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La Curva Nord si schiera accanto alla squadra
« : Sabato 14 Febbraio 2015, 09:57:38 »
Corriere dello Sport



La Curva Nord si schiera accanto alla squadra
Una delegazione di tifosi ieri a Formello dai giocatori


Erano tornati a settembre, perché vogliono bene alla Lazio e non potevano restare fuori dall’Olimpico, lontano dalla squadra e dalle partite: si sarebbe trasformata in una sconfitta. Non avevano certo cancellato la distanza da Lotito, diventata una voragine negli anni e di nuovo piena di tensioni dopo i fatti di Varsavia del novembre 2013. Sono tornati ieri al centro sportivo di Formello per confermare alla squadra biancoceleste il proprio sostegno. Un incontro avvenuto alla fine dell’allenamento con una delegazione della Curva Nord, pronta a ribadire il proprio sostegno. Iniziativa collegata al momento storico del campionato, alla doppia sconfitta con Cesena e Genoa, alla classifica meno positiva rispetto a metà gennaio. Ora le distanze dal Napoli sono diventate importanti (8 punti) e anche la Fiorentina è passata davanti. E’ il momento di ritrovare compattezza e superare la tempesta. L’intervento degli ultras è caduto proprio nel giorno in cui Lotito finiva dentro la bufera istituzionale del calcio italiano per la telefonata a Iodice, dirigente dell’Ischia. Quasi una nemesi, anche perché le distanze non sono mai state ridotte in questi mesi. Erano, sono e resteranno accanto alla squadra. Molto meno alla società.

Scossa. La vicinanza dei tifosi rappresenta uno stimolo in più nel periodo decisivo e delicato della stagione. Può essere la svolta, perché i campionati si decidono a marzo e la Lazio ha perso contatto dalla zona altissima della classifica. E’ una fase molto delicata, considerando le polemiche sollevate dai torti arbitrali, le accuse di Pioli a Gervasoni dopo la partita con il Genoa, la necessità di rialzarsi subito. Sette punti nelle ultime sei giornate, ovvero da quando è cominciato il nuovo anno, sono pochissimi per la Lazio. Otto sconfitte dall’inizio del campionato, tre negli ultimi quattro turni. Deve ripartire la squadra biancoceleste, non può arrendersi al solito destino di un girone di ritorno in calo, come era successo nel 2013 con Petkovic e anche nelle stagioni precedenti, quando Reja aveva soltanto sfiorato la qualificazione alla Champions. Questa sembrava essere l’occasione buona, nell’anno in cui le milanesi arrancano, non ci sono gli impegni di Europa League, e anche il Napoli (come la Fiorentina) aveva qualche difficoltà. Invece Benitez ha innestato la quarta, Montella ha rimontato e Pioli s’è fermato, non riuscendo a gestire l’abbondanza di un organico che la Lazio non ha mai avuto sotto la guida di Lotito. Ha lavorato bene, ha portato un cambio di mentalità e un calcio offensivo, non ha saputo coinvolgere tutti i suoi giocatori nel progetto.

Gestione. Ledesma, un pilastro, ha assunto subito una parte marginale. Klose, dal punto di vista tattico, non ha mai fatto (neppure quando era un ragazzino) il lavoro di Djordjevic, a cui si chiedono pressing e sportellate. Persino due ragazzi come Keita e Onazi sono diventati comparse. Il talento spagnolo sta andando ancora a caccia della sua prima prestazione decente in campionato, il nigeriano ha messo in fila qualcosa come tredici panchine consecutive. Pioli gli preferiva Gonzalez, ceduto al Torino a gennaio. Ora ha lanciato (finalmente) Cataldi, ma non può avere le stesse caratteristiche di Lulic come dinamismo e contrasto. Così la Lazio, senza la classe di Felipe Anderson e i colpi decisivi di Candreva, si è spenta. Impossibile correre a quelle velocità per 38 giornate. La gestione fa la differenza quando non puoi essere al top e non puoi giocare il tuo calcio preferito. E la Lazio ha già esaurito il bonus delle sconfitte. A Udine non può sbagliare. Domenica 22 ospiterà il Palermo all’Olimpico e il primo marzo affronterà la trasferta di Reggio Emilia per sfidare il Sassuolo. Tre squadre in salute. Un trittico verità prima dei confronti diretti con Fiorentina e Torino. E’ questo il momento decisivo, è l’ora di rialzarsi e riprendere a correre.
Fabrizio Patania

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