www.repubblica.itIl centrocampista parla del momento della squadra sottolineando l'importanza del gruppo: "Tutti rendono meglio quando si aiutano l'uno con l'altro. Per stare insieme si devono accettare i difetti, se uno è più lento devi correre anche per lui"di Marco Ercole
ROMA - "In estate abbiamo rifiutato 150 milioni pur di trattenere i nostri giocatori". È stato detto in più occasioni negli ultimi mesi, sia da parte del presidente della Lazio Lotito che dal suo ds Tare. Una scelta, quella della società biancoceleste, dettata dalla volontà di puntare sul gruppo che solo un anno fa si era conquistato la possibilità di disputare il playoff Champions. Uno step che, se superato, avrebbe garantito una crescita esponenziale del valore di tutta la rosa e di conseguenza potenziali offerte ancora più alte. La scommessa però è andata male, la Lazio ha perso nel doppio confronto con il Bayer Leverkusen, si è dovuta accontentare dell'Europa League e il valore dei giocatori in organico anziché aumentare è diminuito.
PAROLO, DAI 20 MILIONI DEL MILAN AL CALO - È successo pure a una colonna portate della scorsa stagione come Marco Parolo, che in estate il Milan aveva tentato di portare in rossonero offrendo ben 20 milioni (ovviamente rifiutati) a Lotito. Li valeva tutti all'epoca, dopo una stagione da 3564 minuti giocati (di gran lunga il più impiegato da Pioli), 40 presenze e 11 gol complessivi. Ma quello di quest'anno è un Parolo molto diverso, non solo per la differenza di reti (sono una segnata finora). Le sue prestazioni sono molto al di sotto dei suoi standard, tanto che Pioli sta pensando di sostituirlo con Cataldi in occasione del ritorno di Europa League con il Galatasaray. Al momento è solo un'idea, il tecnico ci vuole ragionare bene, perché Parolo è uno dei suoi fedelissimi, sia in campo che dentro lo spogliatoio. Non è un caso che nel corso del tour della Lazio nelle scuole, l'ex centrocampista del Parma abbia parlato dell'importanza del gruppo esattamente con le stesse parole che usa Pioli in ogni sua conferenza stampa: "Tutti rendono meglio quando si aiutano l'uno con l'altro. Per stare insieme agli altri non bisogna essere egoisti. Si devono accettare i difetti, se uno è più lento devi correre anche per lui. È importante stimarsi l'uno con l'altro, si deve parlare con i compagni e confrontarsi per capire come crescere".
"CON LA VOGLIA E LA PASSIONE SI PUÒ RISALIRE" - Un pensiero, quello di Parolo, che sembra quasi una critica verso una squadra che nell'ultimo periodo è stata spesso di accusata di essere più un insieme di individualità che un gruppo coeso. Aiuterebbe in tal senso ritrovare continuità di risultati, per ritrovare fiducia, consapevolezza dei propri mezzi e forse anche qualche tifosi in più allo stadio: "Qui alla Lazio percepisci fin da subito la passione della gente, anche nelle amichevoli pre campionato, quando vengono in 4mila persone, disposti a tutto pur di fare una foto con il giocatore. Prima di venire alla Lazio avevo visto dei video, ad esempio quelli dell'evento 'Di Padre in Figlio', in cui c'era un Olimpico pieno di tifosi. Questo amore si percepisce, poi spetta a noi giocatori riuscire a trascinare di più la gente, a volte ci riusciamo altre no. Ma la voglia dei nostri fan c'è, lo vediamo anche quando andiamo in trasferta. Capita pure di essere contestati: si cerca di essere compatti e di non ascoltare ciò che ci viene detto contro altrimenti si impazzisce. Non si può sempre essere al 100%, ma si può risalire con la voglia e la passione".
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