Sinisa non c'è più

[Panzabianca]

Quest'altro ha vinto solo nella Lazio, e che foto va a postare?...

Mah. Forse so strano io.

[Frusta]

Avevamo sperato tutti.
Ora il dolore, quello vero che non passa mai, è della sua famiglia.
R.i.p.

[superaquila]

E vero che siamo nati per gioire, ma anche per soffrire. RIP

[Gasco luis veron]

Arrivederci al condottiero: e' stata la malattia a vincere e non Sinisa a perdere.

Sinisa, hai combattutto fino all' ultimo a testa alta con l' umilta' dei grandi contro una malattia piu' grande di te ma l' hai affrontata e gli hai reso la vita difficile (io, so' cosa significa).

- Rimarrai un grande calciatore.

- Rimarrai il tiratore di punizioni piu' forte della storia del calcio.

- Rimarrai un ottimo tecnico, secondo me inconpreso e poco fortunato (che avrei voluto un giorno qui da noi che e' la tua casa)

RIMARRAI PER SEMPRE UN GRANDE LAZIALE E UN GRANDE UOMO!

Condoglianze a tutta la tua famiglia.

[Fabio]

Quest'altro ha vinto solo nella Lazio, e che foto va a postare?...

Mah. Forse so strano io.

tranquillo la gazzetta on line non ci cita minimamente..

vabbè Sinisa era LAZIALE

RIP

[jegue98]

Ricordo le sue immagini in sala stampa quando dichiarò il suo male in lacrime, come se sapesse che la lotta sarebbe stata impari. Ma con la solita tigna, il coraggio e la dignità che lo hanno sempre contraddistinto disse che ce l'avrebbe fatta.
E ce l'ha fatta, non si è mai arreso, è stato sconfitto ma se ne è andato a testa alta.
Un privilegio averlo visto giocare, e un onore aver avuto la possibilità di scambiarci due chiacchiere in un paio di occasioni.

Arrivederci Guerriero!

[violator]

Sto cominciando ora a capire. Perché quando ho letto la notizia in realtà per me era solo una fila di parole, un messaggio che leggi ma non capisci.

Adesso invece metto insieme i tasselli. É andata. É finita. Niente più conferenze stampa, niente più incontri dove te lo ritrovi ad allenare l'avversario e lo stadio gli canta un coro perché è giusto così, niente più Sinisa che viene a vedere la Lazio perché figli e figlie sono laziali. Non lo vedremo più, e magari potremo illuderci che è scivolato fuori dal cono di luce dei riflettori come aveva fatto in questi ultimi mesi, e che è a casa, e si gode Violante. Invece temo che Violante non se lo ricorderà neppure, il nonno.

Rimangono, a lei come a noi, le immagini: a lei quelle del Sinisa privato, a noi quelle del Mihajlovic pubblico. Rimangono i suoi calci di punizione: a istinto io ne ricoravo due, quello contro la Fiorentina e quello, per me bellissimo ed emozionante, a Londra contro il Chelsea.

Ce ne sono stati molti di più negli anni che abbiamo passato insieme, e anche se non li ricordo nettamente so che sono lì: si sono fusi nella trama della nostra vita, così come accade con tutti gli episodi che riguardano persone a cui abbiamo voluto bene. Non li sapresti evocare, ma sai che sono lì, e lì resteranno sempre.

Addio Sinisa, grazie di tutto.

stessa sensazione dopo aver appreso la notizia, la rigettavo perché la mia mente era troppo legata a un uomo che per noi era come un super eroe, prima con la nostra maglia e poi nella vita e nel dolore.

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[ThomasDoll]

Ciao, Grande
Morte nel pomeriggio

[MCM]

"Prima della guerra per andare dai miei genitori dovevo fare 1,4 km, ma senza ponti eravamo costretti a un giro di 80 chilometri. Per mesi la gente ha sofferto ingiustamente. Bombe su ospedali, scuole, civili: tutto spazzato via, tanto non faceva differenza per gli americani. Come li giudico? Non li sopporto. Di loro ho ricordi terribili, incancellabili, inaccettabili. In Jugoslavia hanno lasciato solo morte e distruzione. Hanno bombardato il mio Paese, ci hanno ridotti a nulla. Prima hanno devastato e poi ci hanno abbandonati. Bambini e animali per anni sono nati con malformazioni genetiche, tutto per le bombe e l'uranio che ci hanno buttato addosso. Che devo pensare di loro?", Siniša Mihajlović.

