Gazzetta dello Sport
Tentata estorsione a Lotito Condannati i capi-ultrà Lazio Tutti condannati, con pene dai 2 anni e 2 mesi ai 3 anni e 6 mesi di reclusione. Si è concluso così, in primo grado, il processo ai quattro capiultrà laziali e agli uomini del gruppo Chinaglia per il tentativo di scalata alla Lazio del 2006. I quattro capi ultrà sono stati condannati per il reato di tentata estorsione, mentre sono stati prosciolti da quello di aggiotaggio. Le condanne sono state di 3 anni e 6 mesi per Fabrizio Toffolo, 3 anni e 2 mesi per Fabrizio Piscitelli e Yuri Alviti, 2 anni e 2 mesi per Paolo Arcivieri. Condannati anche gli uomini del gruppo Chinaglia. A Guidocarlo Di Cosimo è stato riconosciuto pure il reato di aggiotaggio per una pena complessiva di 4 anni e 2 mesi. Agli altri solo la tentata estorsione: 2 anni e 2 mesi a Giuseppe Bellantonio, 1 anno e 6 mesi a Fabrizio Di Marziantonio. Assolto invece Bruno Errico per non aver commesso il fatto. Nei confronti di Giorgio Chinaglia, scomparso nell’aprile 2013, è stato disposto il non luogo a procedere. I fatti risalgono alla primavera del 2006, quando Chinaglia, per conto di un fantomatico gruppo ungherese, tentò l’acquisizione della Lazio. Il tentativo, hanno stabilito i magistrati, fu portato avanti attraverso minacce nei confronti di Lotito e dei suoi familiari. Il Tribunale ha deciso il risarcimento danni (da stabilire in separata sede) nei confronti della Lazio, di Lotito e dei suoi familiari. La vicenda è finita pure nel mirino della Dia, ma in merito al solo Chinaglia, che è stato indagato con l’accusa di riciclaggio di denaro sporco frutto di proventi della Camorra.
(s.cie.)
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