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Lazio non soffocate la passione. Chiusa la campagna abbonamenti
« : Sabato 12 Settembre 2015, 12:15:00 »
Corriere dello Sport



Lazio non soffocate la passione
 Chiusa la campagna abbonamenti: vendute solo 13.700 tessere. Dieci vip ci spiegano perché il tifo si è perso e il clima è cambiato

 
Roma - Quante volte s’è detto? La passione non va soffocata, l’amore non va interrotto. E’ successo di nuovo, l’Olimpico laziale ha perso tifosi, circa 4mila abbonati. La campagna 2015-16 s’è chiusa ieri a quota 13.700, è il secondo peggior dato dell’era Lotito. Siamo di nuovo alla distanza, al divorzio. S’è confermata la tradizione peggiore: ogni volta che si rinasce si fa di tutto per frenare, come se a Formello fossero appassionati di masochismo. S’è perso il clima della scorsa stagione, si sono persi i 40-50 mila dell’Olimpico e non c’entrano solo i risultati deludenti di questo inizio di stagione. Una vittoria su tutte andava protetta: il ritorno del popolo biancoceleste allo stadio. Doveva essere il primo punto all’ordine del nuovo anno calcistico. Era successo: la sofferenza s’era trasformata in bellezza, non c’era più indifferenza, s’era tornati tutti più vicini ad una Lazio che non prometteva bene solo per il domani, ma che finalmente dava successi per il presente. La passione, prima austera e spoglia, blindata contro le illusioni facili, si era riaccesa, era diventata contagiante. Oggi l’Olimpico è più vuoto, si ricomincia da capo. Pioli e i suoi uomini ci erano riusciti, avevano convinto i tifosi a tornare, li avevano chiamati, li avevano conquistati tifando per loro. E ora? Sono costretti a riprovarci, devono riuscire nella stessa impresa. L’Olimpico si riempie e si svuota non per caso, non riesce ad offrire la stessa immagine. Sul tema abbiamo interpellato esperti e appasionati. La formazione degli ex è composta da Felice Pulici, Massimo Piscedda, Vincenzo D’Amico, Pino Wilson e Giancarlo Oddi. La formazione dei vip schiera il regista Federico Moccia, il giornalista e presentatore Tiberio Timperi, la showgirl Anna Falchi, l’attore e doppiatore Francesco Pannofino, l’attore e comico Enrico Montesano. Hanno detto la loro, hanno analizzato la realtà, hanno offerto spunti e idee interessanti. Si sono trovati in sintonia. Per riempire l’Olimpico serviva una campagna abbonamenti diversa, non al rialzo. E una campagna acquisti da Champions. E invece si è dato il solito calcio ai sogni. Tipico.


PULICI: «Serve una figura che unisca le parti»
Felice Pulici la pensa così: «La delusione è stata doppia. S’è ripartiti quasi da zero, senza centrare la Champions. L’acquisto di Matri è valido, ma andava chiuso prima. La Lazio avrebbe dovuto favorire maggiormente la tifoseria. Come? Quantomeno con il mantenimento dei prezzi degli abbonamenti. L’ha fatto sempre, stavolta si era convinti di fare man bassa. Ma quando si è troppo egoisti si rimane delusi. Dobbiamo augurarci che la squadra si riprenda e faccia risultati. Si può pensare a pacchetti che siano accessibili nel corso della stagione. Lo ripeto da anni, sarebbe utile individuare una figura, accettata dalla tifoseria, che sia in grado di fare da collante. Anni fa, dopo la penalizzazione, dissi a Lotito di fissare un prezzo unico per tutto lo stadio, per riempirlo. Quando stai in mezzo al campo e lo stadio è pieno cambia tutto».


