Autore Topic: Gioia Minala "Mi è stato detto di non mollare mai. Da Roma tante congratulazioni  (Letto 532 volte)

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"È stata una scommessa vinta. Dalla strada al campo, questo non è denigrante, sono felicissimo per lui". Ha ricevuto la stima di Alberto Bollini, suo ex allenatore ai tempi della Primavera biancoceleste, si gode a pieno il momento magico che lo sta travolgendo. Joseph Minala aspettava un giorno del genere da troppo tempo, la domenica perfetta: tre punti ottenuti grazie a un suo gol allo scadere. Il Bari non può che sfregarsi le mani dinanzi a un talento del genere. "Nel momento in cui la palla stava entrando – racconta sulle pagine del Corriere Dello Sport - ho pensato a tantissime cose. Era importante fare punti dopo tutto quello che facciamo in settimana". Già, perché quel gol è frutto di una speranza mai smarrita. Basta fare lo spettatore. Ha colto la chance di mister Nicola a venti dal termine, è arrivato il suo primo gol da professionista: "Non è certo una rete che ti fa diventare un fenomeno. Occorre continuare a dare il massimo per superare questo momento. Siamo noi giocatori i primi a credere nel progetto e a voler raggiungere l’obiettivo che ci siamo prefissati. Non ci sono titolari e riserve. Bisogna lavorare tutti i giorni per conquistarsi il posto. Sono a disposizione della squadra, faccio quello che mi chiedono. Poi tocca al mister operare le sue scelte. Posso fare l’interditore, ripartire, difendere.  Il mio obiettivo è quello di giocare e imparare il più possibile". Non può di certo mancare una postilla di ringraziamento per le congratulazioni ricevute da molti amici laziali: “Il mister mi ha detto di non mollare mai, di continuare a lavorare come ho fatto finora e di crederci sempre. Sono felice anche perché da Roma sono arrivati messaggi e telefonate di congratulazioni. Ma voglio condividere questa rete con tutti i miei compagni. La mia carriera si è sviluppata in maniera talmente veloce che mi sono ritrovato in mezzo a giocatori come Klose, Biglia, Biava, Ledesma che hanno fatto la storia della Lazio. A giugno mi è stato detto che ero incedibile, poi sono cambiate le scelte”. C’è spazio anche per un ricordo delle sue origini: “Vengo dalla strada. Non ho mai fatto una scuola di calcio. Da noi si gioca a pallone in maniera spontanea senza ruoli. Poi quando sono venuto in Italia ho imparato a stare in campo, tenere la posizione. Considerate le mie caratteristiche posso difendere e attaccare, sono bravo con i piedi, inserirmi, fare gol. Posso ricoprire tutti i ruoli di centrocampo anche in posizione avanzata”. E sulla storia dell’età dice: “Non ho problemi di questo genere - conclude -. Io so da dove vengo e dove sono cresciuto“.

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