Autore Topic: Keita il giovane, asso nella manica di Inzaghi  (Letto 488 volte)

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Keita il giovane, asso nella manica di Inzaghi
« : Venerdì 15 Aprile 2016, 14:51:24 »
Corriere della Sera - ed. romana


Keita il giovane, asso nella manica di Inzaghi
L’attaccante ha scalzato Anderson: «Stiamo bene, bisogna battere l’Empoli»


Entra Keita, esce Felipe Anderson. I due in una sola occasione, lo scorso 10 gennaio nell’1-3 di Firenze, hanno avuto la possibilità di scrivere in contemporanea il proprio nome sul tabellino: del resto, nei tre anni di convivenza alla Lazio spesso il brasiliano è partito titolare e lo spagnolo-senegalese entrava in corsa. Proprio il fatto di averli considerati sempre alternativi e comunque di aver cucito su Keita il ruolo del primo cambio, è forse uno degli elementi che hanno portato al collasso della stagione e di Pioli.

Simone Inzaghi, invece, la sua scelta di campo l’ha fatta ribaltando la realtà ereditata dal predecessore, congelando in panchina i guizzi sempre più sporadici di Felipe e rispolverando il talento di Keita. Che si è rivelato letale a Palermo nella serata di follia del «Barbera» e che, per questo, sarà confermato sull’esterno sinistro d’attacco nella gara di domenica contro l’Empoli (ore 18).

Keita è la chiave della nuova Lazio: di Inzaghi, per blindare la panchina; e del club, per tentare l’aggancio all’Europa nelle sei gare che restano alla fine dei giochi. «Stiamo facendo grandi allenamenti, con molta intensità e concentrazione - ha detto ieri l’attaccante ex Barça -.Mister Inzaghi già lo conoscevo, ci sta mettendo tanto impegno, grande intensità e voglia. L’Empoli è difficile da affrontare perché fa molto possesso palla e attacca bene. Noi dobbiamo giocare come sappiamo e come abbiamo fatto a Palermo, dove abbiamo espresso un buon gioco con un buon giro-palla, essere concentrati e determinati per vincere anche domenica. Io sono molto contento di aver aiutato la squadra e voglio continuare così, giocando il più possibile da titolare».

È bastato trovare la mossa giusta per togliere al 21enne senegalese il vizio della corsa alla bandierina, che ha rallentato l’esplosione del talento, una questione che in passato ha portato pure a qualche attrito (da ricordare il capriccio di Keita a Shanghai in Supercoppa) e, per il giocatore, a innumerevoli esclusioni (34 presenze stagionali, solo 15 gare da titolare). Marco Parolo largo a sinistra in fase d’attacco, in modo da indurre il baby-attaccante ad accentrarsi, ad entrare in area e puntare la porta.

Fatto questo, è uscita la stoffa del giocatore che contro i rosanero è stato tra i migliori, sempre pericoloso e decisivo con un (quasi) assist sul secondo gol di Miro Klose. Nel complesso, comunque, uno dei pochi con il cambio di passo necessario a progettare sei vittorie per una difficile risalita in classifica. E non a caso tra i laziali più seguiti dai top-club di mezza Europa.

Il senso di questo finale di stagione in reLazione al futuro di Keita, infatti, è ancora tutto da decifrare. Adesso la chance da titolare sotto le direttive di Inzaghi, poi a giugno la riflessione con la Lazio e il nuovo procuratore (a gennaio è passato da Ulisse Savini a Roberto Calenda).

Andrea Arzilli

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