Autore Topic: Sono un coppiano pentito - II parte  (Letto 1505 volte)

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Offline giangoverni

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Sono un coppiano pentito - II parte
« : Sabato 11 Settembre 2010, 13:54:34 »
Caserta, campo di prigionia inglese.
I prigionieri stanno lavorando. Qualcuno trasporta materiali, altri costruiscono una baracca, altri spaccano la legna. Fausto Coppi spazza il piazzale. È in tuta da prigioniero, sulle spalle la scritta WP, che vuol dire “prigioniero di guerra”. È magro, denutrito, il suo sguardo è diventato ancora più triste, rassegnato.
Arriva un compagno di prigionia, trafelato. «Indovina chi è arrivato?» dice e Fausto lascia tutto e si mette a correre verso il cortile del comando, alla cieca, perché intuisce che ad attenderlo c’è sicuramente qualcosa di speciale.
Sul camioncino, vestiti da corridori, con tanto di bicicletta da corsa, ci sono quattro uomini. Fausto si blocca, cerca di mettere a fuoco i loro volti ed il primo che riconosce è Gino, il vecchio capitano. Gli altri sono Leoni, Ricci e Volpi. Gino si butta giù dal camion e i due si lasciano andare in un abbraccio forte, come quel giorno a Milano, alla fine del Giro d’Italia.
«Allora, Pallino...», - Gino lo ha chiamato Pallino, come lo chiamò quel giorno di giugno di quattro anni e mezzo fa, ma allora in quel nomignolo c’era anche qualche intenzione ironica, oggi c’è solo affetto -, «come va il ciclismo, vai sempre forte?», chiede Bartali e Fausto mente «fortissimo...lo vedi, no?». Gino lo squadra da capo a piedi, come può andare forte questo poveretto nella sua tuta di prigioniero di guerra, nutrito a gallette e scatolette, divorato dalla nostalgia di casa e dai ricordi di morte e distruzione. E’ stata dura per tutti ma si vede che per il ragazzo magro dal grande naso, divenuto ancora più magro, è stata durissima. E questo pensiero provoca a Gino un senso di rimorso e il timore di aver perduto un grande avversario.
«Siamo venuti a prenderti, ce l’hai una bicicletta?»  dice Gino.
«Magari potessi venire, sono sempre un prigioniero, lo vedi cosa ci ho scritto sulla schiena?», e si gira per far leggere ‘WP’ «e poi la bicicletta chi se la ricorda più: è più di un anno che non ne vedo una».
«La bicicletta te la diamo noi, ne abbiamo un paio in più. Volpi fagliela vedere». Primo Volpi tira giù dal camion una bicicletta, tutta scrostata che non si legge nemmeno più la marca. Fausto si mette ad accarezzarla con dolcezza e nostalgia, a far scorrere la ruota.
Gino è imbarazzato e commosso. «Davvero non puoi venire con noi?» chiede. Fausto scuote la testa, «non mi fanno uscire neppure dal campo, figurati».
I due si abbracciano, il camion riparte e i quattro corridori salutano Fausto con la mano che si ritira mestamente.

Sul camion Gino scoppia a piangere, senza ritegno, come un bambino. «Che c’è?» gli chiede Volpi. «Come, che c’è, ma non lo hai visto come è ridotto? Non è giusto… non è giusto» risponde risentito poi rivolto a Ricci che sta guidando «fermati, torna indietro. Ti ho detto torna indietro».
«Che cosa vuoi fare?» chiede Leoni. «Vado a prenderlo, lo porto via!»

Bartali entra dentro il campo e ad una guardia chiede: «Chi comanda qui?». La guardia gli risponde che il comandante del campo è il maggiore Towel. Gino si dirige deciso verso l’ufficio del comandante, vanamente inseguito dalla guardia..

Gino entra nell’ufficio di Towel e si mette a parlare con la sua solita veemenza. Towel capisce soltanto un terzo di quel fiume di parole che gli sta arrivando addosso.
Gino gli dice che il grande Bartali è venuto a prendere il grande Coppi per portarlo a correre con lui ed aspettano il suo permesso. Towel ha qualche perplessità, questi italiani non si prenderanno gioco di me, pensa, Bartali...Coppi ma chi li conosce, eppure davanti al comando si è formata una vera folla che vuole vederli, vuole toccarli. Ma sì, che vada pure il prigioniero di guerra Coppi, però fra cinque giorni lo voglio qui. Intesi?

