Corriere dello Sport
Gentiletti sorride sta già correndo
A due mesi dall’intervento al crociato il recupero del difensore procede speditoSantiago Gentiletti corre. A due mesi dall’intervento chirurgico per la ricostruzione del legamento crociato anteriore del ginocchio destro, il difensore argentino lancia i primi segnali di ripresa. Il recupero procede spedito. S’è rialzato il primo giorno, ha gettato subito le stampelle, ha superato in fretta la fase di riabilitazione in piscina. Ora sta continuando il suo lavoro a secco: fisioterapia e palestra per sviluppare il potenziamento muscolare. All’inizio della settimana ha ripreso a correre, alternando il tapis-roulant agli esercizi a carico naturale sui campi dell’Isokinetic in via Flaminia, la struttura a cui si appoggia la Lazio in caso di infortuni gravi. Gentiletti è seguito dallo staff diretto dalla dottoressa Diana Bianchedi, oggi specialista in medicina dello sport, in passato conosciuta come stella della scherma italiana: due volte medaglia d’oro alle Olimpiadi, svariati titoli mondiali nel fioretto. All’Isokinetic si è allenato per tutta l’estate il brasiliano Ederson, recuperato dopo un intervento chirurgico e una faticosa riabilitazione per uno strappo muscolare ai flessori della coscia destra. Qui hanno svolto lo stesso percorso seguito da Gentiletti anche Serpieri e Fiore, due ragazzi della Primavera della Lazio, restituiti a Simone Inzaghi per allenarsi con il gruppo a quattro mesi e mezzo di distanza dall’intervento al crociato. L’auspicio è di rispettare gli stessi tempi per l’argentino.
Forza. Il mago, che per adesso preferisce non sbilanciarsi, è il professor Stefano Lovati, figlio di Bob, consulente ortopedico di fiducia della società biancoceleste. Ha operato Gentiletti il 25 settembre, sta seguendo da vicino e stabilendo, passo dopo passo, il protocollo riabilitativo: almeno una visita a settimana, l’ultima giovedì per verificare la reazione allo sforzo. Questa è la fase più delicata. Per tutto il mese di dicembre occorrerà prudenza. L’argentino sta andando alla grande, il ginocchio è asciutto come si dice in gergo (non ci sono gonfiori) e potrebbe caricare anche di più, ma la cautela è d’obbligo: bisogna evitare fastidiose infiammazioni che potrebbero insorgere al legamento appena ricostruito. Al momento Lovati e lo staff medico giustamente non rischiano previsioni. Santiago corre e registra con soddisfazione i progressi compiuti attraverso un lavoro portato avanti con una concentrazione e una determinazione di ferro. A Marassi, nel giorno dell’infortunio, aveva colpito la sua forza. Si era rotto il crociato e neppure era caduto a terra: rientrò negli spogliatoi zoppicando, ma con le sue gambe, evitando l’intervento della barella.
Prudenza. L’argentino ha voglia di bruciare le tappe, ma c’è anche la necessità di calcolare ogni mossa e non sbagliare niente. Un qualsiasi tipo di piccolo problema verificabile durante la rieducazione (infiammazione, ginocchio in iper-estensione, eccetera) complicherebbe il lavoro e avrebbe l’effetto di allungare i tempi. Per un recupero completo e tornare in campo dopo un intervento al crociato occorrono mediamente sei mesi: si può anticipare di qualche settimana (Nesta e Simeone rientrarono dopo cinque mesi), ma si può anche ritardare (Strootman ne ha impiegati otto). Tanti fattori possono determinare, non ultimo l’aspetto psicologico, la paura da superare ai primi contrasti, alle scivolate, ai tackle, gesti tecnici fondamentali per un difensore centrale. Oggi per Gentiletti un moderato ottimismo spinge a ritenere possibile il suo recupero per i primi giorni di marzo, ma si potrà essere più precisi sui tempi all’inizio di gennaio, quando avrà superato i tre mesi di convalescenza. Soltanto allora Pioli potrà cominciare a guardare il calendario del girone di ritorno aspettando il ritorno dell’ex capitano del San Lorenzo.
Fabrizio Patania