www.gazzetta.itdi Stefano Cieri
Biancocelesti pronti a ripartire dal Sassuolo. E sul flop azzurro: "Ciro sta diventando il capro espiatorio. Ma il problema è che la nazionale non rappresenta più il movimento, il 70% dei giocatori è straniero"“Sì, il derby ha lasciato delle scorie. Dovremo essere bravi a trasformarle in energia positiva contro una delle squadre più forti d’Italia”. Maurizio Sarri non si nasconde, il flop nel derby è ancora più vivo che mai a Formello e l’avversario che arriva domani all’Olimpico, il Sassuolo, non è l’ideale per voltare pagina. “Sono ancora incazzatissimo (testuale, ndr) con i giocatori per come hanno affrontato la sfida con la Roma. Ma lo sono altrettanto con me stesso. Il giorno prima del match con la Roma avevo avuto la sensazione che la carica non fosse quella giusta, ho provato a intervenire, ma senza ottenere risultati”. Adesso c’è però un finale di campionato da affrontare nel migliore dei modi. “Mi aspetto un cambio di passo non solo dal punto di vista dei risultati, ma anche del gioco”. Con la Roma, peraltro, si è rivista una Lazio che all’improvviso è vittima dei suoi soliti black out. “Ultimamente la squadra non dava più segnali di questo genere. E’ successo di nuovo nella giornata meno opportuna. Non è facile capire il motivo di questa situazione, non so se dipenda dalle caratteristiche dei giocatori. Sicuramente dovremo fare in modo che non certe cose non si ripetano”.
Immobile e Nazionale --- La sosta per le nazionali come sempre pesa come un’incognita sul rendimento dei giocatori alla ripresa. In più per alcuni c’è anche da gestire la delusione per la mancata qualificazione al Mondiale. In particolare Ciro Immobile. “Ci ho parlato subito - dice Sarri -. Sta diventando il capro espiatorio di questa situazione e non è giusto. Non se la deve prendere più di tanto e concentrarsi solo sulla Lazio. Al posto suo io saprei cosa fare, ma sta a lui decidere. Sono molto fiducioso”. E più in generale sull’eliminazione dell’Italia Sarri dice: “Ho sentito tante cose sbagliate in questi giorni. Il problema è che la Nazionale non rappresenta più il nostro movimento perché in campionato il 70 % di giocatori è straniero. E i problemi del nostro calcio sono molto più ampi. Siamo indietro di 25 anni rispetto agli altri. Basta vedere in tv una partita di un campionato estero per accorgersene. Altrove ci sono stadi e terreni di gioco all’altezza della situazione, da noi no. Poi quando io dico che i campi dove giochiamo non sono buoni passo per uno che sa solo lamentarsi...”.
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