www.corrieredellosport.itdi Daniele Rindone
Si è allenato a pieno regime per tutta la settimana: Sarri conta di averlo al top alla ripresa ROMA - Il tempo perduto, quello ritrovato. Il Pedro spezzato, il Pedro ricreato. Sarri si dà armi nuove per la ripresa, sfidando la scaramanzia pensa al fatto che Pedrito l’ha avuto in campo per tutta la settimana, si è allenato a pieno regime e non avveniva da tempo, conta di averlo sempre per sè. Dall’inizio della stagione, a parte qualche fiammata, ha giocato part time e il più delle volte s’è visto il sosia dello spagnolo. S’è fermato due volte, sempre per infortuni alle caviglie. Il primo a Valladolid, fu colpito alla caviglia destra da Kike Perez nell’amichevole di agosto. Poi è finito ko il giorno dopo la vittoria sull’Inter, notte in cui servì un assist e segnò il 3-1. In allenamento lo bloccò una distorsione alla caviglia sinistra. Pedro non s’è fermato, è stato recuperato (forzatamente) e utilizzato in corsa a Genova contro la Samp. Felipe Anderson fu costretto a uscire a fine primo tempo, lo spagnolo giocò sulla caviglia dolorante. Lo stesso è avvenuto contro il Napoli nel match successivo. I postumi del guaio alla caviglia si sono fatti sentire alla vigilia di Lazio-Feyenoord e lo hanno tormentato anche prima di Lazio-Verona. Pedro ha saltato tutte e due le partite. Si è rivisto in campo contro il Midtjylland, nell’unica gara giocata da titolare, è stato sostituito dopo 53 minuti. Ed è entrato in corsa a Cremona, segnando il quarto gol. Non ha avuto pace, Pedrito. Spera di averla trovata. Sarri non l’ha mai utilizzato da titolare in campionato, si contano cinque subentri. Il Pedro rigenerato è l’ombra di una minaccia (per gli avversari della Lazio) che si aggirerà sul campionato e la corsa Champions. Mister velocità vuole recuperare il tempo perso, può permettere a Sarri di organizzare il turnover offensivo diversamente. Felipe Anderson le ha giocate tutte, Zaccagni si è trascinato qualche acciacco muscolare, Cancellieri non è ancora partito titolare, tanto per restare in tema di ali.
Il sogno
Pedrito già a Cremona aveva fatto vedere di essere sulla via del recupero. L’azione dello 0-4 è stata celebrata anche dal sito della Serie A: tacco di Luis Alberto, assist di Ciro in caduta, colpo a giro di destro di Pedro. «Classe in movimento», il titolo scelto per celebrare il terzetto delle meraviglie. Pedrito non è solo mister velocità, è anche l’artista del dribbling. Quando è al top riesce ad accelerare supersonicamente, si capisce subito che sta per decollare: sembra rannicchiarsi su stesso, parte in quarta, a testa bassa, a testa alta. Finte e controfinte ubriacanti scatenano gli olè. Pedrito, a 35 anni, ha ancora voglia di stupire e vincere: «L’unica cosa che voglio è vincere qualche trofeo con questa maglia perché ho vinto ovunque e mi manca qui. Vincere il campionato non è una cosa così impossibile, sappiamo che è difficile perché ci sono tante squadre forti. Ma dobbiamo lavorare e fare le cose fatte bene», sono parole che risalgono al ritiro di luglio. Lo spagnolo già parlava in grande, senza imbarazzi. Fanno cosi? i trascinatori e lui lo è.
Il ritorno
Sta tornando il vero Pedro. Quello del gol al Napoli (l’anno scorso), quello del gol all’Inter e del gol a Cremona (entrambi quest’anno). Ha libertà di muoversi come e dove vuole. Fa l’ala, fa il tornante, sempre con ritmo da runner. Sfugge ai radar, è adatto al palleggio di Sarri e alle sortite in contropiede. Mau gli concede evasioni, gli concede tutto.