www.gazzetta.itDopo il gol di Matri contro la Sampdoria il portiere scatta come Bolt ad abbracciare i compagni. E si fa male (contrattura). L'attaccante invece festeggia la rete in modo polemico verso la panchina: "Non mi riferivo a Pioli, ma, sì, voglio giocare di più", minimizza AleTanta gioia da farsi male. Un "sacrificio" che Federico Marchetti avrebbe fatto pure volentieri se fosse servito a regalare i tre punti alla Lazio. E invece la beffa finale, il gol del pareggio di Zukanovic, ha reso ancora più grottesco e amaro l’infortunio del portiere laziale. Che, subito dopo il gol dell’1-0 di Matri, ha fatto uno scatto degno di Bolt per attraversare il campo ed andare ad abbracciare i compagni. Ma una volta arrivato sulla trequarti avversaria si è improvvisamente fermato. Ha sentito una fitta alla coscia (contrattura o stiramento, lo si saprà oggi) ed è stato poi costretto a chiedere il cambio. Beffa nella beffa: chissà se con lui in campo la frittata finale (che ha visto Berisha protagonista in negativo) si sarebbe consumata lo stesso. Un episodio che conferma nella maniera più atroce che questo non è un anno fortunato per la Lazio. A quanto riporta il medico sociale del club, Stefano Salvatori, Marchetti ha riportato "un infortunio muscolare, si sospetta una lesione tra il primo e secondo grado del bicipite femorale della coscia sinistra". Probabilmente il portiere non sarà disponibile contro Udinese e Inter.
E MATRI SBOTTA — E intanto mentre Marchetti era costretto a interrompere la sua corsa di felicità, qualche metro più avanti l’autore del gol esultava in maniera polemica verso la panchina. Un dissidio, quello tra l’ex milanista e Pioli, che nasce dallo scarso impiego che il giocatore sta avendo. Poi a fine gara Matri ha provato a minimizzare: "Non mi riferivo a Pioli, ma è vero che voglio giocare di più. Ma ora non è il caso di fare polemiche, ma di pensare ad uscire dalla crisi. È un periodo così, va tutto storto. Per noi Pioli non è in discussione, continueremo a giocare per lui e per la Lazio. Dobbiamo dare qualcosa di più, perché evidentemente quello che facciamo non basta".
Stefano Cieri
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