Autore Topic: FOCUS - Lazio, in trasferta solo film horror: i numeri sono da incubo  (Letto 635 volte)

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FOCUS - Lazio, in trasferta solo film horror: i numeri sono da incubo
« : Lunedì 21 Settembre 2015, 00:14:41 »
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Un’altra sconfitta umiliante, un altro KO da inserire nelle pagine buie di storia della Lazio. Mai era successo che i biancocelesti subissero un passivo così pesante dal Napoli, mai era capitato che si uscisse da due trasferte consecutive con nove gol sul groppone. Record negativi in serie, spunti sui quali riflettere, numeri da analizzare bene prima di guardarsi in faccia e chiedersi il perché di certe prestazioni. La Lazio è evaporata pure a Napoli, come successo a Verona. Il Chievo aveva già assestato un duro colpo all’autostima di Anderson e compagni che, dopo lo scempio del San Paolo, è ancor di più sotto i tacchi. Una partenza da incubo, la Lazio da trasferta è una squadra che non c’è, colleziona dati imbarazzanti. Due sconfitte in due gare giocate in campionato, nove gol subiti e neanche uno realizzato. Una media di 4.5 reti incassate ogni match. Numeri da squadra che sembra condannata alla retrocessione. Per fortuna, all’Olimpico, sono arrivati i successi con Bologna e Udinese che danno un certo respiro alla classifica dei laziali che, comunque, sono ultimi – insieme al Frosinone – per differenza reti (-6) e hanno la peggior difesa del campionato con dieci gol subiti. Solo il Carpi ha incassato tanto. Dovrà dare spiegazioni Pioli, dovrà dare risposte sul campo già da mercoledì la squadra. Settantadue ore per guardarsi in faccia e ritrovare energie fisiche e mentali per cercare di sfatare il tabù Genoa che negli ultimi otto scontri diretti ha portato a casa otto successi. Un avversario complicato e altra pressione che va a sommarsi a quella già accumulata.

NUMERI HORROR - Si giocherà a Roma e già a questa è una notizia positiva per la Lazio. All’Olimpico, fino ad ora, sono arrivate le vittorie contro Bayer, Bologna e Udinese. Tre successi su tre, ma soprattutto un solo gol subito e cinque realizzati. Un cammino opposto a quello esterno, il giorno e la notte biancocelesti. La Lazio da trasferta è un’armata Brancaleone, una truppa allo sbaraglio che si scioglie come neve al sole di fronte alle prime difficoltà, una squadra incapace di reagire, senza carattere. Il 5-0 subito a Napoli è il manifesto di una notte da incubo che sancisce una crisi di gioco e di risultati. I numeri collezionati nei 24 giorni intercorsi tra la sfida di ritorno con il Bayer e quella del San Paolo, parlano di tre sconfitte su quattro gare giocate lontano da casa, ma soprattutto di 13 gol subiti e solo uno messo a segno. E una media, da film dell’orrore, che dice 3.25 gol incassati a partita. Solo a Dnipropetrovsk, la Lazio non ha perso ed è riuscita perforare la difesa avversaria. Un cammino totalmente diverso da quello portato avanti nella scorsa stagione. La Lazio da trasferta versione 14/15 – in 22 partite giocate – era riuscita a conquistare dodici successi tra campionato e Coppa Italia, patendo solo cinque sconfitte. Un traguardo già vicino al 20 settembre della nuova stagione. Numeri che stridono con quelli sotto gli occhi dopo il disastro di Napoli. Nell’anno passato, la Lazio da trasferta aveva raccolto in fondo al sacco ventuno palloni, solo otto in più di quelli visti entrare in porta da Berisha e Marchetti nelle prime quattro uscite della nuova annata. Sta diventando una costante di questa Lazio: perdere e uscire dal campo con le ossa rotte. La Lazio bella e sfrontata dello scorso anno non c’è più, la squadra capace di segnare 35 gol in trasferta (1.5 a partita) nella passata stagione è sparita; di lei è rimasta solo la copia sbiadita, la più brutta. Quella di oggi sbanda in difesa ed è sterile davanti, capace di segnare solo un gol in quattro trasferte (0.25 a gara) per lo più da calcio da fermo. Mai su azione manovrata. Servirà correre ai ripari, per uscire dal tunnel imboccato occorre tirare fuori personalità e spirito di gruppo. Quel cuore mai messo in campo fino ad oggi. C’è ancora margine per rialzarsi, per non buttare al vento una stagione cominciata come peggio non poteva.

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