Cosa leggete ? (rubrica letteraria)

[cartesio]

Da leggere se si vuole avere un'idea di come viva un insegnante negli USA.

[Sledgehammer]

dopo un po' di Welsh

[Ceres]

Il libro di Aldo Cazzullo, La Guerra dei nostri nonni.

Sulla Prima Guerra Mondiale.

Terribile, vero.

[Giglic]

Bel libro. Tutti i dubbi e "la voglia" di credere squadernati in un linguaggio che nostra letteratura si sogna. Bravo Carrere e bellissima la traduzione.

[ThomasDoll]

sto facendo un mischione, pilluccando qua e là. Iersera Montale e Pasolini

[AlenBoksic]

Il primo circumnavigatore.
Un'epopea dimenticata, poco conosciuta, rimossa descritta in stile mirabile e appassionante da uno dei maggiori narratori del primo '900 che riesce quasi a portarci su quelle navi che affrontavano l'ignoto.
Un racconto che fa anche venire il rigetto verso l'espressione "ha fatto un'impresa" oggi in voga per biscarate che neanche avvicinano lontanamente il vissuto quotidiano di questi viaggiatori.
Un dato su tutti: quando trovarono il passaggio - che neanche si sapeva esistesse  - ed entrarono nell'Oceano ribattezzato da Magellano Pacifico, navigarono per la bellezza di tre mesi e 20 giorni.

[giamma]

Da leggere se si vuole avere un'idea di come viva un insegnante negli USA.

Frank Mc Court è l'autore dello splendido "Le ceneri di Angela" romanzo autobiografico da cui l'omonimo film di Alan Parker (capolavoro anch'esso).

[Frusta]

 

[Wild Bill Kelso]

Il libro di Aldo Cazzullo, La Guerra dei nostri nonni.

Sulla Prima Guerra Mondiale.

Terribile, vero.

Letto in due giorni, due! Bellissimo!

[Wild Bill Kelso]

Stando a letto crepato e fracico dall'influenza, mi sono sparato in pochissimo tempo HHhH acronimo di Himmlers Hirn heißt Heydrich, che per chi come me non mastica il tedesco significa Il Cervello di Himmler si chiama Heydrich.

Un libro avvincente che narra la storia dei due eroi cecoslovacchi che vennero paracadutati dalla Royal Air Force nei dintorni di Praga nell'Aprile del 1942 per organizzare e portare a complimento l'omicidio del maiale, della bestia bionda, di colui che mesi in moto la macchina che portò allo sterminio del popolo ebraico in Europa.

Di Laurent Binet, edizioni Einaudi, costa 12,5 €.

DA NON PERDERE

[cipollone]

Grande scoperta, Eugenides. Libro ben scritto, brillante, a tratti ironico, appassionante.

[Frusta]

Stamattina, indeciso fra il darmi una martellata sui coglioni
             o (ri)leggermi il romanzo di cui sotto,

           ho (incautamente) scelto la seconda opzione.


                     Mesà che era meglio la prima 

[AlenBoksic]

Costa un botto ma li vale.
Un libro che rispolvera la tradizione Einaudi dei vari De Felice e Carr con un'opera dalle fonti innumerevoli.
Un libro per aficionados, ma di facile e godibile degustazione anche per i non avvezzi della materia che, parafrasando un noto incipit, potremmo dire canta le donne, i cavallier, l'arme, gli amori, le cortesie, l'audaci imprese dell'unico uomo che seppe sconfiggere sia Hitler che Stalin,
narrandone anche diversi aneddoti come quando incenerì Brèžnev - che aveva chiesto l'allontanamento di uno jugoslavo "servo dell'imperialismo" - togliendoli la sigaretta di bocca e spegnendola per terra:"Tu, bue! Qui non siamo in Cecoslovacchia e io non sono Dubček".
Il libro non indulge in sconti nel tratteggiare la sua bulimia di potere, il lusso eccessivo e lo sfarzo di cui circondava se stesso e la sua corte (anch'essa mirabilmente tratteggiata) e nel descrivere le scelte errate o crudeli,
ma mostra anche l'enorme capacità che ebbe di tenere in bilico tra i due blocchi la sua costruzione nonostante essa fosse attaccata da ogni parte, facendola assurgere ad un ruolo internazionale ben superiore alla forza economica che aveva.
Primo leader comunista ricevuto in Vaticano (dove se ne apprezzavano le doti diplomatiche), oggetto di venerazione nel terzomondo, amava ripetere un detto popolare
«Nella moschea ci sono stato, ma non mi sono mai genuflesso» che, a detta dell'autore Jože Pirjevec (sloveno triestino), ne descrive benissimo il carattere.
Ai suoi funerali vi erano i leader di quasi ogni paese del mondo (esclusi Cile, Israele, Sudafrica e un'altra decina forse).
“Una folla immensa attese il giorno e la notte per vederne la bara [...] Con i grandi della terra c’erano i comunisti, i socialisti, i movimenti di liberazione di ogni parte del mondo. [...] Tutti in piedi ad ascoltare l’Internazionale”.
(G.Pajetta)

[giamma]

.....................................Mesà che era meglio la prima 

[Frusta]

