiore.
Da notare che due regioni che massicciamente sostenevano la causa carlista erano La Mancha e Valencia.

POMATA

Re:ETA, sarà la volta buona ?
« Risposta #31 : Venerdì 14 Gennaio 2011, 22:49:59 »
6. I baschi sono stati oppressi dagli spagnoli.

I ministri degli esteri, consiglieri, ministri, primi ministri, ammiragli, Capitani Generali e Viceré baschi sono centinaia nel corso dei secoli. Dover considerare qualcosa i baschi, in ogni caso sono stati i cittadini privilegiati. Con gli Asburgo, per esempio, i baschi erano una casta privilegiata burocratica e di governo, e legittimavano questa situazione vantandosi, di avere il sangue originale, puro e inmacolato del tipico spagnolo.
Sarà necessario ricordarsi di tanti illustri baschi nella storia della Spagna, Diego López de Haro (Signore di Vizcaya e avanguardia dell'esercito castigliano di Las Navas de Tolosa), Pedro López de Ayala (Cancelliere di Castiglia) , Elcano (marinaio di Guetaria che diede l'onore alla spagna del primo giro del mondo), Legazpi (marinaio di Zumarraga, conquistatore delle Filippine), Urdaneta, Ignazio di Loyola, gli Oquendo (il lignaggio dei marinai donostiarri che si è distinto in molte battaglie nel XVI e XVII), Blas de Lezo ( ammiraglio, vincitore degli inglesi a Cartagena de Indias, minacció di ridurre in cenere Genova, se non avessero pagato quanto dovuto alla Corona e non avessero salutato debitamente la bandiera della Spagna), Churruca (marinaio di Motrico, eroe di Trafalgar), Arriaga (lo sfortunato "Mozart spagnolo"), Zumalacárregui (il generale carlista che espressó rammarico per aver armato "spagnoli contro spagnoli"), Unamuno, Maeztu, Baroja (i tre grandi nemici del nazionalismo basco), Zuloaga e Zubiri?

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POMATA

Re:ETA, sarà la volta buona ?
« Risposta #32 : Venerdì 14 Gennaio 2011, 23:34:49 »
7. Il Paese Basco spagnolo è come l'Ulster.

A-I nazionalisti irlandesi vogliono riunire una comunità separata. i nazionalisti baschi vogliono separare una comunità che è sempre stata una cosa con il resto della Spagna.

B-I nazionalisti irlandesi cercano di unire un territorio, l'Ulster, con uno stato esistente, la Repubblica d'Irlanda. i nazionalisti baschi cercato di separare un territorio, il Paese Basco, da uno stato esistente da molti secoli, la Spagna, per crearne uno da zero.

C-Nel XII secolo gli inglesi hanno militarmente conquistato l'Irlanda. Nel XII secolo, i baschi, insieme ad altri cristiani del nord, hanno conquistato militarmente la Spagna. 4 - Il dominio britannico in Irlanda, ha imposto un regno straniero. I Baschi, insieme ad altri popoli del nord, in particolare i cantabri, hanno originato il regno di castiglia.

D-Gli irlandesi sono stati colonizzati dagli inglesi. I baschi sono stati privilegiati coloni di mezzo mondo, come qualsiasi altro soggetto castigliano.

E-Irlanda è stata in gran parte ripopolata da protestanti inglesi e scozzesi. Man mano che la reconquista avanzava, i baschi, insieme con altri popoli della penisola settentrionale sono stati artefici del ripopolamento di Castilla e il resto della Spagna.

F-In Irlanda ci sono due comunità in conflitto religioso. Gli irlandesi hanno subito secoli di persecuzioni a causa della loro religione. Che comunità religiose vivono qui? Chi ha mai perseguito i baschi per la loro religione? 8 - Gli irlandesi sono stati emarginati economicamente, socialmente, giuridicamente e politicamente per secoli, in virtù di essere irlandesi. I baschi hanno goduto di importanti privilegi, e facevano parte della casta dominante spagnola per secoli, in virtù del solo fatto di essere baschi.

G-Gli irlandesi per secoli, sono serviti come carne da cannone nelle armate britanniche. I baschi sono stati privilegiati per secoli nell'esercito spagnolo.

H-Quanti irlandesi hanno governato il Regno Unito? Nessuno. Quanti baschi hanno governato la Spagna? Innumerevoli.

