3 luglio 2012
Volfango Patarca, scopritore del 12enne Gianmarco Nesta, predice un futuro luminoso al ragazzino, nipote di Alessandro, che quest'anno vestirà il giallorosso.
Un Nesta alla Roma. Sembra una barzelletta, ed invece è pura realtà. Trattasi del dodicenne Gianmarco, nipote dell'Alessandro un tempo colonna della Lazio, che quest'anno vestirà la maglia giallorossa. Tutto merito di Volfango Patarca, suo scopritore e per anni responsabile del settore giovanile biancoceleste. Anche qui, strani incroci da derby.
Con Gianmarco, dice, la Lazio ha fatto "un errore, perchè il ragazzino (che è tifoso milanista, ndr) si farà - le parole di Patarca al Corriere dello Sport - L'ho visto crescere e ancora non so dire se sia destro o mancino. Calcia con una coordinazione straordinaria, è un attaccante esterno veloce e resistente. E negli allenamenti ha la rabbia dei grandi".
Lo zio non è riuscito a trasmettergli la passione per il ruolo di difensore: "No, non ce l’ha fatta. Il piccolo ha il dribbling di Di Canio e il tiro di Di Vaio. E non ho fatto due nomi a caso, avendoli allenati alla stessa età di Gianmarco. Ma lui può diventare più forte. Quanto al Nesta senior, gli va riconosciuto di non essersi mai intromesso. Salvo averlo portato una volta a Milanello: mi tornò con i giochi di prestigio di Ronaldinho, in pochi giorni era riuscito a fare suoi un paio di numeri strabilianti".
Patarca ha lavorato molto sul ragazzo, un vero talento naturale: "L'ho abituato a stare sempre con il pallone fra i piedi, un metodo che ad un certo punto in Italia sembrava stesse andando in disuso. Del resto Liedholm diceva che i campioni li riconosci dal rumore che fanno quando toccano la sfera, vale lo stesso per i più piccini".
Alla Roma, con un esperto del ramo come Bruno Conti, "è in ottime mani. La scelta dei giallorossi mi rende orgoglioso, loro hanno sempre fatto un ottimo lavoro con il settore giovanile, ma recandomi a Trigoria ho notato che con il cambio di proprietà si è dato nuovo impulso al settore".
Dalla Lazio, racconta, non si è fatto sentire nessuno: "Gianmarco giocava con me, nella Pro Calcio Sabina, la squadra di Fernando Nesta (il fratello di Alessandro, ndr). Lo portai l’estate scorsa a Soriano nel Cimino, per uno stage organizzato dai biancocelesti, che evidentemente non hanno creduto in lui. Ho perfino chiamato la Lazio, ma non sono mai riuscito a mettermi in contatto e nessuno mi ha mai richiamato. Del resto io per loro sembra che non esista più, dopo venticinque anni di servizio...".
Con i biancocelesti, par di capire, l'addio è stato a dir poco traumatico: "Fareste meglio a chiedere al presidente. Con Cragnotti portammo avanti alla grande il settore giovanile, da Nesta a Di Vaio, non si contano i ragazzi che abbiamo lanciato. Il mio allontanamento, nel 2004, ha dell’assurdo".
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Secchiate di merda che alimentano quotidianamente il malcontento.
Naturalmente, oggi nessuno dedica due parole, magari per scusarsi con la Lazio, al fatto che Gian Marco Nesta è stato svincolato (leggi: mollato) dall'asroma.