www.laziopolis.itdi Vincenzo Cerracchio
Sessant’anni, dicono. Ma nessuna voglia di smettere…
Col pallone? Ma no, figuriamoci. Con gli scherzi!
Vincenzo sarà sempre Vincenzino e – pazienza se si arrabbia – quello della pedata di Chinaglia. Da fratello maggiore. Una delle istantanee di quella fantastica cavalcata del ’74 che comprende, per il capitolo D’Amico, l’esordio in A il 14 ottobre del ’73, Lazio-Sampdoria 1-0 gol di Wilson (o’ miracolo), 27 presenze, due gol.
Sarà quello delle Tre Fontane, bocciato da Mago Herrera. Pensate che guaio se lo avessimo avuto anche contro, salace e impunito com’è.
Sarà quello che rubò il posto a Badiani, acquistato per sostituirlo.
Quello degli eterni ritiri a Capena, con Giorgione presidente, Carosi in panchina, Giordano e Manfredonia da prendere per mano.
Quello che battè da solo il Catanzaro con mezza squadra in prigione.
Quello dei tre gol al Varese di Fascetti, che mai gliela perdonò. Valsero la permanenza in B.
Quello dei due gol nel derby, una piccolissima Lazio che fermò la Roma di Coppacampioni. Un capitano, c’è solo un…
Quello dell’addio all’Olimpico in una domenica di ordinaria permanenza in B: gol suo al Brescia e tutti a salutare Simoni. Nessuno pensava, neanche lui, che Calleri gli avrebbe dato il benservito. Che i -9 glieli avrebbero risparmiati, o meglio negati, perché lui tra gli eroi sarebbe stato una favola.
Vincenzo e il suo idolo Pelè. Vincenzo sorpreso a divorare pane e mortadella. Vincenzo che si vergogna di andare sotto la curva dopo un gol. Vincenzo che alle porte della nazionale litiga con Bearzot. Vincenzo amico di Bruno Conti. Vincenzo operato cinque volte alle ginocchia, miracolato a 18 anni dopo un incidente per il quale all’epoca si smetteva di giocare. Vincenzo 276 presenze con la maglia biancoceleste, 40 gol tondi. Vincenzo che si sente fortunato nonostante i soldi veri nel calcio siano arrivati quando lui lo ha lasciato. Vincenzo che fortunato lo è davvero perché ha giocato per la squadra di cui era tifoso: “Sono stato uno dei pochissimi. Si contano sulle dita di una mano…”
Vincenzo che sa cos’è la fede nel calcio. E quali sono i suoi colori…