Autore Topic: Lazio, otto curiosità sul Midtjylland: i lupacchiotti danesi nati da una fusione  (Letto 338 volte)

0 Utenti e 1 Visitatore stanno visualizzando questo topic.

Offline News Biancocelesti

  • *
  • Post: 34223
  • Karma: +10/-3
    • Mostra profilo
    • www.biancocelesti.org
www.LaLazioSiamoNoi.it



di Edoardo Zeno

Il sorteggio di Istanbul ha parlato. Il girone F è completo. Lazio, Feyenoord, Midtjylland e Sturm Graz. Saranno queste quattro a contendersi la qualificazione agli ottavi, per chi chiude al primo posto, o ai sedicesimi, per chi arriva secondo, di Europa League. Un'urna sicuramente abbordabile per i biancocelesti di Sarri che dopo il raggruppamento di ferro dello scorso anno, con Marsiglia e Galatasaray, se la vedranno con avversari sulla carta più deboli. Come al solito però dovrà essere il campo a parlare e Immobile e compagni dovranno dimostrare la propria superiorità a suon di risultati. Ma scopriamo più da vicino le avversarie della Lazio in Europa, in particolare sul Midtjylland. Ecco otto curiosità sulla squadra danese.

1. Il Midtjylland non ha mai vinto contro una squadra italiana. I danesi hanno affrontato quattro volte i club di Serie A, per la precisione Napoli in Europa League e Atalanta in Champions. Con i partenopei, nella fase a gironi 15/16 fu un disastro. 5-0 al San Paolo, sconfitta più larga nelle coppe europee per il club, e 1-4 in Danimarca. Con la Dea, invece, un punto strappato a Bergamo, finì 1-1 nel 2020/21, ma 0-4 davanti ai propri tifosi.

2. Il simbolo del club è il lupo, "ulvene" in lingua madre, proprio come i più grandi rivali della Lazio. Ed esattamente come l'AS Roma, anche il Midtjylland è nato da una fusione di due squadre. Il 1º luglio 1999 l'Ikast FS si unì all'Herning Fremad dando vita alla società danese, la più importnate della regione centro-occidentale dello Jutland. La fusione venne concordata dai due presidenti, per l'Ikast FS Johnny Rune, un falegname e proprietario di un'azienda privata nel settore del legname, e per l'Herning Fremad Steen Hessel, un rivenditore autorizzato Mercedes Benz.

3. Albert Capellas, attuale allenatore del Midtjylland, è il primo tecnico non danese della storia del club. Ufficializzato solo qualche giorno fa, lo spagnolo ha un trascorso importante nel Barcellona. Dal 1999 al 2003 è stato allenatore della squadra B e nel 2004 è stato nominato coordinatore del vivaio, ruolo che ha ricoperto fino al 2010. Dopo anni in giro per l’Europa tra Olanda, Danimarca e Germania, Capellas torna nel club blaugrana nella scorsa stagione ricoprendo lo stesso incarico. Nel suo trascorso in Catalogna, il tecnico ha incrociato anche i due laziali Pedro, dal 2004 al 2009 tra giovanili e Barcellona B e dal 2008 al 2015 in prima squadra, e Patric, nel vivaio dal 2008 e nella seconda squadra fino al 2015.

4. Lo stadio del Midtjylland è l’MCH Arena. Costruito nel 2004 e situato nella cittadina di Herning, l’impianto sportiva conta circa 11800 posti a sedere. Lo stadio è soprannominato dai tifosi Zidan Arena, in onore dell’attaccante egiziano Mohamed Zidan che ha militato nel club danese dal 2003 al 2005 mettendo a segno 30 gol e vincendo per due stagioni consecutive il premio di giocatore dell’anno del Midtjylland. Nel 2005 fu ceduto al Werder Brema prima di vivere gli anni migliori della sua carriera tra Mainz, Amburgo e Borussia Dortmund.

5. Quello del Midtjylland è considerato uno dei settori giovanili migliori di tutto il territorio danese. Nel 2004 il club apre la sua scuola calcio, l’Akademi che attira giocatori provenienti da tutto il paese. La società ha inoltre una partnership con il club nigeriano Ebedei e il club indiano Dempo. I migliori talenti prodotti dal settore giovanile del Midtjylland sono Simon Kjær, venduto al Palermo nel 2008, Sune Kiilerich, ceduto alla Sampdoria nel 2010, Winston Reid venduto al West Ham nello stesso anno, e Pione Sisto, che dopo 4 anni al Celta Vigo, è tornato alla base e sarà uno dei giocatori da tenere d’occhio per la Lazio.

6. Il Midtjylland non è mai retrocesso nella serie B danese. Dopo la fondazione, nel 1999, il club ha disputato un solo anno nella serie cadetta per poi salire nel massimo campionato senza mai abbandonarlo. Sono 21 le partecipazioni alla Superligaen con tre titoli vinti e due coppe di Danimarca alzate al cielo. La società vanta anche 3 partecipazioni in Champions, solo una volta è arrivata fino alla fase a gironi, e 14 in Europa League.

7. La rosa attuale del Midtjylland vanta due importanti colonie. Quella brasiliana (Juninho, Paulinho, Charles, Evander e Junior Brumado) e quella nigeriana (Ugboh, Onyedika e Obule) oltre ovviamente alla grande rappresentanza di calciatori danesi. La stella è il numero 10 Evander, mediano dotato di un’ottima tecnica. Al suo fianco gioca Onyedika, centrocampista classe 2001 finito nel mirino del Milan. Questo l’undici tipo di Capellas (3-4-3): Olafson; Thychosen, Sviatchenko, Juninho; Andersson, Onyedika, Evander, Dyhr; Dreyer, Kaba, Sisto.

8. Il presidente ufficiale del Midtjylland si chiama Rasmus Ankersen e ha una storia davvero curiosa. Per raccontarla bisogna partire da Londra. Matthew Benham è un laureato in Fisica a Oxford che decide di dedicarsi al mondo delle scommesse sportive divenendo un ricco imprenditore. Nei primi anni 2000 decide di finanziare la sua squadra del cuore, il Brentford, per poi comprarlo ufficialmente nel 2012. Inizia la svolta per il club inglese. Benham applica al calcio modelli matematici e statistiche avanzate iniziando a puntare sulle “gemme nascoste“: giovani calciatori poco considerati dalle altre squadre, ma di cui le statistiche indicano potenzialità inespresse. Benham viene convinto da un uomo che questi metodi possono funzionare anche nel calcio danese. È Rasmus Ankersen, ex calciatore e allenatore delle giovanili di un piccolo club. Tra i due nasce una collaborazione e nel 2014 Benham acquista il Midtjylland grazie al consiglio del suo socio. Le strategie londinesi vengono applicate con grande successo anche in Danimarca ed inizia il periodo di successi per il club. Tre scudetti vinti, la partecipazione in Champions e partite di cartello contro squadre del calibro di Napoli, Liverpool, Ajax, Manchester United e adesso anche la Lazio. Su una cosa non c’è dubbio. Il modello Benham-Ankersen funziona.

Vai al forum