www.laziopolis.itIl miglior attacco è la difesa. Sembra capirlo la Lazio di Pioli dato che nelle ultime quattro partite di campionato la squadra ha visto festeggiare gli avversari una sola volta (il Palermo su errore singolo di Mauricio). Quest’anno la Lazio ha rivoluzionato il reparto difensivo dopo gli addii di Biava e Dias e ha puntato sul giovane De Vrij, reduce da un bel Mondiale con l’Olanda (è stato eletto il miglior difensore), e su Gentiletti, il capitano del San Lorenzo che però si è subito infortunato gravemente. Se è vero che il reparto offensivo è sembrato andare bene e dopo 12 gare era il terzo migliore attacco della Serie A (ora, alla 26^ giornata è secondo solo alla Juventus che ne ha segnati 53, mentre la Lazio è salita a quota 47), è altrettanto vero che i tanti infortuni che hanno martoriato la retroguardia non hanno permesso ai giocatori di trovare la giusta intesa e, infatti, i risultati sono stati rovinosi a volte e i biancocelesti sono arrivati alla pausa natalizia con ben 19 reti incassate in 16 gare.
Mancava un giocatore da affiancare stabilmente a De Vrij, giovane alla prima stagione in Serie A, ma sul quale la dirigenza laziale ha puntato tutto in estate. E giustamente possiamo dire dato che la sua crescita è sotto gli occhi di tutti. Dopo l’errore iniziale contro il Milan l’olandese è cresciuto costantemente e una volta ha giocato con Gentiletti, poi con Ciani, con Cana, con Novaretti, con Radu e ora fa coppia fissa con Mauricio, il difensore arrivato nel mercato invernale. Qualche sbavatura nel corso di una stagione è più che normale, soprattutto per un classe ’92, ma De Vrij è sicuramente la colonna portante della retroguardia biancoceleste attualmente, il vero leader. Preciso negli interventi, elegante, quando serve imposta, non ha cali di concentrazione, ma soprattutto è forte. Non è un cantiere in corso l’ex Feyenoord e l’ha dimostrato non avendo cali nonostante i vari cambiamenti difensivi – obbligati – della Lazio. Di partita in partita si è trasformato nel punto di riferimento difensivo e ha sostenuto Mauricio nell’ambientamento in Serie A. Da non dimenticare Basta, che offre una spinta costante e Radu che, nonostante qualche amnesia di troppo, è sempre un perno dei biancocelesti. Altro “acquisto” importante è quello di Federico Marchetti, lontano parente – per la gioia dei laziali – di quello che l’anno scorso aveva messo in mostra grandi insicurezze e che non era riuscito a imporsi come nelle stagioni passate.
La Lazio cresce e il reparto difensivo sembra aver trovato la giusta armonia nonostante abbia palesato delle difficoltà nelle incursioni centrali. Ma da gennaio alla sfida di lunedì sera contro la Fiorentina sono otto le reti subìte in 11 gare e solo una nelle ultime quattro partite. Segno di crescita di un gruppo che sta imparando ad essere coeso in ogni fase del gioco. Da non sottovalutare, infatti, il grande lavoro svolto contro la Fiorentina anche da Candreva, che spesso si è trovato a ripiegare in difesa per proteggere il fortino biancoceleste. E adesso la Lazio ha la terza migliore difesa con 27 gol subìti – statistica che può ancora migliorare visto che è poco più di un gol a partita – dietro a Juventus (14) e Roma (19). Il dato che sicuramente fa ben sperare è quello relativo alle ultime sfide che hanno portato la Lazio ad avere la porta inviolata tre volte su quattro, segno che piano piano il reparto, ormai stabile con Basta-De Vrij-Mauricio-Radu, sta trovando solidità. Pioli può sorridere e i tifosi cominciano sognare traguardi importanti. Sì, perché una Lazio così ben collaudata – 10 gol segnati nelle ultime quattro partite e uno solo subìto -, spumeggiante in avanti e solida dietro, fa ben sperare e non può più tirarsi indietro.