Autore Topic: Bunker Lazio per ripartire  (Letto 545 volte)

0 Utenti e 1 Visitatore stanno visualizzando questo topic.

Offline News Biancocelesti

  • *
  • Post: 33695
  • Karma: +10/-3
    • Mostra profilo
    • www.biancocelesti.org
Bunker Lazio per ripartire
« : Mercoledì 6 Aprile 2016, 09:26:36 »
http://www.iltempo.it/

Primo allenamento con Inzaghi nel ritiro ultra-blindato di Norcia Il tecnico: «C’è la voglia giusta». Ma i giocatori sono infuriati col club



NORCIA. «Ora et labora», predicava da queste parti tanti anni fa San Benedetto nativo di Norcia. La Lazio «si ritira» nel cuore dell'Umbria per ritrovare quegli stimoli necessari a non trasformare le ultime sette partite in un calvario senza fine. Comanda Simone Inzaghi, ieri sera festeggiato dalla squadra per il suo quarantesimo compleanno. Lotito gli ha fatto il regalo più bello, una panchina di serie A. «Simoncino», com'era stato soprannominato ai tempi dello scudetto del Duemila, ha cominciato a urlare da ieri sul campo principale all'interno dell'hotel Salicone, accanto il fedele vice Farris. L'avventura è cominciata, sette gare per dimostrare di valere la Lazio dei grandi dopo aver inanellato successi con la Primavera.
 
RITIRO BLINDATO. Reti alzate da solerti giardinieri al lavoro per chiudere ogni centimetro del campo di allenamento dalla visione di giornalisti e tifosi, tutti chiusi dentro all'albergo, in una clausura di «gaucciana» memoria. Fuori dall'hotel, alcuni carabinieri osservano i pochi tifosi presenti nemmeno ci fossero Messi e Ronaldo all'interno. In più un auto con due agenti gira intorno al perimetro del campo senza fermarsi mai per sorvegliare che occhi indiscreti riescano a carpire la nuova formula Inzaghi. In piazza c'è la festa per il patrono, San Benedetto ovviamente (la sua statua campeggia nello splendido borgo medioevale sopra la Valnerina), intorno solo salumerie e norcinerie con tanto di inquietanti teste di cinghiale attaccate fuori dai locali.
Unico diversivo un sexy shop al benzinaio adiacente all'albergo che ospita il ritiro biancoceleste e la scoperta che il sindaco del posto è Nicola Alemanno, fratello del Gianni ex primo cittadino a Roma. Il resto è solo verde, bello, che darà tempo e modo ai giocatori di riflettere sulle nefandezze compiute in campo.

LE PRIME PAROLE DI INZAGHI. Qualche tifoso prova ad avvicinare Klose e Anderson (soprattutto) che si avviano verso il campo ma restano delusi. Nessuno si ferma, il diktat inspiegabile è questo e così due bambini laziali tornano a Todi senza aver raccolto nemmeno un autografo, una stretta di mano, una foto, un sorriso. Niente di niente, alla fine sono almeno in quaranta a restare a bocca asciutta. Tutti inavvicinabili, solo il nuovo tecnico può pronunciare poche parole a Lazio Style Radio: «È una sensazione bellissima, è un momento un po' così ma ho visto massima disponibilità dai miei ragazzi. Non c'è nessun problema, dobbiamo solo cominciare a lavorare, io sono pronto».
 
 
ALLENAMENTO E PARTITELLA. Alle 16.30 i primi esercizi, poi alle 17 tutti in campo, arriva Inzaghi che distribuisce i fratini dà il via alla sua nuova avventura. Poi, dopo un'ora di corse, scatti e prove tattiche la sfida 11 contro 11 a campo ridotto. Candreva si chiama fuori per un infortunio: gioca Farris che segna il primo gol del nuovo corso biancoceleste, il raddoppio è di Matri. Dopo novanta minuti di sudore, tutti sotto la doccia, l’avvio del ritiro è in archivio, Ma il volto di Biglia e degli altri big biancocelesti è tutto un programma.
 
 
RABBIA E FUTURO. La squadra non ha preso bene la scelta del ritiro punitivo in mezzo alle montagne. Qualcuno c'è rimasto male per l'assenza di Lotito e Tare (arriva oggi): Pioli ha già pagato con l'esonero il fallimento, i giocatori con la clausura totale di una settimana lontana da mogli, fidanzate e figli, mentre i dirigenti artefici anche loro del disastro se ne stanno tranquillamente a Roma. Di certo l'atmosfera non è delle migliori, ma ormai si va avanti così almeno fino alla trasferta di Palermo, nessuna deroga.
Inzaghi si gioca tanto ma non la Lazio perché il dado è tratto, il prossimo allenatore sarà un altro a meno di un clamoroso finale di stagione che porti al sesto posto. In lizza Mihajlovic (magari), Prandelli, Mazzarri e Montella anche se a sorpresa potrebbe spuntare il nome di De Biasi. Si vedrà, ora c'è da salvare la faccia.

Luigi Salomone

Vai al forum