I-Gli irlandesi hanno ingrassato le file del proletariato in un paese dominato e sfruttato economicamente dagli inglesi. Nei Paesi Baschi non c'è stato sfruttamento del proletariato locale da parte di una potenza straniera.

J-Quanti irlandesi morti di fame e di malattie nel XIX secolo? Centinaia di migliaia. Quanti baschi hanno fatto lo stesso? Nessuno.

K-Quanti irlandesi hanno dovuto migrare in tutta la storia per non morire di fame in patria? Milioni. Quanti baschi hanno dovuto fare lo stesso? Nessuno. Al contrario, i Paesi Baschi sono stati ricettori di immigrazione a causa della loro prosperità.

L-Irlanda è stata mantenuta per secoli un paese povero e sottosviluppato dall'impero britannico. Le province basche hanno sempre goduto di una notevole ricchezza. Anche durante il franchismo erano alla testa della Spagna in reddito pro capite.

M-Gli irlandesi erano ritenuti in Gran Bretagna come una casta di criminali, schiavizati e deportati nelle colonie inglesi nei Caraibi. Quanti baschi sono stati deportati e ridotti in schiavitù?

N-L'irlandese è un fenomeno di base che è nato molti secoli fa, come  l'occupazione britannica. Il conflitto basco é nato un secolo fa, nella fantasia di Sabino Arana.

Quindi? due cose totalmente diverse.
Decenni di lavaggio del cervello per farci credere oppressi, conquistati, colonizzati ed emarginati come gli irlandesi.
Perché si usa il parallelo irlandese da parte del nazionalismo basco davanti alla corte europea? Come puo pretendere il nazionalismo basco di applicare la stessa "pace" dell'irlanda in due casi che non si assomigliano assolutamente?

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POMATA

Re:ETA, sarà la volta buona ?
« Risposta #33 : Venerdì 14 Gennaio 2011, 23:56:16 »
8. La guerra del 36-39 fu una guerra del fascismo spagnolo contro il popolo basco.

A seguito del conflitto il lehendakari Aguirre considera come sottomissione e umiliazione di una razza, come se la guerra civile consistita, di nuovo, in una guerra contro il popolo basco. E la vittoria franchista aveva portato alla occupazione del paese Basco da parte di una potenza straniera.

Questo falso monumentale è stato imposto nei decenni successivi tra i nazionalisti, raggiungendo lo status di verità incontrovertibile e viene insegnato ai bambini a scuola, con successiva semina di odio di cui ne raccogliamo i frutti violenti da 40 anni. La guerra del 1936-39 era mezza spagna contro l'altra mezza per motivi ideologici, i baschi divisi in parti uguali tra di loro sia dal lato repubblicano che dal lato franchista. Significativamente c'erano più combattenti Baschi e Navarri dal lato franchista che nel repubblicano, e dopo la guerra, ministri, ambasciatori e alte cariche statali sono state contate a decine.

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POMATA

Re:ETA, sarà la volta buona ?
« Risposta #34 : Sabato 15 Gennaio 2011, 00:18:00 »
9. I nazionalisti sono baschi rinnegati

Poiché non vi è il nazionalismo basco, i baschi sono stati i più notevoli anti-nazionalisti. Ecco alcuni esempi delle teste basche più potenti del ventesimo secolo: il Guipuzcoano Pio Baroja, in uno dei tanti testi dedicati al dileggio del nazionalismo basco, ha opinato che "il suo egoismo e la sua meschinità avrebbe attecchito solamente su persone di basso valore umano ". Egli credeva che il nazionalismo basco per un vero basco "era una farsa". E descrisse come ridicole le falsificazioni storiche e tutti i generi con cui si è cercato di costruire una identità nazionale distinta dalla spagnola.

Il Vizcaino Unamuno credeva che "il nazionalismo basco è ignoranza" disprezzando le loro pubblicazioni "piene di contrattempi e di invenzioni" e considerando i militanti nazionalisti come "cervelli rudimentali, beoti animati solo dall' odio alla intelettualitá e l'inteligenza".

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POMATA

Re:ETA, sarà la volta buona ?
« Risposta #35 : Sabato 15 Gennaio 2011, 00:37:19 »
10. il nazionalismo basco si è distinto per il suo impegno per la libertà dei popoli.

