Autore Topic: Lazio, sindrome da ripresa: quasi tutti i gol subiti nel secondo tempo  (Letto 514 volte)

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Il ko di Empoli ha accentuato la tendenza: i biancocelesti finora hanno sofferto nei primi 20' della seconda frazione di gioco, segno che la nuova mentalità offensiva implica un forte dispendio fisico e mentale e un conseguente rilassamento dopo l'intervallo

di MARCO ERCOLE

ROMA - Fosse per Pioli i secondi tempi non dovrebbero cominciare, o quantomeno dovrebbero partirebbe dal 20' in poi. Soprattutto in quest'ultimo caso il tecnico della Lazio risolverebbe molti problemi e, forse, la sua squadra riuscirebbe a soffrire meno e ottenere più punti.

10 RETI SU 13 SUBITE NEI SECONDI TEMPI - La fascia che va dal 45' al 65', infatti, è quella in cui Pioli subisce più reti. Nelle ultime sei partite è successo già 5 volte, le prime 3 all'Olimpico: contro il Cagliari l'autorete di Braafheid al 48', con il Torino Farnerud ha pareggiato la rete di Biglia al 53' e contro il Sassuolo la seconda rete di Berardi è arrivata al 50'. Stessa storia nell'ultima gara con l'Empoli: anzi, per la prima volta sono arrivati ben due gol nei primi dieci minuti del secondo tempo. Barba al 52' e Maccarone al 55', tre minuti di blackout che hanno fatto scivolare la Lazio dal terzo al quinto posto in classifica. Più che altro errori di concentrazione visto che le due reti sono arrivate sugli sviluppi dei calci piazzati, ma il dato è comunque molto preoccupante: "Non è possibile prendere sempre gol nei primi venti minuti del secondo tempo, dobbiamo assolutamente migliorare". Se si considerano anche le altre due reti incassate subito dopo l'intervallo al debutto con il Milan - Muntari al 56' e Menez al 64' - la statistica si fa sempre più preoccupante, perché si arriva a 7 reti delle 13 totali subite dalla Lazio in questo campionato (il 53,8%). Delle restanti 6, solo 3 sono arrivate nella prima frazione: significa che nei secondi tempI la Lazio ha subito addirittura il 76,92% dei gol.

LA SINTESI DI EMPOLI-LAZIO

RILASSAMENTO MENTALE DOPO L'INTERVALLO - Non proprio una casualità: La nuova mentalità offensiva che Pioli sta "installando" nella squadra biancoceleste comporta dei sacrifici: il pressing a tutto campo e la velocità del gioco implicano un forte dispendio di energie fisiche e mentali, che generalmente la Lazio cerca di capitalizzare nei primi 45 minuti, per poi amministrare il risultato - quasi sempre con grande sofferenza - e cercare il colpo del ko in contropiede nel secondo tempo. Sono infatti equamente suddivise tra i due tempi le 21 reti segnate dalla Biancoceleste (secondo miglior attacco dietro la Juve) in queste prime 11 gare di campionato: 10 nei primi 45', 11 dopo l'intervallo. Ma se quando viene meno la concentrazione l'attacco funziona lo stesso, la fase difensiva invece ne risente in maniera evidente. Basta che il centrocampo - Biglia in particolar modo - diminuisca sensibilmente il proprio dinamismo e il pressing sugli avversari, che l'intera squadra ne risente. A complicare il tutto, ovviamente, le numerose assenze in difesa con cui ha dovuto convivere Pioli in questo inizio di stagione. Basti pensare che i quattro titolari Basta, De Vrij, Gentiletti e Radu non sono mai scesi in campo contemporaneamente e che tra infortuni e squalifiche, in 11 partite l'allenatore della Lazio ha dovuto cambiare 7 volte il quartetto difensivo (il più utilizzato è quello Cavanda-De Vrij-Ciani-Radu, sceso in campo in 3 occasioni), ruotando tutti e 11 i difensori in organico.

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