Il documento è riservato e confidenziale. La Lega ha consegnato all’Associazione calciatori una bozza di accordo sul nuovo contratto collettivo, fortemente ispirata da Claudio Lotito e redatta da Michele Briamonte, l’avvocato della Juventus. Novanta pagine dattiloscritte che hanno fatto sobbalzare Sergio Campana. La sgradita sorpresa è alla voce infortuni e malattie: secondo l’accordo scaduto il 30 giugno scorso, una società poteva chiedere alla Camera arbitrale la risoluzione del contratto di un giocatore o il taglio dello stipendio sino al 50 per cento soltanto nel caso in cui il suddetto giocatore fosse rimasto fuori oltre sei mesi. I club intendono dimezzare questo lasso di tempo: bastano novanta giorni per mandare un calciatore a casa. Un punto, questo, che non era stato affrontato durante la lunga e complessa trattativa in Federcalcio. Nella bozza presentata alla controparte ci sono anche i due famosi punti sui quali il sindacato si è sempre opposto frontalmente: fuori rosa e l’obbligo di accettare un trasferimento a parità di condizioni. Sui fuori rosa la proposta è la seguente: una società è libera di organizzare gruppi separati di allenamento non inferiore a sei elementi. E se un giocatore rifiuta senza motivo il trasferimento ad un altro club che gli garantisce la stessa competitività e lo stesso ingaggio, la società in questione può chiedere la risoluzione del contratto o il taglio del cinquanta per cento dello stipendio. Forse un’intesa si può trovare sui diritti d’immagine dei giocatori, che le società pretendono di
sfruttare al cento per cento come già succede al Napoli e anche sul taglio del 30 per cento sia della parte fissa sia di quella variabile dello stipendio in caso di retrocessione in serie B. Ma l’accordo non è dietro l’angolo.
Anzi, è molto lontano e torna ad aleggiare il fantasma dello sciopero. Prima annunciato, poi sospeso. Oggi, negli uffici della Federazione, ci sarà l’ennesima riunione tecnica tra le due parti. Quella che potrebbe provocare
il terremoto. C’è tempo sino al 30 novembre per trovare un’intesa, ma se la Lega non farà alcun passo indietro, i giocatori potrebbero decidere di fermarsi anche prima. La base è pronta a sostenere il sindacato anche se ha capito che lo sciopero dei ricchi è impopolare. Ma dal loro punto di vista resta un’arma importante. Secondo l’Assocalciatori l’ipotetico accordo presentato dalla Lega tende ad allungare i tempi delle inadempienze e limita i diritti. La confindustria del pallone, dal canto suo, non è compatta. Perché se Lotito è un falco, ci sono anche le colombe: presidenti pronti a trattare e, magari, a rinunciare a qualche richiesta pur di chiudere una questione
della massima importanza sulla quale vigila la Federcalcio. Il confronto non si mette bene. E il fatto che i calciatori abbiano deciso di giocare nel giorno dell’Epifania non è né un segno di debolezza, né di distensione. Una scelta mirata. Perché in caso di sciopero anticipato, la Lega avrebbe puntato proprio su quella data per recuperare la giornata persa. (alessandro bocci)
Il calciatore si assicuri e non perdera' nulla. Poi dipende pure dall'infortunio , mica e' detto che va licenziato.
Ad esempio a Meghni gli si poteva dimezzare lo stipendio da gennaio a oggi , e se fosse stato assicurato , avrebbe percepito lo stesso quanto dovuto.