Mentre spesso si presenta a favore del diritto di autodeterminazione dei popoli e, occasionalmente, utilizza i curdi o altre realtá senza stato per montare le sue scenografie di propaganda, questo è un tema che il nazionalismo basco ha sempre trattato con noncuranza. Quando faceva comodo si dichiarava eterno amico della causa irlandese. Ma quando avevano bisogno del sostegno britannico, il PNV non ha avuto difficoltà a condannare le rivolte irlandesi, o a congratularsi con il monarca inglese per la vittoria. La adorazione di Arana per tutto ciò che era inglese era tale che, anche  il design della Ikurriña (bandiera basca) è stato ispirato dalla Union Jack. Quando è sembrato opportuno richiedere l'assistenza degli Stati Uniti d'America, Arana lo ha fatto senza considerare che alla potenza imperialista, l'indipendenza di Cuba, le Filippine, Puerto Rico o qualsiasi altro paese solo le interessava se poteva trarne profitto.

Durante la prima guerra mondiale, i nazionalisti baschi, con Sir Ramon de la Sota alla testa, lavoravano attivamente a sostegno dell'Inghilterra, l'oppressora d'Irlanda. Poco dopo, durante la seconda guerra mondiale, nel PNV muovevano spudoratamente le pedine sia a Londra e New York che Berlino e Roma, in modo da essere ben posizionati in qualsiasi situazione aspettando al vincitore. Dopo la guerra, tornó il PNV a chiedere sostegno per le sue aspirazioni al governo inglese, offrendo una eventuale rottura della Spagna.

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POMATA

Re:ETA, sarà la volta buona ?
« Risposta #36 : Sabato 15 Gennaio 2011, 00:53:20 »
11. L'ideologia del PNV è rispettabile e democratica.

Il PNV è l'unico partito razzista legalizzato in Spagna. Esso si basa su l'ideologia di Sabino Arana, caratterizzata da xenofobia che lo ha portato a sostenere che, mentre i baschi sono nobili, belli, forti, onesti e di virile andatura, gli spagnoli sono bassi, brutti, deboli, disonesti e maldestri. E i suoi successori (Arzallus, Ibaretxe etc etc) sono rimasti ossessionati dal gruppo sanguineo ancora oggi.

Arana sosteneva per emarginare i pochi spagnoli rimasti, dopo l'espulsione che avrebbe seguito l'indipendenza, la creazione di un regime di apartheid che li avrebbe tenuti ai margini della vita politica e sociale basca. Il PNV si é segnalatoo fin dall'inizio, per la sua intolleranza.
L'ideologia del PNV e qualsiasi opzione nazionalista è viziata dallo stesso punto di partenza come il suo concetto di nazione basca che è costruito su una favolosa somma di bugie, occultamenti e falsificazioni. Inoltre, il nazionalismo può essere orgoglioso del fatto che, col passare del tempo e da tutte le bugie e falsificazioni, è nato il terrorismo dell'eta. Invidiabile curriculum.

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POMATA

Re:ETA, sarà la volta buona ?
« Risposta #37 : Sabato 15 Gennaio 2011, 01:12:02 »
12. Il PNV non è responsabile per il terrorismo dell'ETA.

- Anche se il PNV (e il suo partner di EA) è sempre presentato come il garante e il più forte sostenitore della pace e della libertà nel Paese Basco, la verità è che: ETA nasce dal PNV.

- I dirigenti dell' ETA, escono direttamente o indirettamente dal PNV.
- L'ideologia nazionalista dell'eta é quella creata dal PNV.
- Il PNV ha giustificato ETA per molti anni.
- ETA sopravvive e si rigenera grazie alla cultura sociale e brodo creato e mantenuto da due decenni di governo PNV.
- La Ertzaintza (polizia autonoma basca) non riesce a perseguire  l'eta ne a fermare la violenza di strada. Periodicamente come prova, il PNV mantiene continui contatti con l'ETA, con cui condivide una strategia a lungo termine, ossia la separazione dalla spagna attraverso il "patto di Estella"
Quanti voti perderebbero tutti i partiti nazionalisti se non ci fosse il ricatto, specialmente nelle piccole città, dell'eta e del suo mondo?

Gli attuali attivisti della violenza di strada, e futuri membri dell'ETA, sono figli del governo del PNV.
Non si dica che sono il risultato della repressione, la mancanza di libertà o dittatura di qualsiasi tipo, tutti loro sono nati molti anni dopo la morte di Franco. Essi sono il prodotto del PNV al potere durante 25 anni, le loro ikastolas (scuole), l'ETB (televisione autonomica) e la sua politica di acculturazione e di intossicazione ideologica.
Senza il PNV, l'ETA sarebbe stato?


Fine.