www.corrieredellosport.itLeggi l'editoriale del caporedattore del Corriere dello Sport-Stadiodi Alberto Dalla Palma
Sotto la Nord si celebra la festa più bella. Zaccagni scavalca le barriere e si getta tra le braccia dei tifosi, Luis Alberto balla con i suoi figli esibendo una lazialità che in troppi non gli riconoscono, Immobile salta così in alto che si dimentica di avere ancora qualche muscolo malconcio, Luca Pellegrini tira fuori la gioia ultrà che porta nel cuore e in tribuna, che sorride sempre con la sua consueta eleganza, c’è Sven Goran Eriksson, uno scudetto e sette coppe in soli tre anni. Non ci poteva essere una notte più coinvolgente per i tifosi, per uno stadio incantevole per quanto è bianco e celeste, per una bolgia che si tramanda di padre in figlio quando la Roma perde. Se poi perde contro la Lazio per loro è ancora più intrigante e da quando c’è Mou è già accaduto tre volte su quattro, due su due in questo campionato: lo ha rivelato Luis Alberto dopo la partita che le parole di José successive all’eliminazione dei suoi rivali dalla Conference contro l’Az hanno avuto il potere di compattare la squadra, di aiutarla a risollevarsi, di farle trovare anche stimoli sconosciuti, perché l’oltraggio era stato troppo umiliante per passare inosservato.
La vittoria del cuore
È stata la vittoria del cuore, della determinazione, dell’organizzazione che Sarri ha dato alla squadra con una pazienza maniacale. Ci sono momenti in cui vorresti imprecare perché la palla torna sempre indietro, in realtà è un possesso che nasconde sempre una giocata improvvisa, che può diventare vincente anche se ti sei dimenticato di comprare un centravanti di riserva. E giocare senza Immobile, per la Lazio, è come salire sulla cima del Tourmalet senza le gomme daneve. Un motivo di riflessione per il club in vista della prossima stagione, soprattutto se arriverà la qualificazione Champions: bisogna che Lotito e i suoi collaboratori ascoltino il loro allenatore e investano soldi su giocatori utili alla causa e non su scommesse quasi sempre perdenti, in modo che la Lazio non partecipi soltanto al campionato ma anche alle Coppe. E qui, adesso, possiamo dire che rispetto all’Inter, alla Juve e alla Roma i biancocelesti avranno il vantaggio del riposo e dell’applicazione al lavoro durante la settimana: proprio le condizioni che predilige Sarri, al quale viaggiare e giocare tra il martedì e il giovedì non piace proprio. Ma entrando in Champions dovrà farlo: il senatore Lotito faccia un mercato di grande livello se il tecnico dovesse consegnargli un piazzamento che vale, in partenza, tra i trenta e i cinquanta milioni, e provi a fare un salto di qualità perché il popolo biancoceleste se lo merita.
Lampo Zaccagni
Il lampo di Zaccagni è stato letale per la Roma, che stava soffrendo dal primo istante le incursioni dell’esterno di Sarri, il numero uno nella difesa del pallone con il difensore alle spalle e nello spunto successivo. Se oggi non andrà in Nazionale, è soltanto perché Mancini non ha gradito i suoi atteggiamenti in occasione delle precedenti convocazioni, esattamente come è accaduto con Zaniolo: ci vorrà tempo per riconquistare la maglia azzurra, ma se l’ex veronese continuerà a giocare su questi livelli prima o poi rientrerà nel gruppo dove si ripresenterà dopo molto tempo anche Romagnoli, rimasto fuori per scelta tecnica e non per altre cause.
Consigli per il ct Mancini
Se il ct va in cerca di italiani titolari, nella Lazio può trovare anche Casale, uno dei grandi protagonisti dei 16 clean sheet della stagione. Proprio per questa capacità di difendere, se avesse avuto un altro attaccante di ruolo con cui sostituire ogni tanto Immobile, è probabile che Sarri oggi sarebbe ancora più in alto e, forse, anche in una delle due Coppe da cui è stato eliminato dopo grandi delusioni.
Di Padre in Figlio
Dietro al Napoli, all’improvviso, è spuntata proprio la Lazio, l’ultima squadra che ha battuto Spalletti nonostante una differenza di organico quasi imbarazzante. Faccia tesoro, Lotito, di queste indicazioni per iniziare a pensare in grande. E se ha bisogno di un’altra spinta, ripensi a questa notte e all’amore di un popolo che ha inventato una festa unica nel suo genere: la Lazio di Padre in Figlio.