www.gazzetta.itParolo e Klose regalano il successo ai biancocelesti ribaltando il gol di Menez. Rossoneri: un punto in 4 partite. Rissa finale: Mexes perde la testa, espulsoLa settimana più difficile di Inzaghi sulla panchina rossonera finisce nel modo peggiore: un’altra sconfitta, 3-1 contro la Lazio all'Olimpico (e il passivo poteva essere peggiore). Dopo il vantaggio di Menez dopo 4' in campo c'è stata solo una squadra, quella di Pioli. Un numero dice tutto: 18 tiri a 2 per i biancocelesti. E il Milan alla fine ha perso anche la testa, come testimonia la follia di Mexes, espulso per aver preso per il collo il capitano della Lazio Stefano Mauri. Questo ennesimo brutto k.o. dà un ulteriore scossone alla panchina di Inzaghi (a questo punto diventa basilare il quarto di Coppa Italia ancora contro la Lazio di martedì) e dipinge un 2015 sempre più da incubo. Un punto in quattro partite è una media da retrocessione, altro che sogni europei. La Lazio invece si riscatta dopo il tonfo casalingo col Napoli e si riporta per una notte al terzo posto, anche se perde Filip Djordjevic, che ha riportato una frattura alla caviglia.
LE SCELTE — Inzaghi cercava una scintilla e per trovarla prova a calare il jolly: a differenza di quanto supposto alla vigilia, fuori Cerci e dentro El Shaarawy. Mossa che in realtà serve anche a garantire più copertura sugli esterni. Per il resto, Menez centravanti (martedì in Coppa Italia toccherà a Pazzini), difesa obbligata con Alex (fuori condizione) e Mexes centrali, e Montolivo al centro della mediana. Pioli invece ritrova Biglia davanti alla difesa e Mauri largo a sinistra, mentre Klose vince l’ennesimo ballottaggio con Djordjevic. La Lazio è fermamente decisa a condurre la partita – e non potrebbe essere altrimenti, dopo la sconfitta col Napoli -, ma in realtà fa il gioco del Milan, squadra che fatica tanto quando deve impostare e sa invece diventare letale nelle ripartenze. Poli e Bonaventura sono abilissimi nel tenere palla e sgusciare via, e costringono spesso la mediana biancoceleste a ricorrere al fallo per evitare guai seri. Il gol di Menez merita una spiegazione a parte, perché arriva per gentile concessione di Basta, che si addormenta e si fa rubare il pallone. Menez comunque è molto bravo a portarlo sino al punto in cui la visuale della porta si spalanca.
FRAGILITÀ — Pioli aveva ovviamente messo nel conto la pericolosità dei cambi di fronte. Ciò che non si aspettava era la quantità industriale di errori dei suoi negli ultimi quindici metri. La Lazio, pur non giocando a chissà quali ritmi, riesce a mettere spesso in difficoltà il Milan, soprattutto con gli inserimenti da maestro di Candreva a destra. I rossoneri dietro sono fragili, e spesso basta un cambio di gioco per metterli in difficoltà e liberare uomini. Il problema è che la Lazio arriva sempre con un secondo di ritardo, oppure è imprecisa. Dopo il gol di Menez, passata una decina di minuti per riprendersi dallo shock, gli uomini di Pioli si riversano nella metà campo del Milan. Nell’ordine: Candreva si vede respingere un tiro a porta semi-vuota da Mexes (che ha sulla coscienza l’erroraccio da cui scaturisce il pericolo), Klose anticipa Alex di testa ma non prende la mira giusta, Diego Lopez fa il miracolo su Candreva smanacciando in angolo e Parolo non trova la coordinazione giusta all’altezza del rigore. In mezzo alla sagra dell’errore anche due decisioni in area di Mazzoleni che lasciano perplessi: dopo due minuti Radu va giù su intervento dubbio di Bonaventura, mentre al 43’ Mexes trattiene vistosamente per la maglia Mauri. Intervento, questo, su cui parrebbero esserci pochi dubbi.
QUANTI ERRORI — Nella ripresa è il Milan a vivere un avvio da incubo. Il minuto è lo stesso del primo tempo: il secondo. Klose pennella da destra un cross magnifico, Alex è fuori posizione, Poli non riesce a recuperare metri e Parolo insacca al volo di piatto in tutta comodità. Passano solo quattro minuti e la frittata completa la cottura: Montolivo ricambia – con gli interessi – l’errore di Basta, con un retropassaggio sciagurato che innesca Klose, bravissimo a trovare il varco giusto. Era davvero questione di centimetri. Miro ritrova il gol in campionato dopo quasi tre mesi, astinenza mai vissuta in Italia. Nel Milan, poi, a guaio si aggiunge guaio: Bonaventura esce con una spalla dolorante e così Inzaghi butta dentro prima Cerci e poi Pazzini (per Van Ginkel, alla terza presenza stagionale e comprensibilmente poco tonico), passando al 4-2-3-1. Ma la cosa non sortisce effetti: davanti i rossoneri proprio non ci arrivano. Il colpo di grazia arriva a una manciata di minuti dalla fine: cross del solito Candreva, Djordjevic, che nell'azione si infortuna, può addirittura permettersi di fallire il comodo appoggio in rete senza che intervenga alcun milanista, e poi irrompe di nuovo Parolo. Il disastro rossonero si completa con la follia di Mexes, che prima litiga verbalmente con Mauri, poi perde la testa prendendo per il collo il laziale. Rosso inevitabile e lunga squalifica probabile. Al Milan resta la rivincita in Coppa Italia, che per Inzaghi diventa molto ma molto di più.
Marco Pasotto