Autore Topic: Laziomania: le interviste di Lotito che guarda in alto  (Letto 230 volte)

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Laziomania: le interviste di Lotito che guarda in alto
« : Venerdì 29 Aprile 2022, 20:02:06 »
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di Luca Capriotti

Nell'ultima intervista carpita per strada al presidente Lotito c'è tutto: l'immancabile telefonino, un po' di chiacchiere varie e frasotte carlone, perfino una trascrizione piuttosto libertina delle parole del nostro. Va detto che le cose dette, da scritte sembrano diverse quasi sempre, ma stavolta il contesto risolve alcune problematiche delle frasi dette, o le minimizza. In altre parole, ci siamo tutti fidati, ma poi non aveva detto proprio quello che in molti hanno subito rilanciato. Dice molto del fatto che le cose vadano verificate SEMPRE. E che questo sia un segnale di credibilità della categoria giornalisti, o della sua assenza.

LE INTERVISTE DI LOTITO - Ho detto varie volte che il nostro, intervistato, è la delizia di chi ha voglia di cercarsi titoloni. In genere, penso che a cena Lotito - se non se la fa pagare - è un anfitrione eccellente, tra racconti, aneddoti etc etc. Il problema è traslare un clima da magnata ovunque, pure in giro per strada. L'ultima intervista di Lotito, dai ce l'avete presente tutti, è un must: mi ha colpito in particolare una cosa. Per tutta l'intervista guarda da un'altra parte, in alto. Ci ho pure scherzato con un amico della Roma (a ciascuno le sue disgrazie): cosa starà guardando? Ad un certo punto si appoggia proprio alla sua guardia del corpo, come se stesse osservando un punto molto in là, e molto in alto.

Non so se vi sia mai capitato di guardare il soffitto - magari a cassettoni - di una appartamento al primo piano: sembra che Lotito stia osservando qualcosa di questo tipo. Ma al netto di questo, le sue ultime interviste mostrano alcune cose. La permanenza di Sarri non è certa: quello che era un rinnovo fatto, firmato, si è dimostrato quello che era: un'arma dialettica, una clava contro i dissidenti nell'ambiente e nello spogliatoio. Specialmente nello spogliatoio. Il nostro è e rimane sempre Claudio Lotito, better called creator. E Claudio non rinnova contratti se non ha la certezza che la sua infatuazione porti a qualcosa. Su questo meglio essere chiari: Sarri non è l'unico allenatore che possiamo avere. Non illudiamoci però: si può pensare quello che si vuole su questo mister, ma è preparato, ha un'idea di calcio e ha carattere. Tre caratteristiche che non è detto saremo in grado di ritrovare in un suo eventuale successore. Tenetelo a mente, che poi vi lamentate. E vedervi diventare pure vedove di Sarri no. Troppe vedovanze potrebbero farvi male. 

IL TIFO SECONDO LOTITO - Vi ricordate Cragnotti, che ci ha definito clienti? Lotito va oltre, e da tempo. La guerra con il tifo organizzato che le trascrizioni iniziali della sua intervista avevano prospettato in realtà non è che sia proprio continuata. Lotito la liquida con noncuranza. La Nord ha reagito ad una cosa specifica, in generale mi sembra molto netta su alcune cose - il mercato, per dire, o Acerbi - e non è di certo vassalla di questa presidenza. Mai stata, specialmente nelle vecchie generazioni, i vecchi leoni di questo tifo organizzato. Che ci sono ancora, a fianco dei più giovani. Ci sono stati dei momenti di tregua? Forse sì, ma non è questo il momento. Come si ricuce? Semplice: una chiusura di anno dignitosa, pace con chi si riesce a fare pace e saluti con il resto. E con questo non intendo che Acerbi debba andare via, pochi sono andati via per le pressioni di una piazza, ma penso che strategicamente il difensore abbia costruito tutti i presupposti per lasciare. 

Se si vede a Roma fino a fine carriera ok, se si vede altrove tanto vale salutarlo. Non ci serve chi non ci vuole, e non è stato per niente gradevole in molte sue esternazioni, comportamenti. E viceversa, direbbe lui, che in tutto, compresi i social, compresa la paginona di giornale, si scusa per poi dipingersi come vittima. Strano no, scusarsi dicendo comunque di aver ragione. Non proprio il miglior modo. Dovrebbe imparare da Lotito: guardare in alto, come se ci fosse un bellissimo qualcosa oltre. Quello che dovremmo fare tutti, se ne siamo capaci. E forse questa è la più grande sconfitta di questa gestione: certe persone non ci riescono più. 

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