www.ilmessaggero.it«Daje Mauri grande capitano». Profetico lo striscione della curva Nord che prima del fischio d'inizio celebra il numero 6 biancoceleste. Stefano risponde presente. Ancora un gol, il sesto in campionato. Non si ferma più il capitano biancoceleste, che vuole infrangere ogni record e traghettare la Lazio a quel tanto agognato terzo posto. Felipe Anderson pennella, lui firma un quadra meraviglioso con un piattone destro in spaccata sotto la curva Sud. Un amuleto il capitano biancoceleste, quando segna la Lazio non perde. Certo che stavolta di amaro in bocca ne resta tantissimo: «Dopo i due gol ci siamo ricompattati, alla fine il pareggio lascia l’amaro in bocca, ma adesso bisogna voltare pagina».
Poi un applauso al giovane brasiliano sempre più stella di questa squadra: «Dicevo che Felipe era forte già dall’anno scorso, aveva solo bisogno di tranquillità,oggi l’ha trovata e adesso gioca come è capace di fare».
Gioca lotta tra le linee e si trasforma nell'uomo ovunque della Lazio: «Mi trovo bene in quella posizione, ho la possibilità di muovermi e so dove colpire gli avversari».
Il rammarico del capitano laziale si raddoppia, quando un'occasione d'oro tra i suoi piedi, invece di trasformarsi nel 1-3, si ferma sul palo: «Sarebbe cambiata di nuovo la partita -dichiara ai microfoni di Lazio Style Channel- ma la palla è finita sul palo. Ci rimane l'amaro in bocca. Specialmente per il primo gol, e per il netto fallo su Djordjevic che ha preceduto la rete romanista. Ci va stretto il pareggio, ma lo accettiamo e guardiamo avanti. Stiamo affrontando ogni gara a viso aperto, abbiamo cambiato mentalità rispetto l'anno scorso. Mettiamo in difficoltà gli avversari e segnamo parecchi gol. Dobbiamo continuare così, siamo sulla strada giusta. Il modulo conta fino a un certo punto, l'importante è interpretare bene il gioco per mettere in difficoltà gli avversari, con movimenti in campo e occupando gli spazi vuoti.Noi protestiamo, per esempio in occasione del giallo su Cana. Situazione nella quale, poi, mi sono beccato un giallo anch'io, quando Iturbe i ha messo le mani addosso. Nelle indecisioni tra ammonizione o no, l'arbitro ci ha un po' danneggiato, ma va bene così, sbagliano tutti in campo, può farlo anche il lui».
Un ultimo passaggio sulla sontuosa scenografia ideata dai ragazzi della Curva Nord. Un novello Caronte che traghetta le anime dannate dei tisofid giallorossi: «Bellisma ed emozionante come sempre. I nostri tifosi vincono sempre».
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