Autore Topic: PRIMAVERA - La Lazio non guarisce dal mal di trasferta: il derby va alla Roma  (Letto 719 volte)

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di Mara Perna

TRIGORIA - La Lazio cade in casa della Roma e perde un derby in campionato dopo quattro anni dall'ultima volta. Il cuore non basta, in partite come queste serve tanto altro per raggiungere la vittoria : carattere, maturità e lucidità. Forse proprio la perdita di quest’ultima prerogativa ha punito maggiormente i ragazzi di Inzaghi. Le aquile, lontano dalle mura amiche del Fersini, non riescono a volare alto. L'ultimo (e unico) successo esterno risale al 12 settembre scorso, poi sono arrivate quattro sconfitte e un pareggio. La Lazio resta inchiodata a quota 14 punti, la Roma sale a 23.

PRIMO TEMPO - Spalti gremiti a Trigoria: oggi c’è il derby. Presente anche Andrea Bertolacci, con un occhio di riguardo per Alessandro Murgia (l'ex Genoa è fidanzato con la sorella del centrocampista laziale). Non conta la classifica, non conta l’età, la stracittadina annulla tutto. Quello che conta è vincere. Lazio e Roma uniti da un solo pensiero: la supremazia capitale. Grandi assenti in entrambe le squadre. Simone Inzaghi, oltre a Rossi espulso contro la Ternana, perde anche Palombi a causa di una distorsione alla caviglia. Lì davanti il tecnico biancoceleste si affida a Collarino, Calì e Manoni. Chiavi del centrocampo a Cardoselli con Murgia e Verkaj ai suoi lati. De Rossi deve invece fare a meno di bomber Sadiq, il tandem d'attacco è formato da Tumminello e Soleri. La tensione che si respira nell’aria si riversa subito sul campo: a nemmeno 10’ dal fischio iniziale c'è già un ammonito, risponde al nome di Dovidio. Si parte a ritmi piuttosto moderati, la fase di studio si protrae oltre i venti minuti di gioco. Ma ecco che al 27’ arriva la scossa. Machin sorprende la difesa laziale alle spalle, si presenta davanti a Matosevic e serve a Tumminello: impossibile sbagliare. Da qui tante, troppe occasioni impegnano Matosevic. Si torna, o meglio si riflette negli spogliatoi: Inzaghi invoca la reazione.

SECONDO TEMPO - Due giri d’orologio e arriva immediata la risposta della Lazio targata Francesco Manoni. L'esterno buca Crisanto da posizione defilata, tutto da rifare per la Roma. Poi l’abbraccio di gruppo e l’esultanza sfrenata sotto il settore occupato dai tifosi biancocelesti. La mente corre a un anno fa, quando a segnare era Mattia Fiore e dall’altra parte della recinzione c’era Mamadou Tounkara. Calma e sangue freddo, lo pretende Inzaghi dalla panchina, quasi a prevedere quello che sarebbe successo di lì a poco. Tumminello viene atterrato nell’area della Lazio: calcio di rigore per la Roma. Sul dischetto va Marchizza che non fallisce: i giallorossi sono di nuovo in vantaggio. L’allenatore biancoceleste mischia le carte: dentro Rokavec e Bezziccheri, fuori Germoni e Cardoselli. Cambiano le note ma la sinfonia rimane la stessa. La Lazio ci crede e cerca il pareggio fino alle fine, ma abbandona Trigoria con un bel boccone amaro, l’ennesimo in trasferta.

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