www.ilmessaggero.itdi Daniele Magliocchetti
In caduta libera. E, per ora, senza rete di protezione. Al momento per la Lazio, visto l'andamento e la classifica, sarebbe meglio concentrarsi solo sull'Europa League e sfruttare al massimo il buon pareggio ottenuto ad Istanbul per passare il turno e guardare avanti perché pensare a tutto il resto, al presente ma pure a quello che poteva essere e non è stato, farebbe venire un brutto mal di testa, se non qualcosa di peggio. Cosa sia accaduto alla squadra dell'anno scorso, brillante, organizzata e molto più determinata di quella attuale, è ancora tutto avvolto nel mistero. E andare a ricercare le cause solo ed esclusivamente nel mercato è un errore. Quasi una banalità. Non c'è dubbio che durante la campagna acquisti estiva si poteva agire diversamente, come è altrettanto certo che ci sia stata una buona dose di sfortuna, visto che la formazione di Pioli, con i 37 incidenti stagionali, è di gran lunga la più colpita del campionato, ma questo non può e non deve rappresentare una giustificazione per il cammino che sta attuando la squadra in questa stagione.
CONFRONTO IMPIETOSO
Le qualità dell'organico laziale sono fuori discussione, ma, nonostante siano gli stessi, il paragone con l'anno scorso è talmente impietoso e lontano anni luce che, paradossalmente, quasi getta un'ombra su quanto di buono fatto la scorsa stagione, soprattutto, a questo punto, sul reale valore della squadra. Di questi tempi, alle ventiseiesima giornata, Felipe Anderson trascinava la Lazio con un 4-0 sulla Fiorentina, agganciando il Napoli di Higuain al terzo posto a 49 punti. Ora mestamente i biancocelesti son tornati da una squallido pareggio a Frosinone, il settimo nelle ultime quattordici partite, e occupano l'ottavo posto con 37 punti, ben 12 in meno dell'anno passato. Un tracollo vero e proprio che il tecnico, al di là di tutto quello che può essere accaduto, dovrebbe spiegare in maniera più approfondita e non archiviare la pratica, limitandosi a dire che «il paragone con la Lazio della stagione passata non si può fare». Per non parlare poi dei 47 gol realizzati dopo ventisei giornate nel 2014-2015 contro i 34 attuali, oppure all'altro dato allarmante di non essere più capace a vincere con formazioni meno attrezzate, visto che nelle ultime undici gare, i biancocelesti hanno affrontato le ultime sei della classe, battendo solo il Verona. Allo stato attuale, la Lazio, ha l'obbligo di puntare all'Europa, cercando di andare avanti il più possibile, anche perché tutto quello che c'è attorno, a meno che non ci sia una clamorosa sterzata, ha il sapore del fallimento.