Autore Topic: La Lazio nelle Scuole | Lombardi  (Letto 463 volte)

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La Lazio nelle Scuole | Lombardi
« : Giovedì 9 Marzo 2017, 12:00:10 »
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Quest'oggi Cristiano Lombardi ha risposto agli alunni presenti all'Istituto Comprensivo Angelica Balabanoff, via A. Balabanoff, 62, Roma.

"Sono andato via di casa a 14 anni, la mia prima esperienza fuori casa l’ho fatta a Siena nell’anno nel quale ho anche iniziato le scuole superiori: avevo optato per ragioneria. Per me si trattava di una situazione completamente nuova sia a livello personale che calcistico e scolastico. Poi sono tornato, sono approdato alla Lazio e facevo avanti e indietro da Viterbo. L’impegno con la scuola era complicato, ma avevo promesso ai miei genitori che mi sarei diplomato e ci sono riuscito: andavo a scuola, pranzavo al volo per poi andare a Formello ed allenarmi. Erano rari i pomeriggi nei quali uscivo o mi divertivo. L’impegno era duro e costante".

 

Al termine dell'evento, l'attaccante biancoceleste è intervenuto ai microfoni di Lazio Style Channel, 233 di Sky.

“Questo evento è molto importante. Avvicinarci ai bambini è fondamentale, tutti noi abbiamo avuto gli stessi sogni di questi ragazzi. E’ un’iniziativa stupenda, ho due sorelline più piccole che rappresentano la mia vita e quando sono con i più piccoli rimango sempre colpito dai loro sogni.

Io, Marchetti e Hoedt abbiamo fatto capire ai ragazzi presenti quest’oggi che con forza, sacrificio e voglia ogni risultato si può ottenere nella vita. Penso che oggi siamo riusciti a tramandare questo messaggio. Siamo più squadra, abbiamo avuto l’impressione di questo a Bologna. Dopo aver vinto il derby tutti ci aspettavano per la gara di campionato e, in quest’ultima, abbiamo dato un segnale di maturità; siamo una squadra pronta ad affrontare due mesi intensi.

Inzaghi per me è tutto, gli dovrò la mia carriera. Mi ha preso da basse categorie e credo di averlo ripagato sul campo. Il mister ha lavorato molto sul gruppo, siamo giovani, spensierati e non guardiamo alla classifica; abbiamo solo voglia di raggiungere obiettivi importanti. Anche io non credevo di poter giocare in Serie A, non mi ci vedevo. Ero scettico, ma le persone che hanno creduto in me, il mister e mio padre su tutti, mi hanno dato una forza in più. Nel calcio non deve mai mancare la voglia di sacrificarsi e di volersi migliorare, in un mondo così veloce, altrimenti, non si riesce a stare al passo”.

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