Autore Topic: Lazio, si è aperta la prima vera crisi di Sarri  (Letto 227 volte)

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Lazio, si è aperta la prima vera crisi di Sarri
« : Lunedì 9 Gennaio 2023, 09:02:32 »
www.corrieredellosport.it



di Alberto Dalla Palma

Il gol di Marin a pochi secondi dalla fine ha ufficialmente aperto la prima vera crisi della Lazio di Sarri, rovinandole il compleanno e forse anche l’immediato futuro. I numeri, impietosi ma inequivocabili, raccontano di un gruppo che ha perso la propria identità alla fine di ottobre, al di là dello sfortunato pareggio contro l’Empoli, incapace di entrare nell’area di rigore biancoceleste fino al gol di Caputo, cioè solo all’83’ minuto. Prima, lo zero assoluto; dopo, l’inferno. I ragazzini di Zanetti stavano mettendo sotto pressione una squadra che per un calcio piazzato e sul 2-0 si era catapultata in attacco lasciando tutto il campo scoperto e favorendo, appunto, il micidiale contropiede che avrebbe successivamente aperto la strada ad un clamoroso 2-2 finale. Nessuno tra i tecnici in panchina e i giocatori si è preoccupato di segnalare la dabbenaggine di riempire gli ultimi venti metri della zona d’attacco a pochi minuti dalla fine e con due gol di vantaggio: sarebbe bastata un po’ di attenzione e sulla palla persa da Immobile non sarebbe successo proprio niente. Si riferisce a questo quando Sarri parla con insistenza, anche fin troppo ossessiva, che il problema è esclusivamente mentale? E quello fisico, dopo le prove di Lecce e dell’Olimpico, verrà mai affrontato?La Lazio si era già spenta prima del Mondiale e non si è ancora riaccesa dopo quasi due mesi di sosta: le condizioni di uomini decisivi come Milinkovic, Vecino, Immobile e Pedro sono preoccupanti, soprattutto considerando che siamo entrati nel periodo più intenso della stagione, in cui si gioca ogni tre giorni.

È bastato togliere tre titolarissimi come Lazzari, Cataldi e Zaccagni (ma erano sostituzioni proprio necessarie, sul 2-0?) e la Lazio si è spenta favorendo la crescita di un Empoli che non finisce di stupire considerando che Zanetti si affida a giovanissimi come Baldanzi, Fazzini, Satriano, Cambiaghi e Parisi. Parliamo di prima vera crisi della gestione Sarri perché il tecnico l’anno scorso aveva ereditato una squadra che non gli apparteneva, mentre questa l’ha costruita insieme ai dirigenti dando via libera anche ad acquisti - tra gli altri - dal costo elevatissimo come quelli di Maximiano, Gila e Marcos Antonio ma dal rendimento assolutamente insufficiente, d’altronde come i due presi a parametro zero, Hysaj e Vecino. E così, dal 30 ottobre scorso, a parte lo scintillante successo nel derby contro Mou che sembrava aver acceso le ambizioni di alta classifica, la squadra biancoceleste ha conquistato solo 7 punti, di cui uno tra Salernitana, Lecce ed Empoli. Non solo: è anche uscita da un girone di Europa League assai modesto, scendendo in Conference.Gli elementi per stabilire che la situazione è preoccupante ci sono, soprattutto perché sembra difficile trovare una via d’uscita: Sarri è solo, e probabilmente si è isolato anche per scelta, Lotito fa il senatore a tempo pieno, il ds Tare non ha più il potere di una volta e la squadra, dall’addio di Peruzzi, non ha più un referente con cui interloquire. Pensare alla Champions, in queste condizioni, ci sembra davvero inopportuno a meno che non venga migliorata una rosa che non sembra all’altezza di quelle delle rivali della Lazio. Ma anche su questo fronte c’è un problema insormontabile: la cassa è completamente vuota.


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