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Studiato, inseguito, sfumato e adesso temuto: Antonio Candreva e la Juventus si incontreranno sabato sera nel big match dell’Olimpico, dopo quasi un anno trascorso a contemplarsi reciprocamente. Si fa o non si fa? Un affare imbastito da una ridda di dichiarazioni contraddittorie, poi spazzate via dal rinnovo con la Lazio. Candreva, ora, è un pilastro del progetto di Pioli, nonché principale sorgente di ottimismo nell’avvicinamento alla partita che forse non vale una stagione, ma che di sicuro può dire che stagione sarà quella biancoceleste. Un po’ per le qualità del giocatore, tra i pochi che abbinano tecnica e capacità atletiche, ma soprattutto perché sembra proprio la sua settimana: protagonista nella nuova Lazio, rimpianto della Juve che se lo è fatto scivolare di mano nel 2010 dopo appena sei mesi di prove fallite e big nella nazionale di Antonio Conte, dove ha appena segnato il suo primo gol in maglia azzurra.
Candreva - come riporta il Corriere della Sera nelle pagine romane - è diventato un titolare fisso dopo il lungo corteggiamento di Conte per farne una colonna della Juve. Nonostante la febbre (per questo ieri non si è allenato) contro la Croazia è stato l’unico a dare segnali di vita, salvando prima di tutto il risultato ma poi anche l’onore di una nazionale mai così in difficoltà.
La forza di Candreva è la sua efficacia in ogni posizione, sia da mezzala che da esterno puro, come nella Lazio. Non bastavano i numeri da top player (2 gol e 7 assist in campionato), ora c’è pure la duttilità a inquietare il sonno di Allegri, a scoraggiare Buffon (che contro la Croazia è invece naufragato) e a disorientare quella parte di laziali che si augura di non battere la Juventus per non facilitare la Roma.
M. A.
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