http://www.iltempo.itIl nuovo modulo più offensivo ha esaltato a Udine Keita, Immobile e Felipe Anderson Non chiamatelo Inzaghino, il paragone in panchina con il fratello Pippo non regge più. L’Udinese l’ha battuta grazie all’intelligenza tattica, ha cambiato modulo e creato una squadra camaleontica, ha raggiunto il terzo posto in classifica al termine di una notte magica. Tante critiche e pochi complimenti ricevuti, il tecnico di Piacenza s’era sfogato venerdì in conferenza stampa, aveva chiesto a gran voce la seconda vittoria consecutiva. Tre gol in scioltezza e Iachini spedito in piena crisi, i biancocelesti hanno raccolto tredici punti, ora la sosta servirà per recuperare qualche giocatore dall’infermeria. Ma intanto Inzaghi si gode l’intuizione vincente, ha trasformato la spogliatoio all’improvviso, ha permesso a Keita e Felipe Anderson di muoversi in libertà. I numeri sono tanti e quasi tutti positivi, le statistiche parlano chiaro, la Lazio per esempio ha già mandato in gol 9 giocatori. E poi le reti di testa (6 su 11 totali), un tabù spazzato via soltanto in extremis con il contributo e la forza fisica di alcuni elementi (Milinkovic Savic su tutti). Senza dimenticare che finalmente s’è sbloccato Ciro Immobile, quattro volte a segno dopo appena sette giornate di campionato, all’ex Toro non era mai accaduto prima. L’allenatore continuerà a lavorare sul 4-1-4-1, ma non scarterà mai la difesa a 3, il modulo della Lazio dipenderà spesso dall’avversario: «Indipendentemente del modulo avremmo vinto – ha spiegato Inzaghi a fine partita - perché i ragazzi l’hanno preparata bene e volevano fortemente portare a casa i 3 punti. Le mie scelte sono state anche in base alla partita dell’Udinese con la Fiorentina. Ho deciso di mettermi a 4 dietro, anche se sono giovani ho calciatori maturi. Sono consapevoli delle loro doti e si sono messi a disposizione».
Ottima anche la riscoperta di Parolo in regia, l’assenza di Biglia non ha pesato, l’esclusione di Cataldi s’è rivelata giusta: «Ha fatto un’ottima gara, l’avevo già provato l’anno scorso, gli ultimi 3-4 giorni di allenamento l’ho ritestato in quel ruolo. Ha grande esperienza e ha disputato un match importante». È soprattutto però la Lazio dei giovani, la linea verde non si ferma, il mister li ha lanciati praticamente tutti. Ha ottenuto risposte positive da Hoedt, Lukaku, Lombardi, Patric, Strakosha e Leitner, entrato a pochi minuti dallo scadere con lo spirito giusto. Entusiasmo e soddisfazione, Inzaghi s’è detto orgoglioso del gruppo che allena: «Avevamo tanti ragazzi dal ’93 in giù. Mi piace far giocare i giovani, non sto regalando nulla. Sono rimasto soddisfatto perché ho visto in campo quello che ho provato durante la settimana». E poi Keita e Felipe Anderson, predestinati biancocelesti con una missione ben precisa, far volare la Lazio. Il tecnico ha speso parole al miele per il senegalese: «Lui si è recuperato da solo, ci ha dato dentro allenandosi bene. Si sta meritando queste soddisfazioni, sono contento per lui e per tutta la squadra».
Alla ripresa del campionato arriverà all’Olimpico il Bologna di Donadoni (senza gli squalificati Gastaldello e Dzemaili), Inzaghi questa settimana perderà diversi giocatori impegnati con le rispettive selezioni. A Formello ne resteranno veramente pochi, l’obiettivo principale è recuperare almeno Basta e Marchetti dall’infermeria. Entrambi sono alle prese con una lesione al polpaccio, tra dieci giorni dovrebbero tornare in gruppo, le sensazioni sono positive. Tempi decisamente più lunghi per Biglia e Bastos. Il capitano resterà fermo per altri 40 giorni a causa di uno stiramento di secondo grado al polpaccio sinistro, potrebbe rientrare a disposizione per la gara del 20 novembre contro il Genoa. Tempi simili per il difensore angolano, out anche lui per un problema al flessore della coscia destra. La Lazio intanto incrocia le dita per Stefan De Vrij, convocato dall’Olanda a distanza di un anno dall’infortunio al ginocchio. Il difensore centrale giocherà le sfida contro Bielorussia e Francia. La società si augura che il ragazzo venga gestito nel miglior modo possibile.