PISCEDDA: «Con i risultati ritorneranno»
Massimo Piscedda fa una analisi a tutto tondo: «I risultati di certo condizionano molto la presenza dei tifosi allo stadio. Il passaggio del turno in Champions League avrebbe prodotto qualcosa di diverso, un’atmosfera più gioiosa, la stessa che si respirava all’Olimpico nella stagione passata. Non sono d’accordo con chi è convinto che il tifoso debba andare allo stadio per forza, sempre e comunque. Ci deve andare chi sente di andarci. I prezzi degli abbonamenti? Non so se gli altri club li hanno alzati e di quanto. Un fatto del genere sicuramente incide maggiormente sui costi che deve affrontare una famiglia. Su un singolo tifoso no, su un gruppo di persone sì. Promuovere dei pacchetti familiari, così come è stato fatto in passato, penso sia una buona soluzione. Ma per riempire lo stadio servono innanzitutto i risultati».


D’AMICO: «Per la Champions si poteva osare»
Vincenzo D’Amico non usa mai giri di parole: «Si poteva fare qualcosa in più, si poteva regalare qualche piccola soddisfazione ai tifosi attraverso il mercato. Si poteva fare un sacrificio, non si può pretendere che la gente vada allo stadio, porti i soldi e chi se ne frega. C’è un detto, calza a pennello. Chi è causa del suo male pianga se stesso, con questo ci siamo capiti. Anzi, mi chiedo: che sta succedendo di nuovo? Niente. Uno sforzo in più era necessario soprattutto in ottica Champions. E’ arrivato Matri, poteva essere acquistato prima. Questa società arriva a 30 e non fa 31. Mai come stavolta bastava veramente poco per compiere il salto. Adesso tutto dipende dalla squadra, deve cominciare a fare risultati. Lei, almeno lei, deve ridare soddisfazione ai tifosi, è l’unica cosa che può succedere. Speriamo bene...».
 

WILSON: «La campagna acquisti ha inciso»
Pino Wilson parte dai numeri: «Quattordicimila e passa abbonati sono pochi, le presenze dell’anno scorso erano legate all’exploit della squadra. Si sperava in una partenza diversa, purtroppo è stata deludente. La campagna acquisti ha inciso, sono arrivati giovani di grande prospettiva, ma non è stata scelta gente pronta per l’immediato. Se in campo continui a prendere schiaffi il dato degli spettatori rimane invariato. Ricordo che anche l’anno scorso si iniziò così così, spero che tutto cambi in meglio in tempi brevi. E’ molto difficile accogliere 50mila tifosi dopo una partenza preoccupante.Sulle assenze incidono anche i prezzi, incide la crisi. Una famiglia va incontro a costi alti, alcune non possono permettersi gli abbonamenti o i biglietti per tutti. L’aspetto economico è sicuramente una causa, ma è pur vero che il tifoso della Lazio ha sempre fatto grossi sacrifici, pure economici».


ODDI: «I prezzi più alti non sono piaciuti»
Giancarlo Oddi s’accende subito: «I motivi sono facilmente rintracciabili. I prezzi più alti degli abbonamenti hanno influito, la campagna acquisti non è piaciuta ai tifosi, siamo tornati indietro di qualche anno. A questo bisogna aggiungere la partenza stagionale, i primi risultati sono stati deludenti, si è iniziato malissimo. La gente è contro questa politica. Nel momento in cui la società riesce a far tornare i tifosi all’Olimpico li perde per poche cose. Se la lazio avesse acquistato un paio di giocatori importanti, così come hanno fatto tutti, anche le squadre che sono arrivate prima, lo stadio si sarebbe riempito. Il tifoso non è stupido e prende decisioni che possono anche andare a discapito della squadra. La Lazio è arrivata terza, i prezzi possono pure essere alzati un pochino, ma vanno rintracciati rinforzi veri. Altrimenti il tifoso contraccambia così».
 

MOCCIA: «Maggiore serenità aiuterebbe tutti»
Federico Moccia rimpiange i bei tempi, quelli romantici: «Era una forza l’Olimpico l’anno scorso, andava preservato. Con la Lazio è sempre una fatica, si fa un passo in avanti e due indietro. Servirebbe più serenità, porterebbe alla partecipazione. Un’idea? Creare dei pulmini, delle navette. Nascerebbero gruppi di tifosi, partirebbero insieme da casa, dopo essersi dati appuntamento. Si pagherebbe una piccola quota per il trasporto, forse si legherebbe di più. Tanta gente non si conosce, ritrovarsi diventerebbe una abitudine, si emarginerebbero più facilmente i violenti. Mi ricordo quando andavo allo stadio con mio padre, che divertimento. Era una liturgia, non parliamo poi dei derby. Mi spiace che si perda l’entusiasmo, dovrebbe durare sempre. Il cinismo e la cattiveria allontanano».
 
