Autore Topic: Stadio, Rutelli: "Va dimostrata la fattibilità di ipotesi diverse dal Flaminio. Cragnotti? Gli suggerii Tor Vergata"  (Letto 427 volte)

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                           Il Campidoglio ha espresso il suo sì a proposito dello stadio della Roma. Claudio Lotito ha colto al volo l'occasione per rivendicare anche lui un impianto di proprietà per la Lazio. Stesso trattamento dei cugini giallorossi: è questo quello che auspica il presidente del club laziale. Intervenuto ai microfoni del Corriere Laziale, Francesco Rutelli - ex sindaco di Roma e tifoso della Lazio - ha commentato gli ultimi sviluppi della questione stadio nella Capitale: "Uno stadio cittadino può nascere in base a una regìa pubblica, oppure grazie alle norme sugli stadi, che affidano l'iniziativa ai privati. In entrambi i casi, deve esistere un interesse pubblico. Nel primo è il Comune a decidere, nel secondo, l'iniziativa e la proposta sono dei privati. Dunque, non è così diversa la situazione di partenza tra Roma e Lazio. Se il Comune non ha un proprio progetto - e non ce l'ha - tocca ai privati, cioè alla proprietà delle società dare le carte".



NUOVI PROGETTI - "La Roma, da qualche anno, ha individuato un'area, un partner privato e un progetto. Può piacere, o no. Io, in principio, sono favorevole alle innovazioni, in una città che non ha progetti importanti. Ovviamente, ci vuole un equilibrio urbanistico: tra stadio, servizi, volumetrie che servono al privato a finanziare l'operazione, e infrastrutture pubbliche per l'accessibilità. Queste ultime, sono impegnative per l'area di Tor di Valle (bretella per il Raccordo, prolungamento Metro B, lavori stradali, etc); ma non sarebbero certo meno importanti nel caso dell'area prescelta dalla Lazio (lungo la via Tiberina, dove le problematiche di viabilità e accessibilità su ferro sono rilevanti)".



COSTRUZIONE E VIABILITA' - Costruire contemporaneamente i due impianti può essere un problema? "Roma è una città immensa, 130mila ettari. Per darle un esempio, solo come Comune di Roma in vista del Giubileo del 2000 abbiamo aperto - e concluso nei tempi, senza neppure un avviso di garanzia, né una vittima sul lavoro - la bellezza di 800 cantieri. Se c'è una capacità organizzativa, se c'è trasparenza, la città capisce, e i disagi possono essere contenuti".



FLAMINIO O TIBERINA? - "Il problema del Flaminio secondo me è assurdo. Perché uno stadio è un'infrastruttura funzionale complessa, mica una scultura! Se cambiano le norme, di sicurezza, per l'accesso dei disabili, per gli standard urbanistici, per esempio, lo si deve ristrutturare, anche radicalmente. Meriterebbe di essere coperto e insonorizzato, accogliere concerti e altre manifestazioni, esattamente come il Palazzo dello Sport dell'EUR, sempre progettato da Nervi, che ha anche disegnato il Palazzetto a due passi dal Flaminio. Il Comune dovrebbe decidere quali manifestazioni debba ospitare; affidare a un Concorso aperto a grandi architetti la sua ristrutturazione; inquadrare le nuove funzioni in un contesto urbano straordinario, che va dall'Auditorium, al MAXXI, al Ponte della Musica, al Parco di Monte Mario e le infrastrutture del Foro Italico".



LO STADIO DI CRAGNOTTI - "Capisco che la Lazio abbia diritto a fare dello Stadio un asset economico, per accrescere il valore della società. Può ritenere troppo problematica la soluzione-Flaminio, ma deve dimostrare la fattibilità di altre ipotesi. A Cragnotti, che mi chiese un consiglio quando non ero più Sindaco, proposi una soluzione che ritenevo razionale: l'area di Tor Vergata. Avevamo tenuto lì le Giornate Mondiali della Gioventù, era stata in grado di accogliere quasi 2 milioni di persone, con collegamenti adeguati, è a metà strada tra i quartieri popolari di Roma Est, e l'area dei Castelli Romani. Si sarebbe scongiurata ogni speculazione, perché si tratta di terreni pubblici. Ed evitata la frittata delle piscine per i Mondiali di Nuoto, costruite qualche anno dopo, e da allora rimaste una cattedrale nel nulla".



         

   



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