Il Messaggero
Lazio, Lotito alza ancora la posta l'ultima parola ora passa a Bielsa IL TECNICO
ROMA Manca solo un loco sì di Bielsa per una grande fiesta: c'è l'offerta da due milioni di euro, Lotito può spingersi al massimo a 2,5, entro dopodomani la verità, che attende anche Prandelli, che ieri ha ribadito di sentirsi quasi laziale, visto che per lui una stretta di mano vale un impegno morale. Marcelo, che chiedeva addirittura 3,5 milioni, compreso il suo staff di 4 elementi, ora sembra davvero attratto dal progetto biancoceleste, tanto da chiamare Biglia in ritiro negli Stati Uniti con l'amico-ct Martino. Ora tocca a Marcelo rispondere alla proposta di Lotito. Un presidente ammaliato da un personaggio così ingombrantemente loco. Eppure, forse, con la Lazio nel destino. Perché, nella sua Selecciòn, c'era mezzo scudetto del 2000. Sime, Sime, Simeone racconta: «Bielsa è un genio. Ha una personalità talmente forte che gli si lascia passare tutto, ogni giocatore gli dà l'anima anche negli allenamenti. E i frutti si vedono in campo e fuori». Dopo l'uscita dal mondiale del 2002, Bielsa riunì tutti i giocatori: «Germán Burgos era finito in panchina, il ct gli aveva preferito Cavallero titolare. Immaginate la rabbia di un giocatore che, dopo aver disputato tutte le qualificazioni, viene escluso nella fase finale della competizione più ambita. Dopo il discorso del mister fu il primo ad alzarsi - racconta il Cholo - e ad abbracciarlo. Questo fa capire la forza della leadership di Bielsa».
Massacrato dalla stampa e dai tifosi per l'uscita anticipata, nessun calciatore nel 2002 abbandonò però Bielsa, anzi: «Non esiste un giocatore che possa parlare male di lui Marcelo ha insegnato al mondo come si gioca da squadra. Riesce a tirar fuori il meglio da chiunque«, giura Hernan Crespo. E l'ex spalla biancoceleste Claudio Lopez: «E' uno che chiede un sacrificio costante, un lavoro molto fisico a cui è difficile abituarsi. Ma una volta assimilato, una formazione vola». Trabajo, ma anche divertimento: «Dice a tutti di giocare per amore del calcio». Così la sua tattica non offusca certo la fantasia. S'accende persino nel ricordo, la luce di Veron: «Marcelo non ha mezze misure, o è bianco o è nero. Ma è la persona più onesta che abbia mai conosciuto. Non fa giri di parole, non parla mai alle spalle. Ti guarda negli occhi e ti dice sempre ciò che pensa. Mai avuto un motivatore così, che evoca i tifosi, le origini e persino la famiglia negli spogliatoi. Ti spinge a mangiarti l'avversario».
SPECIAL
Maestro per tutti, Bielsa. Almeyda e Castroman esagerano in coro: «E' il miglior allenatore al mondo». La difesa biancoceleste rischierà di trovarsi in difficoltà? Macché, sentite Sorin: «La prima cosa che t'insegna è l'approccio alla partita; la seconda è capire come difendere in un modulo costantemente votato all'attacco; la terza è l'impegno, dare tutto, e di più, per la squadra». Per questo per Marcelo una sconfitta può esser più utile di una vittoria. Per questo, nonostante le misere fortune in patria, Bielsa è amato più di qualsiasi altro da Gabriel Omar Batistuta: «E' stato il tecnico più importante della mia carriera. Lui sa tutto e mi ha insegnato tutto ai tempi del Newell's». Addirittura Javier Zanetti, leggenda dell'Inter del Triplete, si sbilancia: «E' l'allenatore che qualsiasi giocatore vorrebbe avere perché ti prepara così bene che in partita sai esattamente quello che devi fare in ogni momento. Secondo solo a Mourinho». Insomma, uno special loco.
Alberto Abbate