www.corrieredellosport.itdi Marco Ercole
In prima fila davanti alla Nord e poi alla telecamere, per spiegare il nuovo ko della squadra con il Genoa. Potrebbe arrivare il famoso rinnovo? ROMA - È Luis Alberto diverso, più maturo e consapevole. E tutta la Lazio si sta aggrappando a lui. La nuova versione dello spagnolo, quella chiamata a dare una risposta dopo l'ammutinamento estivo, in fondo prevede anche una responsabilizzazione maggiore, un'ascesa del suo ruolo non solo sul terreno di gioco, ma pure all'interno dello spogliatoio. Quello a cui ha dovuto chiedere scusa a seguito della "luisalbertata" pre-amichevole a Birmingham con l'Aston Villa, quando ha deciso di non presentarsi per via di un prolungamento di contratto (con relativo adeguamento) non ancora perfezionato. Pur sottolineando il suo punto di vista, in quell'occasione aveva dato la sua parola ai compagni che avrebbe messo l'ego da parte, mettendosi al servizio della squadra come sempre, per il bene collettivo. Che è stato chiamato a rappresentare dopo la seconda sconfitta consecutiva in altrettante gare di campionato, quella con il Genoa allo Stadio Olimpico.
La responsabilità di Luis Alberto
Un ko che ha generato malumori e una contestazione al termine dell'incontro, con i sostenitori biancocelesti che hanno invitato a gran voce la squadra a tirare fuori gli attributi. E in quel momento, con tutti i giocatori schierati di fronte alla Curva Nord, il Mago era in prima fila, consapevole che quello sfogo fosse comprensibile e al tempo stesso aperto al confronto. È quello che ha spiegato pure successivamente, quando si è presentato di fronte alle telecamere per dare una spiegazione pubblica e metterci la faccia, proprio come era accaduto a Lecce con il capitano, Ciro Immobile. Stavolta è toccato a lui, che non si è tirato indietro, ma ha preso in mano la situazione cercando di analizzare con lucidità gli errori e tracciare una via per uscire da questa situazione inaspettatamente complicata: «Abbiamo fatto un disastro, tutti. Anche se questa sconfitta è stata diversa rispetto a quella a Lecce, dove abbiamo fatto molto peggio. Ne siamo consapevoli, ma non possiamo cadere in depressione, perché tra poco arriva anche la Champions e adesso c'è il Napoli. Sappiamo che sia difficile, ma ci abbiamo vinto l’anno scorso. Dobbiamo fare una partita perfetta. Può essere un punto per iniziare con una buona mentalità e prendere fiducia. Personalmente credo in questa squadra. Saremo la Lazio dell’anno scorso e di quei 3-4 mesi in cui abbiamo fatto benissimo».
Un ruolo da leader
Molti di questi buoni propositi sono per forza di cose legati a lui, che dopo l'addio di Milinkovic è entrato ancora di più al centro del progetto di Sarri. In queste prime due gare è stato uno dei pochi a salvarsi, offrendo anche un assist delizioso a Immobile a Lecce. Ma non è stato sufficiente, serve molto di più per far uscire la squadra biancoceleste da questa mini-crisi di inizio stagione. Occorre che gli uomini di maggiore qualità come lui indichino a tutti i compagni la strada da seguire, che facciano la differenza e rendano tutto un po' più semplice. Luis Alberto ci sta provando, ha cambiato totalmente atteggiamento rispetto a quanto accaduto tra la fine del ritiro di Auronzo di Cadore e la partenza per l'amichevole a Birmingham, quando i "mal di pancia" lo avevano portato sulla strada sbagliata. Nel chiarimento che c'è stato tra lui e Lotito, quest'ultimo aveva rimandato a data da destinarsi il rinnovo, per valutare prima il suo comportamento. Se questa è la risposta dello spagnolo, è probabile che presto arrivi una telefonata.