www.cittaceleste.itIl centrocampista è tornato quello della prima stagione biancoceleste, adesso deve confermarsidalla Redazione
ROMA – L’Europeo gli ha ridonato linfa, Parolo addirittura meglio di Biglia nella sfida con la Juve. Adesso Marco è un pilastro portante anche della Nazionale di Ventura. Al San Nicola di Bari, intervistato da circa 50 bambini delle scuole calcio locali, il centrocampista biancoceleste torna a raccontare la sua storia: “Ho iniziato a 6 anni e mezzo. Ho dato i miei primi calci insieme agli amici e poi non ho mai smesso. Il momento più difficile della mia carriera? E’ stato quando ero in Serie C. Avevo 22 anni, non avevo giocato tanto e facevo fatica a trovare squadra. Ma avevo vicino tante persone che mi incoraggiavano a crederci sempre, a tirar fuori quel carattere che, non pensi di avere, ma che esce proprio in queste situazioni”. Parolo è uomo di fiducia di ogni mister passato per la sua strada: “Quello che dice l’allenatore è la legge del campo. Per far andare d’accordo 22 teste una diversa dall’altra ci vuole uno che sappia guidare. Il rapporto deve essere basato sul massimo rispetto”
RETE! – Quest’anno dovrà tornare a macinare reti come nella sua prima annata biancoceleste. Parolo non vede l’ora di segnare: “Cosa si prova dopo un gol? Hai 30 secondi di estasi dove non capisci niente! Vedi tutti i compagni che ti vengono incontro e quando, poi, ti rivedi ti chiedi: “Ma che esultanza ho fatto? (ride, ndr)”. Sei in trance agonistica, in quel momento sei uno degli uomini più felici al mondo”.
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