Citazione da: Frusta - Lunedì 13 Luglio 2015, 13:34:06

    .....................................Mesà che era meglio la prima 

Eppoi mi sono deciso a rileggere (settecento pagine non sono una passeggiata) il "mattone" più profondo che sia stato mai scritto, il vero (probabilmente l'unico) capolavoro letterario dell'800 italiano, superiore (infinitamente superiore) all'edificante love story manzoniana della Provvidenza, subito monumentalizzata perché più adatta alla morale cattolica italiana e destinata per decreto divino a tritare le palle ad ogni quattordicenne appena uscito dalle medie.
De Roberto mi fa pensare a Melville: morto senza uno straccio di necrologio e finito in soffitta per anni per poi essere riscoperto e riconosciuto come uno dei pilastri della letteratura americana.
Però bisogna pure dì che uno era nato a New York e uno a Napoli, e questo, in una nazione che vanta fra i suoi best-sellers una cacata come il libro Cuore significherà pure qualcosa.
O magari il povero De Roberto è stato penalizzato per come racconta l'imbroglio dell' unità d'Itala e la connivenza dei candidati onorevoli con ogni tipo di potere e l'opportunismo (e l'affarismo soprattutto) dei nuovi politici dell'Italia finalmente unita, mah.
Comunque, mettiamoci poi una prosa inaspettatamente fresca e moderna per un romanzo ottocentesco e la voglia di riaffrontare una per una tutte e settecento le pagine che lo compongono ti viene.  E a me è venuta. 
P.s.
O.T. ma non troppo.
Diciamocelo una volte per tutte: la letteratura del Risorgimento è una cacata pazzesca. Ci hanno fatto ciucciare una letteratura edificante, strappalacrime, mortuaria e più kitsch del funerale di un mafioso mentre altrove i Melville, i Flaubert, i James eccetera sfornavano capolavori.
Vabbevà, lassamoperde... 

[ThomasDoll]

Norman Mailer, Un sogno americano, un polpettone dove si tromba, si uccidono le mogli e si gioca a scacchi con i poliziotti, con l'ombra della CIA e forse pure del KGB sullo sfondo;

Giovanni Melodia, Di là da quel cancello, testimonianza di un prigioniero politico a Dachau, lettura che va intervallata per forza con altre, sennò uno si butta dalla finestra;

Laurent Fignon, Nous étions jeunes et insouciants, esercizio di francese perché se la lingua vuoi imparà te devi sacrificà;

Charles D'Ambrosio, il museo dei pesci morti

Leonardo Colombati Perceber

Raymond Carver Orientarsi con le stelle

JD Salinger Nove racconti

(leggo sempre un sacco di libri per volta)

Appena finiti, letti, riletti o da incominciare, comunque sul comodino:

Victor Cavallo, Ecchime
Raffaele Donnarumma, Ipermodernità
Dave Eggers, Ologramma per il Re
Pier Paolo Pasolini, Petrolio
Marco Lodoli, I principianti
Nicola La Gioia, Riportando tutto a casa

[Giglic]

Stamattina, indeciso fra il darmi una martellata sui coglioni
             o (ri)leggermi il romanzo di cui sotto,

           ho (incautamente) scelto la seconda opzione.


                     Mesà che era meglio la prima 

"I promessi Sposi" sono una pietra miliare della letteratura Italiana. E bene fa Giamma, che è mezzo francese, a disprezzarlo. Di romanzi del genere, in Francia, ce ne sono a mazzi, scritti meglio e con "morale di fondo" sicuramente meno zuccherosa e cattolica. Ma l'importanza del romanzo non sta nè nella trama (il classico lui lei l'altro) nè nella morale di fondo. Disse bene Luttazzi "Due si vogliono sposare fino a quando il lettore non ne può più". L'Importanza del romanzo di Manzoni sta nella lingua. Ed è così che il romanzo andrebbe studiato: non per il plot da fotoromanzo di Grand Hotel, non per la morale giansenista di don Lisander, non per i personaggi che, tranne Fra Cristoforo, sono solo sbozzati. La lingua è, per la prima volta, accessibile a tutti. E Manzoni, per farlo, dovette purtroppo usare il toscano. Non perchè lingua migliore del lombardo, ma perchè l'unica che non ha (aveva) differenze tra parlato e scritto. E' quindi il primo vero romanzo popolare di una cultura che ha sempre fatto bandiera di "impopolarità" (nel senso di lasciare il popolo fuori dalla cultura). Rileggerlo adesso, ha poco senso per me: è ovvio che dopo quasi due secoli lo sforzo di Manzoni sia ormai superato. Oltretutto, ha anche un'altra importanza: è il primo vero romanzo storico italiano. Tralasciando le fesserie che ci hanno propinato sulla metafora Spagna/Austria (che Manzoni non pensava proprio), I promessi sposi sono un affresco ben delineato della Milano spagnola seicentesca (ed infatti quelle ricerche hanno dato modo a Manzoni di scrivere la "Storia della Colonna Infame", molto più importante come affresco storico ma che quanto a linguaggio usato risente ancora di quello per iniziati).
E' il capostipite di tutto, il romanzo, anche dei romanzi "di formazione" di De Amicis e Vamba di qualche decennio dopo. Che io non criticherei troppo. Sono, è vero, di non alto livello, ma hanno svolto - e bene - il loro scopo principale: quello di creare una coscienza "italiana".
Del resto, il fatto che dopo tre secoli di controriforma si sia riusciti, nell'arco di due sole generazioni, a passare dall'illegibile Beccaria al Manzoni, e poi a De Amicis, a D'Annunzio (diomio, a proposito di cialtroni) e giù fino a Pirandello (che scrive in un ottimo italiano, non colto e per iniziati come vogliono far credere) ha del miracoloso.
A Proposito di De ROberto, è interessante notare l'anno di uscita del romanzo: 1894. Ossia è contemporaneo di De Amicis e Vamba, non di Manzoni (e quindi un confronto è improponibile). Di quel periodo, come bella prosa consiglio anche questo libro qui:

[Breizh]

Di quel periodo, il vero capolavoro della letteratura italiana, secondo me, è questo:

[zorba]

Certo che, dopo il Grande Torino, in quanto a sfiga, siamo messi benissimo in classifica...