Gino esce trafelato dall’ufficio. In mezzo alla folla vede subito Fausto. Lo prende per un braccio e lo porta via. Fausto fa resistenza. «Hai il permesso di cinque giorni, non ti preoccupare…»
«Dove si va?», chiede Fausto.
«Che domande fai», risponde Gino, «siamo vestiti in questa maniera, abbiamo con noi le biciclette, sul camion ce n’è una anche per te, secondo te dove possiamo andare?»
Fausto, titubante sale sul camion.

«Siamo diventati una compagnia di giro, scavalcamontagne, come vengono chiamati i guitti che vanno in giro per i paesi a recitare, un giorno qua, un giorno là, si fanno un po' di soldi e ci teniamo in allenamento...una volta vinco io...».
«L’altra pure...» lo interrompe Leoni ridendo.
«Ma sta zitto te, ché hai vinto proprio ieri sera a Sorrento. Stasera si fa vincere il Fausto, siamo tutti d’accordo? Poi, quando ci sarà il ciclismo vero, allora ognuno per sé, sei d’accordo Pallino?».
Fausto è felice insieme ai suoi vecchi compagni ed ha dimenticato tutto, la guerra, le incertezze, le paure.

Giancarlo Governi

Offline Fraplaya

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Re:Sono un coppiano pentito - II parte
« Risposta #1 : Sabato 11 Settembre 2010, 16:13:14 »
Quando smetto di piangere, ti mando un applauso...mo' non gliela fo'.... (grazie ancora!)
Imho
"l'attacco fa vendere i biglietti, ma la difesa fa vincere le partite" (V.Lombardi)

bak

Re:Sono un coppiano pentito - II parte
« Risposta #2 : Sabato 11 Settembre 2010, 16:32:51 »
Bello vero. Papà era un Bartaliano convinto, probabilmente perchè era al corrente di queste vicende.
Signor Governi glielo avevo detto che doveva tornare a scrivere da noi    :).
Bentornato e grazie

Offline benvolio

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Re:Sono un coppiano pentito - II parte
« Risposta #3 : Sabato 11 Settembre 2010, 20:41:02 »
Signor Governi, il Lei qui è d'obbligo,  Lei si è superato...ha condensato due personaggi, un'epoca ed uno sport con i suoi retroscena ed i suoi significati...
Grazie, Signor Governi!

Offline giangoverni

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Re:Sono un coppiano pentito - II parte
« Risposta #4 : Sabato 11 Settembre 2010, 21:43:42 »
Quando lo sport si identifica con la storia di un paese è bello raccontarlo... Grazie

schwitters

Re:Sono un coppiano pentito - II parte
« Risposta #5 : Domenica 12 Settembre 2010, 10:36:48 »
Posso soltanto ricordare che, appena finita la guerra, Coppi riprese a correre  con la S.S. Lazio insieme al fratello Serse?

Offline giangoverni

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Re:Sono un coppiano pentito - II parte
« Risposta #6 : Domenica 12 Settembre 2010, 11:34:31 »
Posso soltanto ricordare che, appena finita la guerra, Coppi riprese a correre  con la S.S. Lazio insieme al fratello Serse?

Giusto. Coppi fu rimpatriato, sempre come prigioniero di guerra nel campo di Caserta. Siamo nel 1944, l'Italia è divisa in due dalla guerra. Fausto ha avuto il permesso dagli inglesi di cui è prigioniero di partecipare alle corse. Le case ciclistiche non esistono più ma soltanto quelle amatoriali e se vuoi correrte devi tesserarti. Un artigiano di Roma gli mette a disposizione una bicicletta (Nulli) e lui si iscrive alla SS Lazio.

Offline DinoRaggio

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Re:Sono un coppiano pentito - II parte
« Risposta #7 : Domenica 12 Settembre 2010, 13:26:08 »
Bellissima storia. E un grande ringraziamento a giangoverni ci racconta e condivide con noi questa ed altre perle.

Applausi.
E ra gisumin all'ùart!

La serie A è un torneo di limpidezza cristallina, gli arbitri non hanno alcunché contro la Lazio e si distingueranno per l'assoluta imparzialità, non ci saranno trattamenti di favore o a sfavore nei confronti di alcuno. Sarà un torneo di una regolarità esemplare. (19-8-2016)

Offline pizzeman

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Re:Sono un coppiano pentito - II parte
« Risposta #8 : Domenica 12 Settembre 2010, 20:31:28 »
applausi per lo Sport.
e per chi lo racconta.
Non il nome dietro, ma il simbolo davanti.