Autore Topic: CONFERENZA – Reja suona la carica  (Letto 1008 volte)

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CONFERENZA – Reja suona la carica
« : Sabato 11 Settembre 2010, 15:28:06 »

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FORMELLO – “Vincere con il Bologna per dimenticare la beffa di Genova e prendere fiducia nei nostri mezzi”. A 24 ore dall’esordio stagionale tra le mura amiche, è Edy Reja a caricare la Lazio nella conferenza stampa della vigilia. L’argomento principale della vigilia è il cambio di modulo, ed in particolare il ritorno alla difesa a quattro: “Questa era un’idea che già avevo avuto in preparazione – spiega il tecnico carnico - . Questa squadra deve avere più possibilità, poi con l’arrivo di Hernanes sono cambiate le strategie. Se si considera l’organico che abbiamo a disposizione abbiamo molti centrocampisti di valore. In questo contesto va trovata una giusta mediazione. Lo schieramento con i quattro di dietro ci permette di avere più alternative di gioco. La partita di Genova ha dato buone indicazioni, ma se si va a vedere nello specifico ci si rende conto che abbiamo fatto poche conclusioni a rete. Quindi, avendo molti giocatori dalla propensione offensiva, ha ritenuto giusto questa scelta”.

Reja vuole una Lazio camaleontica, in grado di saper variare l’assetto in campo in relazione all’avversario, ma che soprattutto sappia sfruttare le qualità offensive dei suo centrocampisti: “In base alle situazioni dobbiamo sempre essere agguerriti sia quando siamo chiamati a contenere, che quando dobbiamo mettere in difficoltà l’altra squadra. E’ importante avere diverse possibilità di variazione. E’ ovvio che rispetto a prima, con questo modulo (4-3-1-2, ndr), i due esterni devono rimanere più bloccati (Lichtsteiner e Radu, ndr), ma devo sfruttare le qualità dei nostri centrocampisti. Ci saranno degli accorgimenti, meno partecipazione sulle fasce, ma si attaccherà sempre in 5. Per quanto riguarda le caratteristiche dei difensori, possono giocare anche a quattro. Radu ha già fatto il terzino (con Rossi, ndr), Dias mi ha confermato di aver già giocato così in Brasile. In più abbiamo anche altre alternative, come Stendardo e Diakitè che hanno sempre giocato a quattro. Posso scegliere di volta in volta in base all’esigenza”.

Questione tattica a parte, è arrivato il momento di riconquistare l’Olimpico: “Si, dobbiamo migliorare in casa, per quanto riguarda la poca affluenza di pubblico dispiace. Senza i tifosi è un calcio che muore. Mi piacerebbe che attraverso i risultati e le prestazioni riportare la gente vicino a noi”.

Varierà il modulo, ma negli effettivi che scenderanno in campo poco è variato rispetto la scorsa stagione: “I 10/11 sono quelli dello scorso anno. La novità è solo Hernanes. Poi certamente abbiamo una rosa adeguata, ci sono dei giocatori che domani non giocheranno ma che meriterebbero di farlo e lo faranno in futuro. Sotto questo punto di vista la Lazio è migliorata. Poi serve un discorso di gruppo, serve entusiasmo e convinzione. All’interno dello spogliatoio c’è un accordo totale, da questo punto di vista i ragazzi stanno facendo molto bene”.

Ma da superare c’è il Bologna di Malesani: “Lui propone sempre un buon calcio, sarà una squadra che inizialmente si coprirà, ma avrà anche soluzioni in fase offensiva. A noi spetta il compito di fare bene, dobbiamo pazientare, usare la testa, non dobbiamo cercare di risolvere il problema immediatamente. Dobbiamo vincere, non ci sono alternative, ma dobbiamo mantenere l’equilibrio”.

Chi in prima persona dovrà scordare la sconfitta con la Sampdoria e l’espulsione rimediata in nazionale è Lichtsteiner: “Abbiamo parlato, gli ho detto di stare attento, le proteste vanno evitate. Deve stare attento, deve tagliarsi la lingua anche quando l’arbitro sbaglia. Tanto così non si risolvono i problemi. Sinceramente, però, non sono io che devo parlare, io per primo da questo punto di vista mi devo dare una calmata. A Genoa mi sono girate un po’ le scatole, ma bisogna essere più lucidi”.
Il più atteso è senza dubbio il brasiliano Hernanes. Sarà lui a guidare, partendo dalla trequarti di campo, le iniziative offensive biancocelesti: “Credo che il suo ruolo ideale sia questo, è un centrocampista con vocazione offensiva. Nel San paolo faceva la mezz’ala, ma togliendogli qualche compito di rientro, da trequarti in avanti lui può fare davvero male. Ha l’ultimo passaggio, il tiro e un tempo di inserimento eccezionale”.

In avanti, complice anche il forfait di Floccari, agiranno Rocchi e Zàrate, una coppia molto discussa nell’era Ballardini: “Zàrate ha bisogno di sicurezze. Mi sembra che sia molto più disponibile, che si stia sacrificando. E’ nelle condizioni ottimali, poi con questo sistema di gioco può curare solo la parte offensiva. E’ chiaro che anche lui ha dei compiti, ma sono meno obbligati. Ho l’impressione che sta trovando delle sicurezze, lo vedo convinto. Secondo me con Rocchi possono tranquillamente giocare insieme. Tommaso è molto bravo in profondità, è un giocatore come pochi, nessuno sa attaccare lo spazio come lui, possono far benissimo insieme”.

Chi non sarà della partita è l’uruguaiano Gonzalez: “Ha mezzi importanti. Ha qualità tecniche, generosità e resistenza. Mi sta soddisfacendo, ma è chiaro che in questa zona centrale del campo ci sono molti giocatori. Quando ci sarà opportunità avrà spazio anche lui, la cosa importante è che sappia sfruttare le occasioni”.

Così come il giovane terzino belga-angolano Cavanda: “Quando un giovane ha qualità si deve inserire, ma bisogna anche stare attenti di non perderli dove c’è grande pressione. Qual è l’allenatore che non vuole trarre vantaggio da questo tipo di situazione? Bisogna che ci siano anche strategie societarie da questo punto di vista. Da parte mia, come ho avuto l’opportunità l’ho buttato dentro, credo che per lui già questo sia un motivo di soddisfazione, ma bisogna che ci sia una gradualità anche nell’acquisizione delle responsabilità. Lui fa parte del nostro giro, se mi dimostra che sta bene gioca lui. Domani è convocato”.

L’ultima battuta riguarda la politica calcistica ed in particolare la minaccia di sciopero lanciata da parte dall’associazione calciatori per il mancato accordo sul contratto collettivo: “Non si doveva arrivare a questa situazione, c’erano i margini per parlarne prima. Quando una legge decade bisogna trovare delle soluzioni. L’assocalciatori aveva il dovere di non arrivare a questo scontro. Ci sono delle cose che i calciatori rivendicano anche giustamente, ma ci vuole del buon senso. Tutte le componenti hanno l’interesse che si trovi un’intesa. E’ impensabile che un mondo come quello del pallone possa fermarsi. E’ vero che ci sono dei calciatori che guadagnano tanto, ma ci sono anche realtà opposte che vanno tutelate. Anche le società devono cautelarsi. Lo scontro è duro, mi auguro che non si arrivi davvero allo sciopero, spero ci siano margini per evitarlo”.

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