Autore Topic: Lazio, Inzaghi e la sindrome da big: "Il responsabile sono io"  (Letto 371 volte)

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Lazio, Inzaghi e la sindrome da big: "Il responsabile sono io"
« : Venerdì 27 Gennaio 2017, 17:00:49 »
www.repubblica.it

Il tecnico, alla vigilia della sfida con il Chievo, torna sulla incapacità di fare punti con le blasonate: "Se c'è un colpevole sono io in quanto allenatore. Lulic a Radu hanno ragione, non possiamo mollare"
ROMA - Settimana tormentata quella della Lazio. Prima la resa senza alcun tentativo di opposizione alla Juventus, poi i segnali di allarme lanciati da Radu nell'immediato post partita con i bianconeri e quelli di Lulic nella conferenza stampa infrasettimanale, entrambi con una linea comune: "Così non va, non siamo la stessa squadra di qualche mese fa. Dobbiamo tornare con i piedi per terra", in sintesi. 



INZAGHI: "LULIC E RADU HANNO RAGIONE, NON POSSIAMO MOLLARE" - Il pensiero ovviamente è condiviso anche da mister Simone Inzaghi, che commenta così la situazione attuale dei biancocelesti, proseguendo la stessa linea dei suoi "senatori": "Ne abbiamo parlato con tutta la squadra. La conclusione è una sola: quello che ci ha portato a essere così in alto è stato l'atteggiamento mentale e l'approccio. Questo ha fatto la differenza e ci ha permesso di stare con le grandi. L'ho detto ai ragazzi, noi non ci possiamo permettere di sbagliare l'approccio mentale. Probabilmente con la Juve avremmo perso lo stesso, perché nelle ultime 40 partite solo il Bayern Monaco è passato a Torino. Ma avremmo dovuto comunque avere uno spirito diverso. L'ha detto Lulic, l'ha detto Radu, lo avevo detto io alla squadra. Il messaggio è questo: noi non possiamo mollare mai di un centimetro". 



"BIGLIA? IL PRINCIPALE COLPEVOLE SONO IO, NON I GIOCATORI" - Non ci sta però Inzaghi a dare le responsabilità solo ai leader del gruppo, quelli dai quali in partite di un certo livello ci si aspetta sempre qualcosa di più. Tra questi, ovviamente, il capitano Lucas Biglia: "Dopo una sconfitta non è giusto trovare un colpevole. Anche perché il primo sono io in quanto allenatore, visto che non sono riuscito a far capire alla mia squadra quale fosse l'atteggiamento giusto per approcciarci alla partita. Poi è anche vero che magari, su una mezza palla che concedi a un'altra squadra, non c'è sempre un Dybala che la mette dentro dopo 4 minuti. Ma noi sapevamo anche questo, per cui avremmo dovuto prestare maggiore attenzione. Prima non avevamo mai sbagliato approccio e dopo un errore è inopportuno cercare un colpevole. Quello che mi interessa è che la squadra abbia capito, ne abbiamo parlato e sappiamo che dobbiamo cercare di ripartire: non dimentichiamoci che siamo sempre quarti in classifica".



"AL POSTO DI IMMOBILE, FIDUCIA A DJORDJEVIC: MI FIDO DI LUI" - E ora contro il Chievo ci sarà il dovere di provare a confermare la classifica con una bella vittoria: "Incontreremo una squadra che ha perso le ultime gare non meritando, un gruppo organizzato e allenato da un buon allenatore, che già all'andata ci ha creato dei problemi. Noi vogliamo ripartire nel migliore dei modi: quello che ci attende sarà un periodo importante, complicato e dispendioso, con tre partite nel giro di una settimana. Sui volti dei miei ragazzi però ho visto lo sguardo giusto e sono molto fiducioso". Per la prima volta in questo campionato dovrà giocare senza Immobile: "Prima o poi dovevamo farne a meno, ma al suo posto giocherà Djordjevic: l'ho visto concentrato, serio. Così come ha fatto con il Genoa in Coppa Italia, sono certo che ci darà una grossa mano. Lui e Felipe Anderson giocheranno sicuramente. Per quanto riguarda le altre scelte, non mi farò condizionare dalle prossime partite".



"AL MERCATO CI PENSA LA SOCIETÀ, IO MI CONCENTRO SUL CAMPO" - Così in campo ci sarà anche Milinkovic, il migliore per distacco dell'ultimo periodo della Lazio. E pensare che quando Inzaghi subentrò a Pioli l'anno scorso lo mise in panchina: "Ha avuto una grandissima crescita e il merito è soprattutto suo. Quando ero arrivato, lui rientrava da uno stiramento al polpaccio e la mia prima scelta andò su Onazi che giocò nel migliore di modi. Dovevo prendere delle decisioni, ma con Sergej ho parlato tanto. La squadra in quel momento stava facendo bene e lui avrebbe dovuto alzare i ritmi di allenamento per farmi cambiare idea. Quest'anno si è presentato in ritiro con il piglio giusto e ha avuto una crescita esponenziale". Sul fronte mercato, Inzaghi si affida alla società: "Mancano pochi giorni, ne parleremo certamente con il club: io però mi devo concentrare sulle partite con Chievo e Inter.

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