Il Messaggero
Danilo si illumina d'azzurroROMA Di sole e d'azzurro. Con l'Under 21 per Cataldi né un mugugno né un sussurro. Di Biagio gli dona la fascia da capitano, lui se la stritola al braccio. Gigi lo considera un leader, lui non sente il peso. Il ct lo mette in regia, lui fa girare l'Italia. E pensare che Inzaghi a Udine gli aveva tolto la cinepresa: filmino interrotto all'Olimpico con l'Empoli. Fuori di nuovo Biglia, ecco la mossa Parolo playmaker. Danilo non se l'aspettava, a caldo l'aveva presa davvero male. In Nazionale se n'è già fatto una ragione. Deluso sì, furioso no. Cataldi ora sogna di riprendersela con l'Italia, la sua Lazio. Non chiamatelo capitan futuro biancoceleste, porta sfiga. Ma un giorno Danilo gonfierà il bicipite e non sarà solo una toppa. E' rimasto a Formello perché si sente a casa. Non s'è mosso da Roma perché ha la forza di lottare ancora. Col Bologna spera d'avere una nuova chance, non è caduto in depressione.
MATCH
In questi giorni di ritiro si è confrontato a lungo con Di Biagio, ha trovato il lato positivo di queste prime sette giornate di campionato: comunque 4 presenze, un gol e un assist. Quasi inaspettati dopo il discorso d'Inzaghi ad Auronzo. Simoncino aveva parlato chiaro a lui e Milinkovic: «I titolari sono Lulic, Biglia e Parolo, voi dovete conquistarvi il posto». Sergej però in campo 7 volte su 7 in quest'avvio, per Danilo la maglia sembra molto più larga. A Udine 90' in panchina, addirittura l'esordio di Leitner nel finale. Per 3 miseri minuti, però, in segno di rispetto per Danilo. Dunque, meglio così.
Non ha fiatato, Cataldi. Si è persino complimentato coi compagni e col mister. Alla luce del risultato e del gioco, nemmeno una grinza. Anzi, Danilo promuove quella Lazio, ma è certo di poterla manovrare anche lui. Così manda segnali dall'Under 21: giovedì, schierato in regia nell'amichevole contro il Racing Club, guida e segna dalla mattonella. La stessa dove aveva incantato i laziali contro il Pescara, prima di tornare a spegnersi pian piano a San Siro. In Nazionale il centrocampista riaccende lo sguardo, fissa il passato per prendersi il futuro. Di fronte gli occhi vigili dell'ex capitan Mauri, che si allena con Giannichedda: «Cataldi migliora tantissimo. Mi dispiace che stia giocando poco, ma queste sono scelte che spettano all'allenatore - spiega Stefano - e lui che sa chi è in forma. Sono sicuro che prima o poi arriverà il suo momento, ha delle grandi qualità, diventerà un grande giocatore. Può fare sia la mezz'ala che il regista. Dipende dagli avversari. Contro di me ha giocato davanti alla difesa e ha fatto bene, segnando anche su punizione».
PROVE
Non a caso è il secondo tiratore scelto da Inzaghi, ma mica è facile essere il sostituto di Biglia. E' una responsabilità immensa, figuriamoci per uno nato e cresciuto mezz'ala. Era stato Tare in estate a eleggerlo vice-Biglia, Danilo - tramite il manager De Fanti - aveva dato la propria disponibilità a malincuore «pur di giocare nella Lazio». La società non aveva alcuna intenzione di pescare un altro regista sul mercato. Bene col Pescara, già meno con Milan ed Empoli. Perché Cataldi è nato per correre e calciare. Adesso però sta studiando anche in Nazionale per impostare: ulteriori prove ufficiali martedì con la Lituania per chiudere la qualificazione ai prossimi Europei. Insomma, non sarà nelle sue corde, ma anche per quel ruolo adesso Cataldi morde: vuole restare a Roma, a casa. A giugno si sposerà con Elisa. Per Elisa Paghi sempre tu e non ti lamenti.
Alberto Abbate