[Goemon]

Sono sconvolto.
Ancora prima di essere un Campione era un Uomo e un guerriero.
A Dio Campione che la terra ti sia lieve.

[Er Matador]

Un idolo assoluto.
Per la personalità da uomo vero e libero, anche nei momenti meno felici.
Per le caratteristiche tecniche, compresa la particolare interpretazione di un ruolo cui si era adattato con grandi risultati.
Per il suo essere serbo fino al midollo, in un momento nel quale la Serbia evocava implicazioni drammaticamente non solo calcistiche.
Per chi ha vissuto intensamente quel periodo, un pezzo di vita che se ne va.
Giusto ricordare le sue magiche punizioni nella serata contro la Fiorentina, quando il profumo di scudetto lo si è respirato più che nel momento della vittoria, e a Stamford Bridge.
Ma mi piace ringraziarlo con un titolo di testa e uno di coda.
Il primo è il piazzato, neppure fra i più pregevoli sul piano tecnico, con cui firmò una sfida epica ed epocale: Stella Rossa-Bayern 2-2.
Partita leggendaria segnata da gol di dubbia fattura, dettati principalmente dagli errori di difese e portieri, che spianò agli allora jugoslavi la strada per la vittoriosa finale: e non contro un Bayern tecnicamente inferiore ma contro un avversario, l’orgoglio del Bayern, che non perde mai.
Il secondo, più che esaltato, mi ha commosso.
Perché non è legato all’apogeo della sua carriera, bensì a una fase di declino.
Che aveva portato Dino Zoff, al suo rientro quasi vincente nella stagione successiva al titolo, a blindare la difesa preferendogli Fernando Couto.
In cui le punizioni erano diventate per Siniša quello che le canzoni di un tempo erano per Battisti: non gli venivano più.
Addirittura si era tentato di aiutarlo con un calzino di lana, nell’illusione che il “piede freddo” sui piazzati andasse inteso nel senso più letterale.
Mi riferisco al preliminare di Champions League col Benfica, stagione 2003/’04, portato su un rassicurante punteggio all’inglese da Corradi e Fiore per poi complicarsi col gol di Simão Sabrosa.
Non c’è bisogno di spiegare cosa significassero una partecipazione alla CL in quel momento della stagione (e della vicenda societaria) o un doppio vantaggio, anziché un risicato 2-1, col vecchio regolamento in vista della gara di ritorno.
Proprio in quel momento, a dieci minuti dal termine, rispolverò improvvisamente una delle sue parabole da fermo: quella che cambiò l’inerzia del doppio confronto, trasformando la trasferta di Lisbona da potenziale psicodramma a pratica sbrigata senza troppi patemi.
In quel gesto tecnico, strappato con le unghie a una parabola discendente, c’è tutto.
La classe, la personalità che permette di essere decisivi quando conta davvero; ma anche la ribellione contro il destino, il rialzare improvvisamente la testa quando le cose si mettono male, il cuore oltre l’ostacolo.
Quella che rimane, o dovrebbe essere, l’essenza della Lazio.
Grazie di tutto, e che la terra ti sia lieve.

[Goemon]

Incredibile come in quella stagione che ci portò al preliminare di champions sbagliò 2 se non 3 rigori (uno contro la roma al 92esimo un altro contro il Parma, mi ricordo di un terzo ma non so quale) per poi prendere il pallone più pesante della stagione contro il Brescia e scagliandolo centrale con tanta di quella potenza da far scansare il povero Sereni.

[Frusta]

Sto pensando a mio padre ed alla tristezza che gli procurarono degli eroi del "suo" grande Torino quando se ne andarono tutti insieme.
Luciano, Tommaso, Mario, Giorgio, Pino, Sinisa... i miei se ne stanno andando uno alla volta.

[cartesio]

https://www.rollingstone.it/politica/attualita/quanto-poco-abbiamo-capito-sinisa-mihajlovic-spoiler-pochissimo/

[Matita]

https://fb.watch/hx7snQjAJR/

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[Orazio Scala]

Finalmente ho ritrovato il video della mattonata che tirò, da 36-38 metri, contro l'Anderlecht in CL nel 2001, col pallone ancora in fase ascendente che scassò la traversa. Ricordo che la seconda voce in telecronaca era Arrigo Sacchi, che esclamò basito "Io non ho mai visto una cosa del genere..."

(purtroppo la qualità del video è pessima)

Da 2:07 circa. A 2:30 due replay di qualità migliore.

[MCM]

Nostro per sempre!