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Roma Il nuovo Anderson è tornato a essere finalmente decisivo: una rete d'autore, con un gran destro d'esterno da fuori, e il rigore del 2-1 procurato con uno spunto imprendibile. Il brasiliano, piano piano, si sta riprendendo quel ruolo che aveva avuto un paio di stagioni fa, incantando le platee del campionato. E' cresciuto mentalmente, si applica meglio tatticamente e ha accettato, con impegno e abnegazione, le nuove consegne che gli ha imposto l'allenatore Inzaghi. Ora il talentuoso attaccante è pronto a sacrificarsi in copertura, cercando di coprire l'intera fascia destra per limitare le avanzate degli esterni avversari. Un lavoro che lo priva di lucidità, quando è chiamato a offendere, ma che completa la quadratura organizzativa della squadra. Le sue qualità risplendono ovviamente quando naviga dalla metà campo in avanti però la volontà, con la quale si sacrifica, è davvero encomiabile. Fisicamente spende tanto, perché è costretto a correre più di prima, perde qualcosa in attacco ma sta comunque interpretando il nuovo ruolo con positività. Da applausi la prodezza con la quale sblocca il risultato, mortifero lo scatto sul quale Burdisso commette il fallo da rigore che restituisce alla Lazio il vantaggio appena annullato dal Genoa. I maggiori progressi li sta compiendo a livello mentale: ora è un calciatore che accusa meno pause e che incide con maggiore efficacia nella partita. E' questo l'Anderson che può far volare la Lazio ancora più in alto in classifica: Inzaghi ne è convinto e anche i tifosi ci credono.
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