Giro finito con un'ultima settimana al di sotto delle aspettative riguardo ai nostri papabili e Contador a recitare la parte del trionfatore prodigo e generoso.
Dal punto di vista paesaggistico la tappa dolomitica, lo Zoncolan ed il Colle delle Finestre sono state il solito stupendo spettacolo; dal punto di vista sportivo i giochi erano talmente chiusi che tutti si sono dati una regolata e si è visto qualche bel gesto. Merita molto Kirienka che si è fatto il Colle delle Finestre da solo e non ha lasciato un centesimo di secondo a Rujano (alla fine s'è visto che insomma non è certo lui il Fuente degli anni 2000). A metà fra libro Cuore e il patetismo Tiralongo che vince a Macugnaga con l'imprimatur del Contador che certo non sarà stato molto apprezzato da Rodriguez che aveva fatto lavorare la squadra e pregustava la stoccata. Per il resto Nibali mostra di avere ancora problemi di recupero sui grandi sforzi delle tre settimane ed una scarsa capacità di fare alleanze; Scarponi, con un percorso a lui molto favorevole, fa il pieno ed arriva secondo ma mai una volta ha dato l'idea di poter infastidire Contador. Degli altri protagonisti non si salva forse nessuno se non il ciclocrossista Gadret ottimo quarto e vincitore di tappa a Castelfidardo, attaccante puro, uno dei pochi presenti al Giro. Qualche bello spunto, ma tropo isolato, da Nieve e Anton che cercavano probabilmente solo giorni di gloria. Alla fine strategico Garzelli che ha portato a casa la classifica degli scalatori e ha fallito la gran tappa dolomitica solo per pochissimo. Nibali dovrebbe studiarlo al fine di maturare quel pizzico di esperienza che lo farà davvero un buonissimo corridore.
A posteriori, questo percorso così esageratamente sbilanciato a favore degli scalatori non ha aumentato di certo lo spettacolo e ha indotto molti a correre in difesa; gli organizzatori faranno bene a tenerne conto.
Resta da attendere cosa deciderà il TAS di Losanna su Alberto Contador ma certo quello visto al Giro d'Italia è un corridore del livello di Merckx ed Hinault, un corridore in grado di vincere ovunque e comunque; non un cannibale ma un onnivoro dal cuore tenero.