www.corrieredellosport.itLeggi il commento alla sfida Lazio-Juvedi Alberto Polverosi
Durante l’ultimo Napoli-Lazio 0-1 ci è tornata in mente una partita di qualche anno prima di Champions League, marzo 2016, ottavi di finale a Monaco di Baviera, Bayern-Juventus 4-2, Guardiola sulla panchina dei bavaresi, Allegri su quella dei bianconeri. Dopo il 2-2 dell’andata, la Juventus al 90' stava vincendo 2-1, poi Evra perse sciaguratamente una palla in uscita, al 91' pareggiò Müller e ai supplementari il Bayern riuscì a battere la Juve eliminandola. Fu un grande spavento per Pep. Allegri lo aveva messo sotto col suo marchio, difesa attenta, organizzata, senza un errore di posizione, e ripartenza micidiale con Cuadrado e Morata. E, tanto per dire, nei supplementari il Bayern vinse con pallonate che arrivavano in area juventina, non col possesso palla.
Il Sarri che non ti aspetti
La Lazio al Maradona ha vinto così, Sarri ha dimostrato che il calcio non è uno solo, che si può vincere senza dominare ma sfruttando le qualità dei propri giocatori.. Cinque vittorie per 1-0 in questo campionato, firmate Maurizio Sarri. Nello stesso modo Allegri ha vinto degli scudetti con la Juventus. Un tempo li avremmo descritti agli antipodi, uno a Nord, l’altro a Sud, uno con la palla, l’altro senza palla, adesso non è più così. La Lazio ha vinto 5 delle ultime 6 partite (un solo pareggio col Bologna), ha segnato poco ma non ha preso un gol: 7-0 il parziale.
Il rischio Aglianese-Sangiovannese
È mancato a lungo Immobile, magari con lui qualche rete in più sarebbe arrivata, ma a Sarri va bene anche così. Con questo passo è salito al secondo posto in classifica e, anche senza la penalizzazione della Juventus, sarebbe sul podio della Serie A. Sottile la battuta di Allegri sul suo corregionale: «Sarri è tornato all’inizio, quando si contraddistingueva soprattutto per le sue grandi difese. Ora la Lazio ha la miglior difesa del campionato ed è molto più solida di qualche mese fa». Attimo di riflessione, col sorrisetto da livornese, prima di farsi mettere ko dall’influenza: «Non vorrei che venisse fuori una partita come Aglianese-Sangiovannese (Max e Maurizio sulle due panchine in Serie C molti anni fa, ndr), finì 0-0 con zero tiri in porta». È un peccato che stasera non si possano abbracciare e nemmeno sfottere.
Allegri e Sarri, gli italianisti
Ora che Sarri si è un po’...allegrizzato (ma nessuno pensi a un passo definitivo, al salto della trincea o al salto in trincea), ci sono altri aspetti che legano i due toscani. Sono stati gli ultimi due allenatori esonerati (più o meno consensualmente) dalla Juventus dopo aver vinto uno scudetto. A suo modo, anche questo può essere un record. Ma c’è soprattutto un dato, diciamo proprio una linea di pensiero che li accomuna: sono due italianisti perché prediligono i giocatori italiani. Lazio-Juventus di stasera è la partita ideale per Roberto Mancini, che avrà una dozzina di giocatori da osservare dal vivo, Provedel, Casale, Romagnoli, Cataldi, Immobile, Zaccagni sul fronte laziale, Gatti, De Sciglio, Fagioli e Locatelli su quello juventino e, dall’inizio o a gara in corso, Lazzari e Cancellieri, Miretti e Chiesa. In Serie A succede di rado. Lazio-Juve vale anche per la Nazionale e questa è già una consolazione.