Autore Topic: Klose: «Mi godo la Lazio»  (Letto 572 volte)

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Klose: «Mi godo la Lazio»
« : Venerdì 14 Novembre 2014, 08:58:01 »
 Corriere dello Sport




Klose: «Mi godo la Lazio»



Miroslav Klose è in corsa per l’Orso d’Oro. Non sanno più cosa raccontare su di lui. Questa di immaginarlo tra gli aspiranti alla statuetta che premia la migliore interpretazione maschile nelle pellicole in calendario al prossimo Festival cinematografico internazionale di Berlino, è proprio l’ultima trovata per metterla sullo scherzo con il campione del mondo. In effetti, Miro è diventato realmente un attore. E’ l’interprete di se stesso nel film a lungometraggio “Die Mannschaft” (La squadra) che racconta l’emozionante spedizione della Germania al Mondiale in Brasile. E’ un attore protagonista, Miro, sia per l’importanza dei suoi gol nella conquista del quarto titolo mondiale della Germania (basta pensare alla zampata di destro con cui, appena due minuti dopo avere sostituito il giovane Götze, ha agguantato a Fortaleza il pareggio al 71’ contro il Ghana in vantaggio 2-1), sia per la corona di migliore cannoniere di sempre dei Mondiali che ha strappato con 16 reti in quattro edizioni della competizione a Ronaldo. Nel film Miro è un protagonista serio, con la giocata del campionissimo e allo stesso tempo lo spirito lottatore del gregario al servizio della “Mannschaft”, la squadra appunto. Certe immagini sullo schermo sottolinenano con grande effetto questo carattere tenace e altruista. Miro, pur con tutta la sua ironia, è il personaggio forte, epico. Per l’allegria e il divertimento nel ritiro brasiliano della brigata di Jachim Löw c’è un altro attaccante che si fa onore come attore: è il bomber monacense Thomas Müller. Il suo travestimento da donna in costume bavarese, che si dimena in abito rosa lungo con scollatura a balconcino, il tipico “Dirndl”, tiene alto il morale della Nazionale in ritiro e fa morire dal ridere il pubblico che assiste alla proiezione in sala.
Ieri sera erano di nuovo tutti insieme, Miro e i suoi “fratelli” della Nazionale, per la consegna del premio Bambi sul palcoscenico dello Steage Theater nel centro di Berlino con mille invitati in platea. Miro, con la moglie Sylwia in abito di pizzo nero, ha ricevuto il Bambi alla carriera. «Ringrazio il pubblico e gli sponsor», ha detto alzando la statuetta del cerbiatto d’oro in diretta tv sul primo canale Ard. Una settimana di gloria, perché è stato il terzo riconoscimento che ha ricevuto a Berlino negli ultimi 7 giorni, dopo l’elezione a Uomo dell’anno 2014 e la Foglia d’argento del presidente della Repubblica.
Adesso che Klose non è più in Nazionale, molti addetti ai lavori lo rimpiangono ad alta voce. I giornali di questi giorni fanno notare che il suo addio al ct Löw ha sterilizzato inaspettatamente l’attacco dei campioni del mondo. La Germania torna in campo stasera a Norimberga contro Gibilterra nelle qualificazioni europee. Naturalmente, questo avversario non fa paura. Ma cosa accadrà poi, contro ostacoli più ardui ? Dopo la vittoriosa finale di Rio contro l’Argentina, Klose si è congedato e la Germania in tre partite ufficiali e un’amichevole ha rimediato due sconfitte, un pareggio e una sofferta vittoria col minimo scarto. Quanto basta per mettere in allarme i nostalgici del numero 11 della Lazio. «Le cifre parlano da sole – commentava ieri il quotidiano monacense “TZ” – In tre partite ufficiali la nostra Nazionale ha segnato appena tre reti, per cui non c’è da stupirsi se la Germania venga a trovarsi soltanto al quarto posto nel suo girone di qualificazione». E qui il giornale si pone la domanda che in questo momento angoscia i tifosi:
«Da cosa dipende che la Germania non va più in gol così facilmente come in Brasile ?». Sulle stesse colonne, la risposta è cruda e immediata:
 «Dipende anche dal ritiro di Klose che in 137 partite con la Germania è stato capace di segnare la bellezza di 71 reti». Miro adesso pensa a giocare il più a lungo possibile, chissà forse per un altro anno.
«Mi godrò i prossimi tempi in campo anche se giocherò solo per la Lazio – sono le sue parole su “TZ” – Non provo nessuna malinconia se penso alla fine della mia carriera. Fino a quel momento cercherò di assaporare ogni istante di gioco. Quando sono in campo, sono ancora uno dei più veloci e questo mi rende orgoglioso» Con tutta la forza di volontà che Miro si porta dentro, sono sue parole sulla “TZ”, «da quando ragazzo facevo il tirocinio come carpentiere sulle impalcature nei cantieri».
 Enzo Piergianni

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