www.LaLazioSiamoNoi.itNon c’è fine all’idiozia. Ancora una volta il nome di Vincenzo Paparelli è stato infangato da chi ha rispetto per la memoria e il dolore della sua famiglia. Il ricordo del tifoso della Lazio è stato oggetto dell’ennesima scritta vergognosa con cui è stato imbrattato un muro della Capitale, per mano dei tifosi giallorossi. Il riferimento è alla finale di Europa League persa dalla Roma contro il Siviglia, a Budapest. “31/5, se tirava Tzigano era centro assicurato” è il messaggio col nome di chi ha lanciato il razzo in quel derby del 1979. Ai microfoni di Notizie.com, il figlio Gabriele ha spiegato: “L’ho vista purtroppo, stiamo cercando di intercettarla per rimuoverla. Si sono mosse un po’ di persone per capire dove sia. Non ho più parole, sono due giorni che mi sta arrivando di tutto sui social, addirittura la bara di mio padre. Cose che non riesco a capire come si possano solo pensare. Avrò ricevuto una quindicina di messaggi e insulti vari sui social, in più è uscita questa scritta stamattina, è la ciliegina sulla torta. Da 48 anni mio padre non riesce a riposare in pace. Ci sono delle forme di rispetto che non andrebbero mai oltrepassate. A Roma è bello lo sfottò, ci campiamo con questo. Però insultare un morto non è più sfottò, è qualcosa che va oltre l’essere normali”.
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