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VERGOGNA LAZIO, THE END
« : Venerdì 18 Marzo 2016, 09:51:20 »
Il Messaggero


VERGOGNA LAZIO, THE END


Europa League, lo Sparta Praga la ridicolizza svanisce anche l’ultimo obiettivo della stagione.
Pessima fase difensiva, attacco debole contro un avversario modesto: Italia fuori dalle coppe.


ROMA
L’arguto Ennio Flaiano diceva: «Non chiedetemi dove arriveremo, ci siamo già...» Nella notte della vergogna la Lazio ha toccato il fondo perché, oltre all’Europa, ha perso anche la faccia, la dignità e l’orgoglio. All’Olimpico si è assistito a una mattanza in piena regola con una squadra sbagliata nell’impostazione tattica, nelle scelte, senza idee e senza carattere, che ha affrontato il match priva della determinazione e della concentrazione necessarie. Pioli ha così confermato di essere un perdente, sciupando anche l’ultima occasione di una stagione costellata di sconfitte e delusioni, consegnandosi allo Sparta con il 4-2-3-1, un assetto improbabile, spartito che i biancocelesti non conoscono bene, proponendo il flemmatico Mauri, ormai la parodia di se stesso, in una sfida dove servivano coraggio, aggressività, gambe. E Mauri è stato il re delle palle sprecate e, quando ha avuto quella comoda per riaccendere le speranze, l’ha calciata sul portiere. L’Italia è fuori dalle Coppe: nessuna squadra ai quarti di Champions e Europa League, un tracollo nazionale che non si registrava dal 2001.

PRIMO TEMPO DA INCUBI
La Lazio ha pagato la pochezza tecnica di una difesa impresentabile in Europa, inguardabile in campo, frolla, macchinosa e penosa. Nello spazio di appena 2 minuti ha regalato 2 reti ai cechi con altrettanti capolavori d’ignavia che hanno gelato il pubblico incredulo. La reazione nervosa c’è stata, alimentata da Candreva, Klose e Lulic mentre fuori dai radar è apparso soprattutto Biglia, incapace di organizzare una manovra degna di questo nome. Un paio di parate di Bicik, una di Marchetti, ma il gioco biancoceleste era frutto dell’inerzia, della foga, dell’istinto, non del ragionamento, né di geometrie collaudate. E, sul finale del tempo, gli avversari hanno bivaccato nell’area laziale, toccando la palla a loro piacimento prima del tiro vincente. Roba da rabbrividire. La fragilità dei biancocelesti ha reso audaci i grevi cechi che hanno corso, raddoppiato e lottato con lo spirito e con il cuore, caratteristiche che sono mancate al gruppo di Pioli, [...] di vestire questa maglia. Svogliati, flaccidi, spaesati al punto da far diventare ”grande” una formazione assolutamente normale. E Lotito è stato duramente contestato nell’intervallo, al termine di 45 minuti da incubi che passeranno nell’album degli orrori. Come nell’andata a Verona contro il Chievo. La Lazio è stata quindi recidiva, meritando i fischi e gli insulti.

RIPRESA INUTILE
Il secondo tempo è stata una comparsata, giocata solo sugli effimeri spunti individuali, che non hanno prodotto risultati. Lo Sparta si è compattato e non ha corso seri rischi. Il calcio ruminato e senza sbocchi dei biancocelesti ha facilitato il compito nel controllo della gara, a nulla sono valsi gli innesti degli evanescenti Anderson e Matri perché ormai la squadra era deragliata e in balia di un comprensibile scoramento. Nessuna squadra italiana giocherà in Europa a conferma della mediocrità del nostro calcio. Pioli non ha saputo neanche sfruttare il sorteggio favorevole, uscendo con le ossa rotta: altro che sogno della finale! La società deve guardare al futuro e ricostruire una Lazio competitiva mandando via la maggior parte di questi protagonisti, a cominciare dal tecnico, presuntuosi e senza attributi.

Gabriele De Bari

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