www.gazzetta.itBiancocelesti piegati nel recupero e nerazzurri di nuovo a -2 in classifica. Nel primo tempo gol di Immobile, a inizio ripresa il pari di GiroudDerby di Coppa Italia e successo – netto, autoritario – sulla Roma: il doppio cazzotto sferrato dall’Inter in settimana poteva essere da knock out. Il Milan invece non solo è rimasto in piedi, ma con i due ceffoni tirati alla Lazio ha concluso il weekend alzando le braccia al cielo. Estasi pura, per com’è maturata questa vittoria. Non sappiamo la valenza che avranno questi tre punti il 22 maggio, ma conosciamo quella che hanno adesso: enorme. Perché il Diavolo ritrova se stesso proprio nel momento in cui la classifica stava iniziando a prendere le sembianze di una mezza condanna. E invece. Invece è di nuovo controsorpasso, con i nerazzurri ricacciati a -2 in attesa del recupero col Bologna, cosa che riconsegnerà alle milanesi lo stesso numero di partite a quattro gare dalla fine. Il Milan rimette le mani sullo scudetto al minuto numero 92 e anche questo ha una valenza evidente, segno di una squadra che non si arrende e rifà il pieno di autostima dopo la brutta avventura nel derby. A segno Immobile dopo quattro minuti, pareggio di Giroud a inizio ripresa e zampata vincente di Tonali in pieno recupero. Gode anche Ibra, che serve il compagno per il gol della vittoria, e godono gli oltre diecimila appassionati che hanno colorato di rossonero un Olimpico orfano del fronte caldo del tifo laziale, in rotta di collisione con Lotito. Ma la classifica rossonera offre un ulteriore, fondamentale spunto: la sconfitta della Roma aveva infatti consegnato ai rossoneri, a prescindere dal risultato con la Lazio, la certezza aritmetica di partecipare alla prossima Champions.
LE SCELTE
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Sarri al termine di una settimana complicatissima alla fine ha potuto rimettere mano sui suoi uomini di riferimento. Al centro della difesa per esempio il tecnico biancoceleste ha recuperato Patric, e in mediana nessun problema per Milinkovic. Tridente affidato a Felipe Anderson, Immobile e Zaccagni. Okay anche Strakosha. Pioli recupera Romagnoli, Rebic, Castillejo e soprattutto Ibrahimovic, ma perde Bennacer. Un’assenza pesante, visto il brillante stato di forma dell’algerino. E così, mediana obbligata con Kessie accanto a Tonali e Diaz al centro della trequarti. Messias, vincitore di giornata nell’eterno ballottaggio con Saelemaekers, alla sua destra. Davanti a Maignan la diga Kalulu-Tomori. O meglio, c’era una volta la diga. Perché, così come nel derby di Coppa, anche stavolta la fase difensiva rossonera non è stata all’altezza. Sicurezze smarrite, movimenti sbagliati, incertezze nei posizionamenti: difficile spiegare l’involuzione del Milan là dietro, ma è stata una pecca con la quale la Lazio ha pasteggiato subito. Sono stati sufficienti quattro minuti per buttare giù un’impalcatura difensiva che ha somigliato alla casa di paglia dei tre porcellini. Un soffio di Milinkovic sulla destra, cross per Immobile a rimorchio, ed è venuto giù tutto. Fra Kessie, Hernandez, Tomori e Kalulu, tutti coinvolti a vario titolo, è stata una galleria degli orrori. Una lama entrata nel burro caldo. Scorie dell’ultimo derby? Può darsi, perché anche dopo il Milan è rimasto piuttosto contratto. Impossessandosi, sì, del pallone, ma con un giro palla scolastico, ricorrendo a lanci lunghi sconclusionati ed esponendosi alle ripartenze micidiali dei padroni di casa. Particolarmente incisivi sulla destra col treno composto da Lazzari (discese devastanti), Milinkovic e Felipe Anderson, molto intelligente a liberare spazi, evitare di intasarli e dare una mano in copertura.