 
TIMPERI: «La società credo sappia cosa fare...»
Tiberio Timperi è realista più del re: «Uno stadio vuoto fa sempre tristezza, l’immagine che offre dà spazio a poche interpretazioni. Lo stadio dovrebbe offrire un clima gioioso, è un peccato vederlo riempirsi e svuotarsi. Noi tifosi della Lazio siamo abituati a soffrire storicamente. In questo momento dovremmo essere coesi come non mai. Finché le cose vanno bene è più semplice essere uniti, essere tutti amici. E poi…? Credo che le assenze siano determinate anche dai costi aumentati, ma per la passione si trova sempre spazio, in un modo o nell’altro si cerca di essere presenti. Magari si può fumare qualche sigaretta in meno, cosa che non fa male, e le endorfine trovano piacere attraverso il tifo e lo spettacolo calcistico. Scherzi a parte è augurabile che la Lazio si riprenda. Cosa direi a Lotito? Penso che immagini cosa serve e cosa va fatto».


FALCHI: «Bisognerebbe creare incentivi»
Anna Falchi propone vari spunti di riflessione: «E’ un peccato non essere sostenuti dai tifosi, lo è per i giocatori. Credo che debbano essere considerati vari fattori affrontando questo tema. Innanzitutto la gente sperava in un mercato più proficuo, sarebbe stato conveniente rafforzare la squadra prima del preliminare Champions. Dopo una stagione favorevole come quella passata era logico aspettarsi un piano diverso per immaginare un futuro ancora più roseo. Cosa si può fare? Bisognerebbe favorire chi soffre economicamente, magari rateizzando gli abbonamenti, offrendone due al prezzo di uno, sta alla società invogliare il pubblico. E’ pur vero che i tifosi si sentono penalizzati, l’assenza può essere considerata come una forma di protesta contro le limitazioni, come dire “lasciamo lo stadio vuoto per reazione contro club e istituzioni”.


PANNOFINO: «Vincere potrebbe riaprire le porte»
Francesco Pannofino va dritto al punto: «Faccio una riflessione profonda, generica, prima di scendere nel particolare. I comportamenti che si hanno allo stadio pesano e anche molto sulle presenze massicce. Non si respira un bel clima il più delle volte e questo non è incoraggiante. Io, ad esempio, allo stadio non vado. Nello specifico il dato degli spettatori dipende sicuramente dai risultati che offre la squadra. Più vince, più si è invogliati a recarsi sugli spalti. Lo zoccolo duro resiste, l’ha dimostrato negli anni nonostante tutto, sostiene la Lazio nei momenti di difficoltà. I prezzi degli abbonamenti sono più alti? Si tratta di scelte societarie, fanno come vogliono, è nei loro poteri. Per riempire gli stadi, l’Olimpico in questo caso, bisogna divertirsi, deve esserci l’atmosfera giusta. E allora sì che i papà ci portano i figli».


MONTESANO: «Ora deve riportare la gente a... teatro»
Enrico Montesano è sempre brillante: «E’ un peccato che ci sia questa alternanza di sentimenti e di sentire. Non è una situazione produttiva, non è positiva per nessuno. Tocca di nuovo alla squadra fare bene e riportare il pubblico a... teatro. Tocca sempre a noi attori alla fine. Cosa si potrebbe fare? Forse promuovere una promozione, dipende dalla società. Innanzitutto speriamo nei gol, in qualche grappolo di gol e in qualche bella partita, sono i motivi più condizionanti. I prezzi degli abbonamenti forse hanno inciso, la crisi c’è. Ci rassicurano dicendo che i consumi sono aumentati, ma rispetto a cosa? Speriamo sia la coda di una crisi, ma la coda è la cosa peggiore perché permane. Io parlerei di salto di quantità e non di qualità. Ormai i grandi club lo hanno fatto, hanno messo tanti soldi sul mercato...».

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