Ultras scatenati, attaccato a Fidene il furgone dei tifosi dell'Anzio: 4 feriti
Luca Lippera (messaggero.it)
ROMA (20 dicembre) - Chi pensa che i teppisti nel calcio frequentino solo la corte delle squadre che contano, avrebbe dovuto capitare ieri al “Salaria Sport Village” e farsi cadere le braccia per sempre. Partita di Serie D, Fidene contro Anziolavinio, e uno si immagina, se non sorrisi, animi distesi e sana competizione sportiva. Bisognava esserci invece. Le tifoserie, essendo le squadre neopromosse, si detestano fin dal principio della stagione e i romani hanno dato nell’occasione il meglio di sè. A partita appena iniziata hanno cominciato a tirare bottiglie e fumogeni contro le gradinate degli ospiti e siccome dopo la reazione verbale dei rivali non riuscivano a dargliele di santa ragione c’era una cavolo di rete divisoria di mezzo sono usciti dal piccolo stadio e hanno dato fuoco al pullmino con il quale i “nemici” avevano osato spingersi in città.
Il bilancio dell’assalto è grave e poteva essere di gran lunga peggio. Tre tifosi dell’Anzio, tutti sui vent’anni, sono stati centrati alla testa dalle bottiglie degli ultrà del Fidene e uno di loro ha rischiato di brutto: un fumogeno acceso lo ha colpito a uno zigomo subito al di sotto di un occhio. Qualche centimetro più su e il ragazzo avrebbe potuto perdere parzialmente la vista. Cieco, insomma, per una partita di cui nessuno, tra un mese, ricorderà nulla.
L’incontro, viste le scintille tra le due squadre, veniva ritenuto “a rischio”. Tanto che la Questura aveva spedito sei carabinieri di rinforzo al personale della squadra di casa casomai fosse successo qualcosa. Il pubblico su certi campi è scarso e ieri al “Salaria Sport Village”, nella periferia nord, alle pendici della collina di Fidene, c’erano sì e no quattrocento persone. La situazione forse è stata sottovalutata, ma oggettivamente non era facile pensare che si arrivasse a tanto.
Le cose si sono messe subito male. Già prima dell’inizio dell’incontro (finito 2-2) i tifosi romani e quelli dell’Anziolavinio si erano scambiati sputi e insulti in tribuna. Anzi, quelli del Fidene, all’arrivo dei “nemici”, avevano tentato un agguato appostandosi nel parcheggio del centro sportivo. Ma gli ospiti, scortati dai carabinieri, erano arrivati sani e salvi al loro settore. La situazione è degenerata subito dopo il fischio d’inizio. Secondo i testimoni, «uno di quelli dell’Anzio ha rispedito al mittente una delle bottigliette». Insulto intollerabile. Dall’altra parte si sono sollevati come cani rabbiosi.
Ma siccome c’era, appunto, una rete che impediva lo scontro fisico, gli ultrà del Fidene hanno voluto sfogarsi comunque. Sono usciti come belve dagli spalti, hanno sfondato i vetri di uno dei pullmini con i quali erano arrivati gli ospiti e ci hanno buttato dentro alcuni fumogeni accesi. Poi sono scappati. Il furgone è stato avvolto dal rogo. Quando sono arrivati i vigili del fuoco e i rinforzi, c’erano solo la carcassa e i feriti (per fortuna non gravi) che si facevano medicare. Roma o Lazio, Fidene o Peretola, la legge del teppismo è così.
